Centro commerciale.

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Capitolo tre.

-Centro commerciale.-

"Julie, andiamo al centro commerciale?" chiede Vanessa, entrando nella mia stanza.

"Certo, piccola." dico, continuando a guardarmi allo specchio.

È domenica mattina e dopo il colpo di venerdì notte, di Blackboy neanche l'ombra. Ad essere sincera, però, mi dispiace. Non ho mai avuto così tanta voglia di sfidare qualcuno ed è terribilmente fantastico, lo ammetto.

"Non sono piccola, ho sedici anni." sbotta imbronciata.

Rido. "Mh, ma io sono più grande di te e poi resti la mia sorellina preferita."

"Ehi, guarda che sono soltanto due anni e poi io sono più alta." dice avvicinandosi.

Ora ha ragione e lo specchio ne è la prova.

Siamo esattamente gli opposti: lei bionda, occhi nocciola, alta e slanciata; io nera, occhi color ghiaccio, alta ma più bassa di lei e slanciata.

Soltanto il fisico è identico.

"Sai come si dice, nella botte piccola c'è il vino buono."

"Ah si?" Annuisco. "No, perché credo che tu sia l'eccezione." dice innocentemente.

In meno di un secondo, lei è stesa sul mio letto e le mie dita le solleticano i fianchi.

"Cosa hai appena detto?" le chiedo continuando.

"N-non te lo dirò." ride dimenandosi. "Basta t-ti prego."

"No, se tu non ripeti ciò che hai appena detto." continuo, ridendo anch'io.

"Mai."

"Be' se la metti così, allora..." dico per poi aumentare l'intensità del solletico.

"N-no, basta. Okay, Okay!"

Rido. "Cosa okay?"

"Te lo dirò."

"Daai."

"Sì, ma smettila prima." mormora tra le risate e le lacrime dovute al troppo ridere.

"No, dimmelo prima."

"Okay! Tu sei l'eccezione al proverbio (?" chiede in tono interrogativo.

Scoppio in una fragorosa risata, osservando la sue espressione -fronte corrucciata e e labbro inferiore tra i denti.

"Dovresti vedere la tua faccia in questo istante. Sei troppo buffa!" dico, continuando a ridere. 

"Ehi!" esclama, mettendo su un broncio mal riuscito.

"Senza che fai la finta offesa, non ti riesce." continuo con tono divertito e alzandomi.

Sbuffa. "Gne gne, io vado giù. Tra mezz'ora prontaaa."

"Mh, più un'ora. Dai, tanto è domenica, non abbiamo niente da fare."

"Va bene, ma fai presto." dice per poi uscire dalla mia stanza, lasciandomi sola.

Rendendomi conto di indossare ancora il pigiama, vado verso l'armadio e apro le ante. Prendo un paio di pantaloncini di jeans, una canotta bianca e l'intimo.

Dopo aver fatto una doccia, indosso gli indumenti presi poco prima, accompagnati da un paio di converse bianche. Lego i capelli in una coda alta e metto eye-liner e matita sugli occhi.

Tolgo il cellulare dalla presa di corrente e una chiamata persa da Crystal lampeggia sullo schermo. Non esito a chiamarla e pochi istanti dopo, mentre scendo le scale per raggiungere la cucina, ci ritroviamo a parlare del più e del meno.

Blackboy&Redgirl.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora