34. Voglio essere migliore

1.4K 87 101
                                    

Damiano

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Damiano.

Quattro anni prima, guardando Yvonne negli occhi mentre mi mollava, mi ero ripromesso che non ci sarei mai più cascato. Ai tempi, in realtà, me l'ero anche meritato, ma avevo sperato lo stesso con tutto il mio cuore che lei potesse essere più forte e che potesse aspettarmi.

Ricordavo ancora la sua voce rotta dai singhiozzi e i suoi occhi scuri gonfi di lacrime, mentre mi diceva che l'avevo delusa e che non avrebbe potuto perdonarmi ancora.

Era stata la mazzata più forte che avessi mai preso in vita mia.

Anche perché lei era stata l'unica persona che aveva contato davvero qualcosa per me.

L'unica che avessi mai amato tanto da sentire vibrare l'anima come le corde della mia chitarra.

Però non avrei mai immaginato che quel cuore, messo in stand-by ormai da parecchi anni, avrebbe ricominciato a battere così forte la sera in cui avevo baciato Ginevra.

Non era stato un bacio dettato dalla situazione o dalla voglia fisica, era più che altro bisogno di trovare un po' di pace.

E forse la ruota stava iniziando a girare anche dalla mia parte.

Avevamo passato tutta la serata seduti su quella panchina a scoprire a vicenda il sapore delle nostre labbra, mentre la stringevo a me per farle capire che io ci sarei stato.

Non le avrei lasciato affrontare tutto da sola, quella volta non avrei fatto cavolate.

In un certo senso lo stavo facendo anche per Yvonne, per dimostrarle che ero cambiato, che non ero più la testa di cazzo di anni prima.

Non l'avrebbe mai saputo, ma almeno la mia coscienza a poco a poco sarebbe tornata ad essere pulita.

Ginevra sarebbe stata il mio punto di partenza, ed ero pronto.

Ero pronto a correre per la mia felicità.

Stavo sognando di cantare al Wembley Stadium, la folla stava urlando le mie canzoni mentre le mie mani si muovevano sulla chitarra, era tutto così magico che non...

«Ehi, Ed Sheeran dei poveri, svegliati! Non costringermi a usare le maniere forti».

All'improvviso tutta la folla sparì, così come il palco, e una voce a me familiare mi risvegliò da quel sogno meraviglioso.

Cecilia aveva fatto sfumare tutto, e mugolai qualche insulto prima di coprirmi di più con il lenzuolo.

«Bene, l'hai voluto tu!» mi saltò addosso per scoprirmi, mentre cercava di raggiungere tutti i miei punti deboli dove sapeva bene che soffrivo il solletico.

«Okay, basta, basta... ti prego, sono sveglio, rompiballe...» sbuffai. Mi misi seduto e le bloccai le mani.

Cecilia sorrise soddisfatta e mi stampò un bacio sul mento.

La Guerra tra di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora