Prologo

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La barca procedeva di traverso per evitare che le onde si accanissero sulla prua.

Allison fissò l'orizzonte per un attimo: non distingueva più quella linea sottile che decretava il punto esatto dove il cielo affondava nel mare. La pioggia le sferzava il viso ogni qualvolta portasse lo sguardo nella direzione dalla quale proveniva il vento, ogni qualvolta si voltasse per assicurarsi che la Queen Bee non subisse danni allo scafo, nell'attesa che la tormenta cessasse.

«Cosa fai lì impalato?! Dobbiamo stabilizzarci e chiamare la Capitaneria!» si sentì apostrofare l'uomo, che immobile a poppa la osservava incantato, mentre lei armeggiava a fatica nel tentativo di ammainare il fiocco, con il cappuccio calato sulla fronte e le mani intorpidite dal freddo. Non ricevendo risposta si voltò, pronta a urlare ancora, ma le parole le morirono in gola.

L'uomo lasciò la barra, gettò a mare il telefono e si voltò per puntare gli occhi scuri in quelli di lei. Era pietrificata, del tutto incapace di capire cosa diavolo stesse succedendo, mentre la barca perdeva pericolosamente l'equilibrio senza nessuno che ne mantenesse la posizione.

«Torna al timone!» ordinò tentando di non perdere la calma. Lui la ignorò, avanzando nella sua direzione con le mani strette nei pugni.

La donna prese un respiro profondo e impugnò il mezzo marinaio. Non era la burrasca a spaventarla, quella era parte di lei, del suo essere, ma quel giovane che si avvicinava barcollando. E i suoi occhi completamente privi di anima quasi fosse posseduto, la terrorizzavano.

Non ebbe il tempo di riflettere che se lo trovò addosso, le mani avvinte ai polsi e il suo profumo, tanto familiare quanto sconosciuto in quel momento, a invaderle l'olfatto. Strinse tanto che fu costretta a lasciar scivolare il gancio d'accosto, mentre i loro occhi si scrutavano a distanza ravvicinata.

Allison la cercò invano quella luce che l'aveva fatta affezionare a lui da subito, la stessa che l'aveva fatta sentire a casa tante di quelle volte che era impossibile contarle, e piano, quasi in un sussurro, mormorò: «Non puoi. Te lo ricordi cosa mi hai promesso? Saremmo rimasti assieme su questa terra fino alla fine».

L'uomo parve riscuotersi per un istante, e fu in quel momento che lei approfittò di quel piccolo varco creatosi nella sua irrazionalità, per reagire. Si sbilanciò all'indietro assecondando il moto ondoso, sfruttando l'istinto di protezione del ragazzo che ancora la teneva per i polsi e che, come previsto, la trattenne a sé. Lo fissò fingendo gratitudine per un istante, poi agì.

Il ginocchio lo colpì all'inguine facendolo indietreggiare, e un calcio ben assestato in pieno stomaco lo portò a vacillare ulteriormente. Allison ansimò, recuperò il bastone d'alluminio e si allontanò dalla prua.

Lui parve non accorgersi delle sue intenzioni, ancora intento a boccheggiare, e proprio quando lei sganciò il boma, si raddrizzò per poi abbassarsi nuovamente, schivandolo con maestria.

La ragazza imprecò tra sé, portando istintivamente le dita all'aggancio di sicurezza del giubbotto salvagente che indossava, appena qualche istante prima di scontrarsi con il muro d'acqua.

IL CIMITERO DELLE MOLLETTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora