Macchinetta.

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Capitolo quattro.

-Macchinetta.-

"Se volete le pizze, dateci una mano con le buste." urlo, entrando in casa seguita dalle ragazze che ridono.

"Dobbiamo proprio?" urla Alex dalla cucina.

"Non ti faccio dormire come prima, poi fai tu." continua mentre un sorrisetto beffardo prende vita sul mio viso.

"Dicevi?" dice, spuntando dalla stanza e prendendo le buste. "Non ho sentito bene."

Rido. "Sempre il solito."

"Julie, hai-" inizia John non appena entriamo in cucina, ma si blocca alla vista di Crystal. "Mh, come hai preso le pizze?" continua come se niente fosse.

So esattamente di cosa vuole parlare, ma è decisamente meglio rimandare a qualche ora data la presenza della rossa.

"Margherita e Pub, tre metri." dico, poggiando le pizze sul tavolo.

"Tre metri?" chiede Brandon.

"Be' un metro lo mangiano soltanto Sean e Alex, quindi." continuo, facendo spallucce.

"Ehi!" esclamo i due nello stesso momento. "Non è vero."

"Seh e la regina Elisabetta è mia nonna."

"Veramente?"

"Sì, ci ho parlato l'altro giorno e ti manda i saluti."

"Ouw, che carina." sorride Brandon, mentre Crystal e Vanessa ridono.

"Alex porta le buste sopra che ho fame." dice la bionda.

"Perché io?" sbotta.

"Perché gli altri sono seduti." sorride.

"Dai, lo accompagno." dico, incamminandomi su per le scale con il ragazzo alle calcagne.

"Fate presto." sento urlare John dalla cucina.

"Un'oretta e scendiamo." urlo a mia volta.

Alex alle mie spalle ride.

"Julie dobbiamo parlare." dice, ritornando immediatamente serio.

"Si, lo so." rispondo, mettendo le buste sul letto della mia camera. "Ma ne riparleremo domani, perché Crystal stasera dorme qui da noi. E poi c'è tempo, l'incontro è sabato."

"Ma sabato c'è la festa." controbatte lui, imitandomi.

"Appunto per questo in giro ci sarà poca gente e sarà più facile sicuramente."

"Okay, ma ci serve anche una strategia." continua.

"Si, Alex. So cosa dobbiamo fare, semplicemente ne riparleremo domani quando saremo soli. Punto."

"Okay, okay. Sta calma, simpaticona." dice, alzando le braccia in segno di difesa.

"Mi hai appena detto di essere antipatica, lo sai?" chiedo, incrociando le braccia al petto.

"E allora?"

"Allora sei uno stupido e non ti farò incontrare mia nonna." ribatto imbronciata.

"No, no. È una della cose che avevo in mente di fare prima di morire!" esclama.

"Peccato. E cos' altro hai in mente di fare?" chiedo divertita.

"Mh." si tocca il mento con il pollice e l'indice, assumendo la solita espressione di uno che pensa. "Non ne ho idea."

"Uhm, interessanti. Credo di doverle aggiungere alla mia, così potremmo farle insieme." dico.

"E sentiamo la tua."

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