14° parte

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(Conan) Eravamo di nuovo alla Sede dell'F.B.I.. Stavo cercando di farmi venire in mente qualche piano, ma niente. Improvvisamente, l'Agente Jodie mi suggerì "Perché non provi a chiamare quel tuo amico Detective del Kensai? Potrebbe aiutarci." Io annuii. Presi il telefono, e digitai il numero di Hattori. Ci mise un po', ma, dopo un paio di squilli, rispose. Io dissi "Pronto? Hattori?". Lui rispose a bassa voce "Ehm, Kudo, questo non è un buon momento...". "Perché, che succ-". Non riuscii a terminare la frase, perché si sentì una voce femminile, un po' ovattata, urlare dall'altro capo del telefono "HEIJI HATTORI, DOVE DIAMINE SEI!". Sentii Hattori fare una specie di verso spaventato. Io gli chiesi di nuovo "Si può sapere che sta succedendo?". Lui, che a quanto pare stava cercando di non farsi sentire da qualcuno, mi rispose, sempre a voce bassa "Stamattina, verso le dieci, c'è stato un omicidio nella stazione di Osaka, ed ho chiesto a Kazuha di prestarmi il suo telefono, per capire chi fosse l'assassino, visto che il mio l'avevo lasciato a casa, e, mentre stavo pensando, visto che c'erano molte persone, sia per il delitto, sia per l'orario, qualcuno mi scontrò il braccio con qui stavo tenendo il telefono, facendomelo cadere. Mi sono subito inchinato per raccoglierlo, ma, quando lo trovai, notai che mancava il porta fortuna che Kazuha teneva legato. Provai a cercarlo, ma non lo trovai. Così, risolto il caso, lo dissi a Kazuha, e da allora mi sta cercando con in mano una scopa di Bambù...". Mi scappò una risatina soffocata, e lui, un po' innervosito, mi disse "Guarda che non c'è niente da ridere, quella li mi ammazza...!". Io gli chiesi "Quindi, ti sta inseguendo da un'ora?" "Esatto... e per di più a casa mia... fortunatamente, non ci sono i miei genitori, altrimenti me la sarei dovuta vedere anche con mia madre...". Poi mi chiese "Perché mi hai chiamato, Kudo? Spero sia qualcosa d'importante, perché per non farmi ne vedere ne sentire da quella testa di Rapa, mi sono nascosto dentro la scarpiera, e non ti dico nemmeno in che posizione...!" Cercai di trattenermi dal ridere un'altra volta, immaginandomi la scena, e per fortuna ci riuscii, e dissi "Dovresti venire il prima possibile qui a Tokyo. Mi devi aiutare con una cosa che riguarda gli Uomini in Nero." "Che cos-AHI!". Si sentì un tonfo, e gli chiesi "Cos'è successo?" "Ahi, ho dato una testata fortissima al soffitto della scarpiera..." Disse lui, con fare dolorante. "Su cosa ti devo aiutare Kudo?" Mi chiese. Io gli risposi "Ti spiegherò tutto quando sarai qui, ora muoviti." "D'accordo. Sarò a Tokyo per l'una e un quarto circa.". Io gli chiesi sorpreso "Scusa, ma col treno non dovresti arrivare verso le due? Anche con lo Shinkasen, non arriveresti prima di quell'ora..." "Chi ha detto che vengo col treno o con lo Shinkasen? Conosco una scorciatoia per arrivare da Osaka a Tokyo in sole due ore anzi che tre. Se percorro quella strada con la motocicletta, forse arriverò anche un po prima.". Mi ero dimenticato che Hattori guidasse una motocicletta. Io dissi, prendendolo in giro "D'accordo, ma vedi di sbrigarti a sfuggire dalle grinfie della tua ragazza, ha ha." "E-ehy, guarda che quell'idiota non è la mia ragazza, chiaro?!!" Disse lui, innervosito. "Se se..." Dissi io, per poi terminare la telefonata.
(Heiji) "Accidenti a Kudo. Kazuha non è la mia ragazza! Anche se... devo ammettere che provo dei sentimenti per lei, che, sono sicuro, non ricambia. Comunque questo non è il momento di pensare a certe cose, devo andare a Tokyo il prima possibile, per aiutare Kudo. Il problema è che... come diavolo faccio ad uscire da qui?!" Mi accorsi di essere rimasto incastrato, e, l'unica soluzione che mi rimaneva, era quella di provare a chiedere aiuto a quella testa di Rapa. Non sentivo più i suoi passi "Cavolo, speriamo che non se ne sia andata, altrimenti sono proprio nei guai...!" così, presi fiato, e dissi "Hey Kazuha, mi senti??!". Non ricevetti alcuna risposta. Provai di nuovo "Kazuha per favore, se mi senti, rispondimi...!". Ancora niente. Cominciai ad innervosirmi, e a pensare che mi stesse facendo uno scherzo. Provai un'ultima volta, ma questa volta, alzai il tono della voce "DANNAZIONE KAZUHA! TI VUOI DECIDERE A RISPONDERMI?!!". Silenzio totale. "Mi sa che se ne andata davvero..." All'improvviso, sentii dei passi lenti e sempre più vicini. D'un tratto, uno degli sportelli della scarpiera si aprì. Io riuscii ad uscire dal nascondiglio, e dissi "Grazie Kazuha, ero rimasto incastr-" mi bloccai da quello che stavo dicendo come alzai lo sguardo. Sì. Era Kazuha. Ma versione "PoSsEdUtA dAl DeMoNiO". Aveva lo sguardo che andava a fuoco, letteralmente. Attorno a lei, ardeva un fuoco di rabbia pura. Io, terrorizzato, dissi "E-ehm... K-Kazuha... tutto bene...?" Non rispose, ma, solo il fatto che abbia stretto i pugni già chiusi, mi diede una conferma: è nera di rabbia verso di me. Poi, mosse un passo verso di me. "Ohoh... questo non è un buon segno..." Se Kazuha ha quell'aspetto, e cammina lentamente, significa che ti disintegra solo con un dito. "E-ehy Kazuha... p-parliamone..." Dissi io indietreggiando, mentre lei avanzava lentamente. Finii per sbattere la schiena contro il muro. Non avevo vie di fuga da quell'essere Indemoniato. "Sono spacciato..." Pensai io, chiudendo gli occhi per paura di quello che mi avrebbe fatto.
"AIHO!" Esclamai, con la testa appoggiata alla mano, mentre mi mettevo del ghiaccio sull'enorme bernoccolo che mi era spuntato in cima alla testa. "Accidenti a qull'idiota!" Pensai, con un'espressione cruciata, e lanciando uno sguardo con la coda dell'occhio, a quella pazza, con i capelli legati a coda di cavallo alta, che era seduta nel divano in soggiorno, con il volto arrabbiato, rivolto da tutt'altra parte. "Proprio cosi forte me lo doveva dare il pugno?!!" Lanciai un veloce sguardo, all'orologio appeso al muro sopra la cucinetta. "Oh cavolo, sono già le undici e mezza?!!" Pensai, alzandomi di scatto dalla sedia della cucina, nella quale ero seduto. Volai letteralmente all'ingresso. Vidi che Kazuha girò la testa, guardando nella mia direzione, con sguardo menefreghista, ma allo stesso tempo curioso. Io dissi, infilandomi il giubbotto in jeans e prendendo le chiavi "Senti Kazuha, tienimi il broncio quanto ti pare, ma io devo andare adesso. Ho degli affari da sbrigare a Tokyo. Quindi, non è che potresti tornare a casa tua?" Mi scrutò per circa un minuto, per poi dire "Ti sei dimenticato che anche i miei non ci sono?! È per questo, che stamattina sono venuta a casa tua!" "E scusa, non puoi restare a casa da sola...?" Dissi, con un'espressione annoiata. Lei mi lanciò uno sguardo fulmineo, che m'inquietò non poco. "Ah già, è vero. Avevo promesso a Kazuha di starle vicino, perché nella nostra zona si aggirava un tizzio, che prendeva di mira ragazze dai dodici ai vent'anni..." Ricordai in quel momento. Così, oltre al mio casco, presi anche quello di Kazuha, e dissi "D'accordo. Allora verrai a Tokyo con me." Lei si alzò, prese il casco dalle mie mani, e, sempre con la stessa espressione di prima, se lo mise. Chiusi la porta a chiave, e mi diressi verso la motocicletta, parcheggiata fuori dal cancello già aperto. Salii su di essa, mi misi il casco, azionai il motore, e dissi, rivolto a quella lunatica, che era già seduta dietro di me "Kazuha, tieniti forte a me, intesi?! Andremo abbastanza veloci, e non ho voglia di recuperarti se cadi...!" Dallo specchietto, vidi Kazuha arrossire leggermente sotto il casco, per poi aggrapparsi saldamente, avvolgendo le sue esili braccia al mio busto, ed avvicinarsi, tanto da far quasi toccare il suo petto con la mia schiena. A quel contatto, un brivido mi percosse tutta la spina dorsale, e penso di essere anche un po arrossito. Mi ripresi quasi subito, e partimmo a tutta velocità. Durante il tragitto, pensai "Ma perché è arrossita, quando le ho detto di aggrapparsi a me? Bah, chi le capisce le donne...".
(Kazuha) Agrappata come sono, riesco a sentire i suoi muscoli leggermente scolpiti. "Ma non ha freddo con solo una maglia a maniche corte ed il giubbotto in jeans? In effetti, prima lo avevo sentito tremare..." Non ci pensai più di tanto. Appoggiai la testa alla sua schiena. Inspirai il suo profumo intenso ed un po' pizzicante, dovuto allo shampoo che utilizza. Lo sentii un po' irrigidirsi, ma forse era solo una mia impressione. Mi dimenticai del perchè fossi arrabbiata con lui. Mi lasciai cullare dal rumore della motocicletta e dal suo profumo. Chiusi gli occhi, e mi addormentai.

Angolo di Savi^_^

Diciamo che questo capitolo è riservato alla HeiKazu (anche se non l'ho fatto apposta😂).

Mi sono divertita troppo comunque a scrivere ste scene qua.

Scusate se ci ho messo molto ad aggiornare (come al solito), ma avevo molte cose da fare.

In più, ieri (dico ieri, perché è mezzanotte/l'una del mattino), all'ora di motoria, mi sono fatta male al ginocchio, e sono dovuta andare in una città vicina al mio paese per farmelo controllare (Perché mi faceva un male cane).

Risultato? Devo rimanere due settimane col gesso, ad usare le stampelle (non è fratturato, penso sia una distorsione)-_-.

DANNATA LA MIA SFORTUNA😠!!!

*finti colpi di tosse* Comunque, tralasciamo questo argomento, e passiamo ad un paio di coincidenze che mi sono capitate durante la giornata.

1: Mentre andavo a scuola, ieri mattina, c'era un dannato corvo, che mi stava seguendo, e non è normale, visto che non vanno mai in paese (in paese al massimo, si vedono dei piccioni).

2: Mentre stavo andando in quella città, per farmi controllare il ginocchio, ho visto passare uno/a con una motocicletta, IDENTICA a quella di Hattori.

3: Esattamente, il capitolo 🔝🔝🔝, contiene 1412 parole. Neanche a farlo apposta😑.

Detto questo (che non sarà fregato a nessuno-_-), vi saluto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto😊

bySav =Þ

Insieme... per sempre! ShinShihoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora