Uno.

16 2 0
                                    

Graham sbatté con forza la portiera del SUV lanciando un'occhiata oltre il parabrezza: l'orizzonte era in procinto di albeggiare. Tuttavia non lo aveva colpito il cielo che andava dipingendosi di rosa, e tantomeno il fatto che si potesse intravedere Venere. Ciò che gli passava dinnanzi agli occhi era il riflesso dei pensieri che gli affollavano la mente.

Si trovava nel bel mezzo dell'ennesimo incubo quando si era svegliato di soprassalto, nel sentire il cellulare che vibrava contro il legno del comodino.

Aveva gracchiato il proprio cognome lasciandosi sfuggire un sospiro, camminando al buio verso la cucina per recuperare un bicchiere d'acqua, in fine aveva ascoltato la voce del poliziotto al telefono: era esitante, sebbene la sua insistenza riguardo alla necessità di accorrere il prima possibile rasentasse la scortesia.

Quindi era salito in auto, e in quel momento stava premendo sull'acceleratore per coprire in fretta i due chilometri che lo separavano dal Bistrot di Miss Crowley.

*****

«Rigor mortis» mormorò riacquistando la posizione eretta e liberandosi dei guanti di lattice con uno schiocco.

Si fermò per un istante a osservare il corpo della giovane, i capelli sparsi sul pavimento, la pelle che iniziava a decomporsi come fossero trascorse più di trentasei ore. Sospirò, deglutendo a stento quel senso di nausea che solitamente teneva a bada senza sforzo, ma che questa volta lo attaccava alla bocca dello stomaco alla stregua di un leone che non si ciba da giorni.

E tentò in tutti i modi di relegare in un angolo della mente il ricordo di lei, del suo sorriso mentre gli versava il caffè come tutte le mattine, di lei che ignorava con disinvoltura le sue risposte al limite della maleducazione. Ma non ci riuscì. Tuttavia, quando i passi di Joe ruppero il silenzio, si ricompose in fretta, strinse il nodo alla cravatta e recuperò la borsa.

Immobile dinnanzi al cadavere, sentì il telefono vibrare nella tasca della giacca, attese che smettesse, quindi ascoltò il messaggio che avevano lasciato nella segreteria telefonica.

Indietreggiò, gli occhi fissi su Katherine, ai suoi piedi. «Qui abbiamo finito, di' a Sawyer di raggiungermi per l'autopsia, domani» disse voltandosi per levarsi dagli occhi l'immagine della ragazza con le iridi rivolte al soffitto, quando si sentì afferrare il braccio.

«Dimmelo! Cosa pensi sia successo?» La voce di Joe rimbombò nella piccola cucina del bistrot, la presa era ostinata.

Matic si fermò per osservarlo oltre la spalla, la testa inclinata, un sopracciglio alzato. Eppure comprese appieno la reazione del ragazzo, sapeva quanto Kate fosse amata da tutti, e immaginava quanto la notizia della sua morte avrebbe sconvolto quella cittadina dimenticata da Dio. Ma non riusciva a sentire dolore, solamente rimorso, e la consapevolezza che non avrebbe mai potuto confessare che in quel posto, lei, era l'unica che sentisse di tollerare davvero.

Lo ignorò, strattonando il braccio per liberarsi e guadagnare terreno verso l'uscita del locale, con gli occhi fissi sulle punte delle sneakers e il pensiero che già volava al momento in cui avrebbe osservato la bara della ragazza scendere nelle viscere della terra.

Salì in auto, in fretta, sbattendo la portiera. Strinse il volante, le nocche bianche per la tensione, e arricciò il naso, in fine sbuffò nel vano tentativo di togliersi dalle narici quell'odore dolciastro che aveva saturato la cucina del ristorante e che non aveva mai captato in presenza di un cadavere. O forse...

Represse quel pensiero che gli aveva occupato la mente da subito. Si costrinse a chiedersi come fosse possibile. E ricordò a se stesso la regola, quella che il suo professore gli ripeteva alla stregua di un mantra: "Fallitur visio".

«Certo» mormorò tra sé, «le apparenze ingannano, sempre».

Avviò il motore del SUV e partì sgommando. Fissava la strada, prestando più attenzione alla sensazione scivolatagli sotto la pelle che al limite di velocità. Rabbrividì, per quel qualcosa di inconsistente eppure tanto palese da innervosirlo oltre il concepibile. Ma non gli era ancora chiaro il perché.

Il suono del telefono lo trascinò alla realtà. «Matic!» ringhiò.

Dopo qualche istante di silenzio, una voce si diffuse nell'abitacolo: «Ehi, non abbaiare!»

«Sawyer... che cosa vuoi?»

«Oh! Buongiorno anche a te amico mio...» lo canzonò il collega. «Sono appena uscito da lì, dannazione! Ma che diavolo è succ-»

«Non lo so. Vedremo cosa ne verrà fuori con l'esame di domani... certo che...»

«Che cosa?»

Graham esitò per qualche istante, non avrebbe dovuto rimuginare a quel modo senza avvalersi di prove, lo sapeva, eppure il suo istinto raramente si era beffato di lui. «Niente, ci vediamo domani» borbottò premendo con troppa violenza il touch screen del monitor per terminare la telefonata senza che l'altro potesse ribattere.

Meditò per tutto il viaggio, e solo quando fermò l'auto dinnanzi al numero quindici di Alabama Street, riprese il controllo di se stesso. Recuperò la borsa e mise i piedi a terra, bloccandosi a un passo dalla portiera. Lo sguardo vagò prima a destra e poi a sinistra, posizionandosi in fine sulla porta d'ingresso dell'abitazione.

Gli agenti gremivano il porticato che circondava la casa, le luci delle delle volanti parcheggiate tutt'intorno alla rinfusa a illuminarlo. Sospirò mentre si avvicinava alla scalinata e salutò con un cenno del capo l'ispettore designato al caso, quasi senza degnarlo di uno sguardo.

E non fu tanto la sensazione di dejà-vu a inquietarlo, quanto ciò che i suoi sensi percepirono non appena varcò la soglia.

Un corpo riverso sul pavimento in una pozza di sangue. Polsi squarciati. Evidente gonfiore. Quell'odore, di nuovo. Solo silenzio, se non per un rumore costante, quello dell'acqua che cade nel lavello in un rivolo. "Un rubinetto chiuso male" pensò.

Si avvicinò al cadavere, serrando la mandibola e sperando, in cuor suo, che si trattasse di una sconosciuta. Per fortuna era così. In ginocchio, accanto al corpo, infilò i guanti, l'odore del lattice che si mescolava a quello della morte non tanto recente, lo stesso che aleggiava attorno a Kate.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 26, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

IL CIMITERO DELLE MOLLETTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora