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Scampia, dicembre 2017.

«Maronna, me manca l'aria»
lamentò , sistemandosi il colletto della camicia «Ma che è? Sto soffocando, mammà! Vien ca'!» continuò, invocando l'aiuto di quella buona donna anche troppo paziente per un tipo scassacazzo e poco quieto quale era Zayn.
«Oh! Chitebbiv, non urlare a prima matina!» si avvicinò con la grazia che la contraddistingueva sempre.
«'Sta cosa è stretta!» rispose il figlio, indicando la camicia che portava sù. «Nun è che agg esagerato cu sanguinaccio e mo song 'ngrassato?» si preoccupò, girando su stesso e lanciando occhiate criminali allo specchio.
«Ma statti zitto!» lo rincuorò, piegandogli meglio le maniche e sbottonandolo un po' «Stai accussì bell!»
«Boh, mà. Sto preoccupato.»gli confessò, abbassando lo sguardo. «Se mi schifano, come faccio? Tengo paura.» era terrorizzato, non dormiva da quando Liam glielo aveva annunciato ed ora che il momento stava per arrivare, si stava facendo prendere dal panico e, di conseguenza, da tutte le sue insicurezze che solitamente era bravo a nascondere col suo atteggiamento da frescone impavido. «Come devo fare? Che devo dire? A stento so accocchiare due parole in italiano!» si passò una mano in fronte teatralmente, disperato. Quasi voleva rinunciare a quell'invito perché nooo, si pazzo? Aie perzo a capa? Non se ne parla proprio ma poi il suo ragazzo lo aveva implorato con gli occhi lucidi e si sentì 'na carogna a rifiutare, quindi, con il cuore squartatato, fu costretto ad accettare. Liam, poche settimane prima, gli aveva detto che per il ponte dell'Immacolata sarebbe tornato a Milano dalla sua famiglia, avvisandogli che lo voleva con sé perché doveva a tutti i costi presentarlo ai suoi genitori. Il moro però non si sentiva all'altezza: era abituato al suo paese, affezionato alle sue tradizioni e legatissimo agli amici di sempre, non conosceva Milano perché non c'era mai stato, non essendo mai uscito dalla Campania o dal sud in generale. La sua massima idea di viaggio consisteva nelle vacanze in Sicilia, ospitato dalla famiglia di Niall.
«Strunz.» sua madre gli lasciò uno schiaffo in pieno viso.
«Ao, ma si scema? M'aie fatto male! »
«Scetati, core e' mamma! Liam te vo' bene per quello che sei, pe' l'anima bella e generosa che tieni! Caccia e' palle!»
«Tieni ragione.»
«Mammà tiene sempre ragione!» gli sorrise «Movete che è tardi, o' 'nnammurato ti sta aspettando!»
°°°
«Amore mio!» lo accolse Liam con un sorriso stampato sulle labbra, lo zainetto sulle spalle ed un trolley a mano. «Le tue valige?» chiese poi.
«Veramente tengo solo questo borsone.» ammise, grattandosi il capo e sentendosi leggermente in imbarazzo: non aveva un guardaroba immenso da portarsi dietro e non perché fosse povero, ma perché finiva per indossare sempre le stesse cose.
«Ah...» sospirò l'altro «Ma tranquillo! Sono solo tre giorni, in fondo.»
«Pare che ti sei portato tutta a casa aret.» notò il moro, guardando i bagagli del ragazzo. Liam rise di rimando, Zayn se ne stette in silenzio per un po', pensieroso.
«Amore?» gli sfiorò i fianchi con le dita, avvicinandolo a sé. «Tutto bene?»
«Tutt appost.»
«Non è vero...» prese il suo viso tra le mani, carezzandogli la barba appena pungente. «Che hai?» gli sussurrò a distanza riavvicinata, Zayn si beò per un po' di quel contatto, poi approfittò del momento e lo baciò, focoso, disperatamente per mettere a tacere le sue paure. Liam ricambiò con piacere, mordendo quelle labbra con una passione innata, che sapeva esistesse da sempre dentro di sé.
«EEEEEEEEEEE baaasta così!» si intromise una testolina che, in quel preciso istante, Zayn desiderò di vedere sotto terra.
«Cacazz! Che vuoi? Che stai a fa ca'?»
«Vengo pure io a Milano!» gli disse contento Niall «Anzi, vengono pure loro!» continuò, indicandogli Harry e Louis in lontananza che li salutarono facendo loro cenno con la mano.
«Comm'è 'sta situazione? Non ho capito niente. Perché?»
«Semplicemente perché so il disagio che provi nel venire a stare da me, quindi ho deciso di invitare anche i nostri amici per farti sentire meglio...» spiegò Liam «Ho...ho fatto qualcosa di sbagliato? Dimmi...dimmi se-»  Zayn lo zittì con un bacio rapido «Ah! Zitt! Parli sempre assai!» gli pizzicò una guancia «Come devo fa cu te? Me lo potevi pure dire, perché so l'unico fesso che sa le cose all'ultimo?»
«Perché rompi sempre er cazzo!» li raggiunse Louis «Ecco perché! Che c'è? Ti diamo fastidio?»
«Tu sempre, vasciaiola!»
« Ao ma come te permetti?» si scaldò il suo amico romano, Harry lo tenne fermo per le braccia in modo tale da evitare disguidi inutili. «Lassame perde' n'attimo.» iniziò a scalciare come un bambino.
«Lou, calmati!» gli suggerì il suo ragazzo «Perché prendersela tanto?»
«A coglione lo sai che scherzo, famme salutà quell'altro deficiente!» iniziò a ridere ed Harry a quel punto si convinse a lasciarlo andare. Talvolta nella loro relazione il riccio si sentiva più la madre che il ragazzo di Louis, però, in fondo, lo amava per quel che era.
«Ciao, miticoo!» lo abbracciò forte
«Ue bell.» ricambiò «Fai sempre nu sacco e mosse.»
«Ovvio.»
«Quello perché Louis è diva.» aggiunse Niall, prendendolo in giro.
«Lo stai a mette' in dubbio?» replicò il diretto interessato, serio.
«Louloù,  senti a me, si sul nu sarchiapone!»
Non tutti i presenti furono in grado di capire il significato di quelle parole, ma risero comunque per la faccia interrogativa di Louis che era più divertente dell'espressione usata dallo stesso Zayn.
Dopo poco salirono sul treno, occupando i loro posti. Tutto perfetto, stavano per partire quando, improvvisamente, Zayn sentì picchiettare sul vetro dal suo lato. «Ma che è ? »
«Zayn, Zayn!»
«Oli, pa' maronna, mi hai fatto mettere paura! Che vai cercando?»
«Azz, che vado cercando?» rispose incredulo, alzando le braccia in modo tale da mostrargli cosa aveva portato: la mozzarella. « Guarda qua cosa ti sei scordato, 'nzallanuto!»
«Uh Gesù, è vero! Io dicevo che mi mancava quaccosa...»
«Eh, dicevi, dicevi. Jamm bell, ja, scinn! Fa ampress!»
«Corro!» si alzò dalla sua postazione in fretta ed in furia tra gli sguardi curiosi degli altri passeggeri e dello stesso controllore che lo intimò a sbrigarsi. Salutò Oli con affetto e si beccò due pacche sulle spalle con tanto di "Buona fortuna a Milano, wuagliò!"
°°
Milano, 8 dicembre 2017, 19:45

Scivola quel jeans.»  Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora