Preparazione

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Nell'esatto momento in cui il Gran Maestro lasciò la stanza, le ancelle si avventarono sul povero Loki con avidità.
Un soggetto del genere non era mai capitato loro. Avevano molto su cui lavorare e non vedevano l'ora di mettersi all'opera.

Il trickster subiva in silenzio le risatine eccitate delle abili fanciulle.

Gli fecero ogni sorta di diavoleria.  Con suo grande disappunto, lo lavarono nuovamente da cima a fondo e poi lo misero a sedere su una seggiola avvolto in un accappatoio. Asciugarono i suoi capelli in tempo record e gli cosparsero un olio profumato sul corpo..prima di cominciare a dipingerlo. A quanto pare, in quel luogo era tradizione pitturare sui nuovi arrivati.

Linee azzurrine gli solcavano il petto e la schiena ora.
Anche le gambe e il suo ventre non erano stati risparmiati da quella strana usanza. Il suo corpo aveva un non so che di regale adesso. Ad Asgard non esisteva nulla di simile.

Quelle ragazze erano bizzarre.
Vedersi puntati tutti quegli occhi addosso un po' lo lusingava..parevano pendere tutte dalle sue labbra. Ogni qual volta sorridesse, una di loro diventava rossa come un pomodoro. Apparte queste piccole sottigliezze però, erano molto cordiali con lui.

Ad Asgard, nessuna ragazza si avvicinava così tanto. Nessuna aveva occhi per lui. L'ombra di suo fratello c'era sempre stata, e mentre lui si divertiva a passare da una ragazza all'altra, Loki veniva rifiutato da tutte.

I libri lo aiutarono molto sotto questo punto di vista. Niente lo confortatava di più di un buon libro. Frigga l'aveva istruito coi più alti riguardi sin da bambino. Gli aveva insegnato l'arte della magia e l'amore per la lettura. Abituato a movenze regali e  princìpi degni di un futuro re.
Lei lo aveva amato come se fosse sangue del suo sangue.
Come se fosse suo figlio.
Loki l'aveva uccisa. Era colpa sua, lo sapeva. Colpa sua per essere stato un figlio indegno. Per non essersi mai guadagnato l'amore di Odino.
La sua più grande colpa era quella di essere nato.

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Guardandosi allo specchio, quasi non si riconosceva. Non si era mai visto particolarmente attraente ma in quel momento dovette ricredersi.

Una toga dorata, al tatto simile alla seta, gli copriva il corpo fino alle cosce. Morbidi anelli di tessuto creavano un decolté particolarmente piacevole alla vista. Gioielli bluastri abbondavano sul suo collo e i suoi polsi, riprendendo il colore delle linee cerulee che gli solcavano il corpo.

Allungò la sua mano verso lo specchio, come per sfiorarne il riflesso. Si sentiva bello. Era una sensazione nuova per lui, e le espressioni orgogliose delle sue nuove ancelle lo indussero a piegare le labbra in un sorriso timido.

Solo allora si accorse di un'altra presenza nella stanza. Il Gran Maestro lo stava osservando compiaciuto dal divanetto vicino alle vetrate. Era stato così preso dalle cure e le accortezze delle donne da non accorgersi dell'uomo dai capelli argentati.

<Allora..come ti sembro?> disse il Dio con fare innocente.

<Divino, Loki. –rispose lui, alzandosi dal divano e avvicinandosi al giovane– Semplicemente divino.>

Ed era vero, non sapeva dove guardare. Più il Gran Maestro si sforzava di trovare imperfezioni, più la sua attenzione veniva catturata da altri particolari incantevoli. Gli occhi smeraldini di Loki riuscivano a mozzargli il respiro come non gli succedeva da anni. Era attratto anche dalla più piccola parte di lui.
Non se lo sarebbe lasciato sfuggire facilmente.

Delicatamente, il più grande gli prese la mano e la baciò sul dorso chinando leggermente il capo.

<Che ne dici, –sussurrò l'uomo guardandolo intensamente– andiamo?>

Loki, da parte sua, si limitò ad annuire con un lieve sorriso. Ben presto si sarebbe ritrovato perduto nelle iridi cinalbro dell'uomo di fronte a lui, lo sapeva.

Ma la serata, in fondo, doveva ancora cominciare.



















Loki, un nuovo arrivo a SakaarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora