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Continua la raccolta trash degli episodi dell'universo AU dove Zayn è di Scampia, questo capitolo è un po' diverso dai precedenti, forse perché non scrivo di questi ragazzi da almeno un anno e mezzo e forse perché un po' sono cambiata io e di conseguenza anche loro. Spero possa essere comunque di vostro gradimento.
Il capitolo è interamente dedicato a @IMALGIER ❤️❤️❤️

Arrivò il momento. 

Dopo mesi e mesi, arrivò quel momento. 


Arrivò il giorno che mamma Trisha temeva di più e che voleva arrivasse il più tardi possibile, perché, u sapeva già, non se ne sarebbe mai e poi mai fatta una ragione. Nun esiste proprio! 


Trisha era lì ferma ed immobile  seduta sul letto ancora disfatto del figlio, in un angolo lontano dalla luce del sole. Trisha piangeva, strizzando rumorosamente il naso con un fazzoletto, mentre osservava un ritratto del piccirillo suo tra le mani. E piangeva, ancora ed ancora, singhiozzando un po' perché non voleva, perché rifiutava.


Yaser Malik, con tutta la sua grazia a caratterizzarlo, varcò l'entrata, sbattendo anche la porta dietro di sé e guadagnandosi subito un'occhiataccia dalla moglie che non esitò nel richiamarlo usando queste precise parole "Si scassa a porta, io te scacco a' capa". 


La delicatezza e la finezza è una qualità intrinseca dei Malik e noi questo lo sappiamo benissimo. 


"Uh Gesù." si passò una mano sul viso l'uomo "Tu stai ancora ca'?"


"Ma tu non tenevi che faticà, ogg?!" rispose inacidita "Vavattene, va'"


"Stavo con il pensiero per te." rispose il marito con un italiano incerto "Non ci sta bisogno di fare accussì, Trisha ja." si avvicinò cautamente alla moglie, leggermente spaventato dalla possibilità di una reazione troppo brusca e violenta della donna che, tuttavia, non rispose. "Pe' come ti stai comportando pare che t'è muort. Chill sta meglio e' te!" continuò, cercando di rincuorarla, ma ottenne l'effetto opposto, ovviamente.

"Statti zitto! Non capisci nu cazzo! Zayn mo se ne va a vivere cu milanese e se scorda e' me! Vavattenne pure tu! Muovt! Cià!" iniziò ad urlare e l'uomo non se lo fece ripetere due volte, chiuse la porta ed uscì dalla stanza.


Chiamò Zayn, in ogni caso. Sapeva che non era a lavoro perché Liam lo aveva trascinato da Ikea in modo tale da comprare qualcosa di funzionale per l'appartamento in cui si sarebbero trasferiti entrambi nei giorni seguenti. Avevano deciso tutto in poco tempo e sì, per Trisha era stato scioccante, ma Yaser Malik non poteva essere più fiero di suo figlio, perché era felice avesse finalmente messo la testa a posto e contento di vederlo realizzato con un bravissimo ragazzo come Liam. Sapeva che sua moglie fosse esagerata, però non se l'aspettava la tragedia di Mario Merola. 


"Zayn, me sient?" iniziò la telefonata.

"Pà...mmm, che cazzo vuoi mo? Ooooh!!!"

"Zayn, San Gennà." esordì "Che cazz me rispunn a telefono si stai facendo e' cose sporche cu' Liam?" gli disse perché i rumori dall'altro cavo erano alquanto discutibili e suo figlio, in fondo, era sempre suo figlio e, per quanto potesse essere cambiato, a capa è semp chell. 

Scivola quel jeans.»  Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora