Questa storia fa parte della serie "We were closer than brothers" insieme a: "Meet me after dark again", "He's more myself than I am", "Quando viene dicembre" e "As my memory rests - but never forgets what I lost" (raccolta di OS), tutte pubblicate sia su EFP che qui su Wattpad.
- Fear the Fever -
Forse l'amore si può vivere così,
in un modo spaventoso.
(Marguerite Duras - Occhi blu capelli neri)
"I fear the fever deep in my bones,
it runs electric, it draws me home.
It knows the weakness deep in my soul;
it keeps me hostage, I'm never alone.
Maybe you should go?
Baby can't control..."
Era in ritardo.
Di nuovo.
Imprecai fra i denti, esasperato, mentre con un brusco gesto della bacchetta cercavo di ridar vita alle braci agonizzanti del focolare. Faceva un freddo d'inferno nella mia camera - fuori, una leggera spruzzata di neve aveva un poco ingentilito il profilo irregolare dei tetti, a malapena visibili oltre i vetri opachi della finestra -, ma io neanche me ne rendevo conto, intento com'ero a maledire mentalmente il diretto artefice del mio ormai prossimo collasso nervoso.
Mia zia Bathilda dormiva già da un pezzo al piano inferiore, e il suo russare fastidioso mi giungeva alle orecchie anche attraverso le spesse assi di legno del pavimento. Per mia fortuna la vecchia non soffriva d'insonnia, altrimenti pensare ogni sera al modo di levarmela dai piedi sarebbe stata l'ennesima scocciatura della quale preoccuparsi - non che propinare, ad una donna di così fragile costituzione, un potente filtro soporifero avrebbe acceso in me un qualche barlume d'esitazione, sia chiaro.
Diamine, non mi sarei fatto alcuno scrupolo nemmeno a versarne qualche goccia nel latte e miele di quella mocciosa inopportuna, se solo ne avessi avuta la possibilità. Peccato che Albus non mi permettesse di avere il benché minimo contatto con lei (e quanto mi faceva imbestialire il pervicace impegno con cui si prodigava per mantenere saldo tale proposito!). Ancora non avevo capito se questo suo modo d'agire fosse dettato dalla paura, dalla vergogna, o da il diavolo sa che altro. Sospettavo che Ariana fosse molto di più rispetto alla maganò della quale tutti a Godric's Hollow andavano cianciando - aveva il sangue dei Silente, dopotutto -, ma la cruda verità era che di lei mi importava ben poco, e se fossi riuscito a trovare un pretesto qualsiasi per liberarmene all'insaputa di Albus lo avrei messo in pratica seduta stante, e senza stare a rimuginarci troppo.
Non avrei mai creduto di rimpiangere a tal punto la presenza di Aberforth, tornato a Hogwarts dopo la breve vacanza di Ognissanti: quel ragazzino aveva un carattere terribile e nemmeno un quarto dell'intelligenza del fratello - per tacer della sua incomprensibile ossessione per le capre -, ma almeno con lui a occuparsi di Ariana non ero tenuto a tollerare certi spiacevoli inconvenienti.
Avevo un conto in sospeso con Albus - il livido violaceo con il quale mi aveva marchiato l'incavo del collo ne era solo la prova più evidente -, e io non vedevo l'ora di poter riscuotere il mio credito (con i dovuti interessi, ovviamente) - e lui lo sapeva, lo sapeva dannazione, lo sapeva e mi costringeva ad aspettare.
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Fear the Fever (Young!Grindeldore)
FanfictionWe were closer than brothers #2 {Young!AlbusxGellert} "Avevo un conto in sospeso con Albus - il livido violaceo con il quale mi aveva marchiato l'incavo del collo ne era solo la prova più evidente -, e io non vedevo l'ora di poter riscuotere il mio...