Prologo

122 4 1
                                    

Ripensando alla notte della festa di compleanno di Olivia Richmond, le mie aspettative iniziali erano così ingenue, così patetiche. Era la seconda settimana del terzo anno, una settimana prima del ballo studentesco, e la possibilità che un ragazzo carino mi chiedesse di accompagnarlo aveva avuto la priorità su qualunque altra cosa dalla notte precedente al primo giorno di scuola. Quell'anno sarebbe dovuto essere il mio anno. Durante l'estate, l'apparecchio che avevo portato dalla terza media se n'era andato, lasciando posto a dei denti bianchissimi e perfetti. In più, avevo passato tutte le vacanze con mio padre e sua moglie, Rhonda, in Florida, dove quest'ultima mi aveva aiutata a perdere quei 10Kg di troppo che mi avevano costretta a comprare i vestiti solo nei negozi plus-size durante tutte le medie e i primi due anni di superiori. Quando ero tornata a casa in Wisconsin, mia madre aveva studiato il mio nuovo aspetto per poi rivalutare il costo delle lenti a contatto. Ero libera dagli occhiali per la prima volta dalla terza elementare, quando era stato scoperto che fossi miope.

Terza superiore, ero pronta a splendere. Inaspettatamente, quasi per magia, ero diventata carina. Molto carina. Quasi come se qualcuno mi avesse sventolato una bacchetta magica sopra la testa durante l'estate, trasformandomi lentamente. Ero abbastanza carina da sapere che, nei giorni precedenti all'inizio della scuola, mentre ero al centro commerciale con mia mamma in cerca di qualche nuovo outfit, i ragazzi mi avrebbero notata. Il terzo anno sarebbe stato l'anno in cui la gente avrebbe cominciato a parlare di McKenna Brady, e l'avrebbe fatto con ammirazione, invece che disprezzo.

E la gente mi aveva notata.

Durante il primo e secondo anno, Olivia Richmond non mi avrebbe mai invitata alla sua festa di compleanno. Al contrario, potevo pensare a svariate volte in cui mi aveva presa in giro. Ma era cambiato tutto. In mensa, il primo giorno di scuola, mi aveva lanciato uno sguardo confuso, chiedendosi perché improvvisamente sembrava che appartenessi al suo tavolo, e non a quello della squadra di sbandieratori, come al solito. Dopo un attimo di esitazione, mi si era avvicinata in corridoio:"Bella borsa." aveva affermato con un mezzo sorriso. Non c'era niente di speciale nella mia borsa economica di pelle finta comprata da Urban Outfiters. Ma ne sapevo abbastanza sulle regole del liceo da riconoscere che il suo complimento aveva ben poco a che fare con il mio accessorio. Mi aveva rivolto la parola, nel suo modo superiore e distaccato, perché approvava la mia trasformazione. La Weeping Willow High School era abbastanza piccola da essere teatro di gossip su qualunque ragazza carina vi ci studiasse, non importava se fosse carina da poco - come me -, lo fosse sempre stata o fosse semplicemente nuova - come Violet. Olivia era abbastanza sveglia da sapere che, se avesse riunito tutte le ragazze più carine nella sua compagnia di amiche, nessuna l'avrebbe vista come una rivale.

C'erano vantaggi nell'essere la ragazza più popolare del secondo anno. La cosa più invidiabile erano le continue attenzioni di Pete Nicholson, la star della squadra di basket, alto, abbronzato, biondo... La meno invidiabile era che tutte le ragazze della scuola volevano essere Olivia, e molte di loro avrebbero fatto qualunque cosa pur di entrare nella sua compagnia di amici. Non mi ero mai permessa di anche solo pensare di riuscire ad arrivare ai suoi livelli prima del terzo anno, ed ero immensamente grata di essere stata accolta con tanta gentilezza. Unirmi a loro era molto più del necessario per me. Aspettare di rovesciare il potere di Olivia era inimmaginabile.

Ma non era così impensabile da non lasciare che molte ragazze osassero pensare di farla cadere dal trono. Forse una ragazza appena arrivata in città, troppo nuova per sapere che Olivia era stata la nostra regina sin dai tempi dall'asilo. Una ragazza come Violet, che poteva forse pensare di riuscire a sottrarre piano piano il potere di Olivia per potersene appropriare.

Il ruolo di presidentessa studentesca.

Essere nominata Capitano in una delle nostre squadre sportive femminili.

Pete.

Non avrei mai avuto la possibilità di diventare popolare come Olivia. Non avrei neanche mai avuto la possibilità di provarci; sarebbe morta entro quattro settimane dalla mia entrata nel mondo della popolarità. Una settimana dopo il suo sedicesimo compleanno. Olivia non avrebbe vissuto abbastanza da essere nominata reginetta del ballo, come ogni altro anno. Non avrebbe indossato il suo vestito di pizzo color avorio, o ballato con l'affascinante Pete, regalandogli uno dei suoi soliti sorrisi raggianti contornati dal suo lip gloss allo zucchero filato. Per essere l'invidia di tutti noi.

Leggera come una Piuma, Rigida come una TavolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora