seven days-- Ryden

3.

Giorno 1.

Era proprio un'idiota a pensare che quell'idea avrebbe potuto funzionare.
Erano quasi quattro anni che il ragazzo gli fotteva la testa. 1300 e qualcosa giorni.
Ma doveva provarci più di prima. La sua santità mentale se n'era andata già da tempo, assieme alla fiducia nelle persone e la sua autostima sepolta. Doveva eliminare quella presenza tossica una volta per tutte.

Heather lo aveva guardato, quel giorno. Magari una speranza di andare avanti c'era.

Ma chi stava prendendo in giro?
Tutti quelli con cui Ryan usciva sembravano cambiare idea. Mostravano sempre l'interesse per primi, a volte anche impacciatamente,  poi quando il ragazzo prendeva in considerazione un secondo appuntamento o di portare le cose ad un livello più alto, POOF, la magica frase "scusa, non sei il mio tipo" o "non sono pronto per una relazione" veniva pronunciata magicamente, facendo tornare Ryan nel suo tunnel di bassa autostima.
Non credeva di essere così antipatico: di solito le persone erano attratte dal suo umorismo. Probabilmente erano spaventate dall'enorme portone sotto di esso, chiuso con più lucchetti di quanto possa avere un ponte famoso. Era riservato, non lasciava trapelare troppo i sentimenti, era prudente. E le persone a quanto pare erano troppo pigre per tutte queste cazzate.

I lucchetti avevano spaventato anche Brendon, ma non scappò subito. Era rimasto per un po' a fissarli, in silenzio, cercando di capire come aprirli.
Cazzo, li avrebbe strappati tutti come fossero stati di carta, per lui.
Ma quando lo fece, era troppo tardi.

Brendon era come tutti gli altri.