Minerva Mcgranitt- Dreik Hope

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Quanti anni sono passati da quando misi piede, per la prima volta, tra le mura di questo castello?
Hogwarts era e sarà per sempre la mia casa e la mia vita: con severità e disciplina ho istruito numerosi maghi e streghe. Alcuni hanno fatto cose grandiose di cui vado molto fiera, altri invece, sempre molto brillanti, ma con meno bontà nel cuore.

Sospirai mentre allo specchio guardavo il mio viso segnato da ormai innumerevoli solchi. Quelle rughe per me non scandivano il passare del tempo: quei segni erano tutte le esperienze, sia negative che positive, che si erano susseguite durante i miei anni di vita da insegnante.

– Un altro anno scolastico è iniziato da poco, le lezioni procedono e gli studenti apprendono...... Devo dire che un po' mi manca insegnare a quella balbettante banda di babbuini.-

Un sorriso si disegnò sul viso riflesso dallo specchio.

     -Minerva Minerva..... Cosa è tutto questo rimpianto?-

Ero la preside della migliore scuola di magia e stregoneria del mondo. Hogwarts era sotto la mia ala ora.
Non sarei mai stata all'altezza di Albus, ma facevo ed avrei fatto del mio meglio finché forza e determinazione me lo avessero consentito.
Ah Albus! Quanto mancava a tutti noi. Ormai erano passati diversi anni dalla sua scomparsa, eppure la grandezza di quell'uomo non avrebbe smesso mai di brillare. Lui, con quel modo di fare misterioso fece sì che Potter ottenesse tutte le carte per sconfiggere L'Oscuro Signore, e non solo questo. Albus era Albus punto.

Silente, Dio solo  sapeva, quanto avrei voluto fosse al nostro fianco durante l'ultima battaglia che scosse e fece grandi danni alla scuola.

Colui che non doveva essere nominato radunò creature spaventose. Ancora, certe notti, tali bestie mi facevano visita nel sonno facendomi passare incubi indicibili. Fortunatamente, in conclusione, tutto si risolse per il meglio, nonostante le numerose perdite e lo scossone provato. Piano piano ricostruimmo la scuola e riprendemmo le nostre vite.

Era quasi mezzanotte e di dormire ancora non ne volevo sapere. Avevo appena terminato di firmare una montagna di scartoffie e passando davanti allo specchio i ricordi mi avevano assalito.

– Alla prossima riunione docenti dovrò complimentarmi con tutti i miei insegnanti. Hanno iniziato l'anno egregiamente, speriamo non si rovinino per strada.-

Improvvisamente, la porta del mio ufficio si spalancò e tutte le luci presenti nella stanza si spensero. Un brivido corse lungo la mia schiena ed il cuore iniziò a battere come se volesse saltar fuori dalla cassa toracica. Cercai comunque di mantenere un tono di calma.

– Chiunque tu sia, sappi che non è divertente! Se hai coraggio mostrati ed affrontami!-

Chi era? Non poteva essere uno sconosciuto qualunque,  il castello era protetto da potentissimi incantesimi. Uno chiunque non poteva oltrepassare quelle difese come nulla fosse se non aiutato dall'interno.
Guardai la bacchetta poggiata sulla scrivania.

Un raggio scarlatto nacque da un angolo della stanza e corse verso me. Subito cercai di schivarlo buttandomi di lato. Cadendo sentì le ossa del braccio sinistro fare un orribile suono ed un dolore acuto sprigionarsi da tale punto.
Strinsi i denti e continuai a procedere verso la scrivania, mentre un altro raggio passò sfiorandomi l'orecchio destro. “Corpo collabora! Devo difendere la scuola a tutti i costi” pensai.

Riuscì a raggiungere la bacchetta, ero senza fiato, ma non avrei lasciato che quella figura andasse a zonzo per la mia scuola.

– Lumos Solem -

Al mio incanto un globo luminoso si alzò alto verso il soffitto. Finalmente, vidi l'ombra che mi stava attaccando, o meglio, vidi il cappuccio nero che celava il suo volto e la sua alta figura.

Puntai la bacchetta.
– Chi diavolo sei? E come sei riuscito ad entrare? -

Non ottenni la minima risposta, solo un altro raggio che a stento riuscii a parare. Risposi all'attacco con un incantesimo che l'individuo schivò, con noncuranza, spostandosi di un passo. Nonostante il braccio inerme lungo il fianco ed il fischio all'orecchio, mi lanciai come una furia su quell'ombra. Lo avrei portato via, lontano da qui. Non ci si poteva materializzare o smaterializzare tra le mura del castello, ma come disse Albus “essere la preside ha i suoi vantaggi”. Così riuscì ad afferrarlo con la stessa mano della bacchetta, e mi smaterializzai portandomi dietro l'aggressore.

Apparimmo in mezzo alla foresta nera e rotolai lontana da quella figura spinta via da essa. Mi rialzai e puntai nuovamente la bacchetta verso quell'essere.

– Expelliarmus! -

Niente! Anche questa volta il mio attacco andò a vuoto. Quell'essere era molto veloce ed i miei riflessi rallentati.

L'ombra compì un arco con la bacchetta e fiamme scaturirono dalla punta. Quel fuoco prese sembianze bestiali e con famelica furia iniziò a divorare alberi e piante.

“Un Ardemonio.”

Le fiamme racchiusero me ed il mio avversario in un cerchio che si restringeva ogni istante, sempre di più.

Il calore graffiava la mia pelle. Potevo sentire ogni particella d'acqua che avevo in corpo evaporare. Sarebbe stata la fine forse, ma lui non avrebbe più messo piede ad Hogwarts. Diedi le spalle al mio avversario.

– Expecto Patronum. -

Subito un gatto, fatto di pura energia, apparve davanti ai miei occhi. Forse era un gesto avventato, forse quel messaggio non sarebbe mai arrivato. Ma restava l'unico modo per avvertirli.

– Vai e porta questo messaggio di pericolo alla vicepreside! Dille di aumentare le difese della scuola e di sospettare di tutt... -

Il colpo si infranse sulla mia schiena lasciandomi senza fiato, la bacchetta cadde, non potendo più le dita mantenere la presa, ed i miei occhi divennero ciechi.


– Raggiungila. -

Riuscì a sussurrare.

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INTANTO AD HOGWARTS...

Era passato un mese dall'inizio delle lezioni ed al mio secondo anno. Il distacco dalla  famiglia era stato molto meno drammatico dell'anno passato. Quella volta stavo per scoppiare a piangere.
Ero disperato e convinto che la mia goffaggine, sicuramente, mi avrebbe procurato prese per i fondelli anche da parte dei professori. Ed  in parte, ciò, accadde. Per alcuni ero motivo di ilarità, quando con il naso piantato dentro ad un libro camminavo per i corridoi e sbattevo su persone, cose e fantasmi. In quest'ultimi non ci sbattevo proprio contro. Ad essere precisi, ci passavo attraverso. Che strana sensazione ogni volta.
Altri ragazzi, invece, avevano imparato a convivere con questi miei “comportamenti” e sopportandomi divennero miei amici.

Quella sera me ne stavo dormendo beatamente tra le morbide coperte del mio letto, quando un boato risuonò nell'aria, e le mura del castello  iniziarono a tremare. Spalancai gli occhi di scatto e velocemente cercai di scendere dal mio giaciglio. Ma più che scendere velocemente, caddi a terra rovinosamente restando impigliato, coi piedi, tra le spire della coperta.

– Aia! -

Da quella posizione notai molti altri piedi che toccavano terra, anche loro spaventati da quel tremendo rumore.
Mi tirai su massaggiandomi il gomito dolorante.

– E ti pareva?-

Chi era sveglio andò a destare, in fretta e furia, chi ancora era nel mondo dei sogni. Ed all'arrivo dei prefetti, noi tutti, ci dirigemmo verso l'uscita. Istintivamente, prima di uscire, presi il grande libro poggiato sul comodino vicino al mio letto.
Il mio vicino di dormitorio mi invitò a desistere dal portarmi dietro quella zavorra, ormai però eravamo già sulla soglia della porta ed io, di certo, non avrei abbandonato un mio libro per terra.

Usciti capimmo immediatamente che quel fremito che aveva scosso la scuola non era a causa di un semplice  terremoto. No. Lo scenario che ci apparve davanti fu spaventoso. Fiamme bruciavano fameliche  e detriti  erano crollati ovunque.

– Tutti al dormitorio! Tornate dentro e barricate l'ingresso fino a che non sarà un professore a dirvi di uscire! MUOVETEVI!! -

Tuonò un professore che come un fulmine ci passò davanti sparendo poi giù per le scale.

– Avete sentito? Torniamo tutti dentro! -

Gridò un prefetto.
Questa volta scoppiò il panico. Tutti gli studenti cercavano di tornare indietro senza badare a chi avessero davanti, procedendo a spintoni e colpi.
Fu proprio uno di questi spintoni che mi colpì, facendomi cadere a terra. “Perché devo finire sempre così? Il panico fa scattare in ogni creatura l'istinto di sopravvivenza, il problema più grande è che molte volte questo senso di panico non è accompagnato dalla ragione. Questo rende ciech....

– Perché invece di rialzarmi sto qui a riflettere su ciò che sta accadendo? Sono un caso disperato. -

Feci per rialzarmi, quando un piede mi colpì dritto in testa. Caddi nuovamente a terra perdendo i sensi.

Calore. Un calore pungente sempre più pressante mi artigliava il viso.

– Nooooo! Voglio dormire ancora.... -

Girato dal lato opposto ricordai l'accaduto, aprii gli occhi e mi alzai di colpo. Il brusco cambiamento mi fece vacillare, e il forte dolore alla testa non aiutò.

– Dev..... Devo tornare al dormitorio. -

Il calore, che prima sentivo sul volto, si era spostato alla gamba sinistra. Abbassai lo sguardo.

– Aaaaahhh! -

Stavo andando a fuoco! L'incendio aumentava sempre più velocemente. Ed io mi ero messo a dormicchiare, beatamente, vicino ad un bellissimo falò. Estinsi quelle lingue di fuoco che lambivano i pantaloni del pigiama colpendole con il grosso libro che mi ero portato dietro.

– Spero di non rovinarlo..... è un bel libro, ma anche la mia gamba è una bella gamba! -

Il castello tornò a tremare. Ma cosa succedeva? Che Hogwarts fosse sotto attacco?

– Impossibile! Cioè nemmeno tanto pensandoci bene. Speriamo  non accada di nuovo ciò che avevo letto su Harry Potter e sull'Oscuro signore.... Mmmmmhh ci penseranno i professori io devo tornare al dormitorio. -

Mi avvicinai alla porta ed attesi la domanda, la cui risposta era la parola d'ordine che mi avrebbe permesso di varcare l'ingresso. Nulla però accadde. Bussai ed urlai.

– Che diavolo.... EIIIIIIIHHHHH! SONO RIMASTO FUORI! C'è NESSUNO? EII.....iiihh -

Niente. Nessuna risposta arrivò dall'altro lato della porta. Sudore freddo iniziò a nascermi dalla fronte, sentivo le lacrime premere per uscire. Perché? Perché devono succedere sempre a me?
Un boato scosse nuovamente le mura e molti detriti iniziarono a piovere dal soffitto. Ricacciai indietro quelle lacrime salate.

– Devo andarmene da qui o potrebbe cadermi il soffitto sulla testa.... Devo trovare un posto sicuro e chiudermi dentro fino a che non passa tutto questo. -

Con ginocchia tremanti mi incamminai verso la scalinata, forse non era una buona idea prendere le scale. Ma non lo era nemmeno restare li ad aspettare di essere sommerso da detriti.
Reggendo il corrimano, tanto saldamente da sentire i polpastrelli graffiarsi, scesi gradino dopo gradino.
Ma dove poteva essere un posto sicuro? Il fuoco era ovunque e rocce cadute da chi sa quale parte del castello giacevano inermi qua e la piano dopo piano. Che tristezza vedere Hogwarts in queste condizioni. Il maestoso castello, la più grande scuola di magia del mondo. In quel momento sembrava un inferno scosso da terremoti. Chi poteva aver fatto una cosa del genere? Un mago o più maghi potenti, oppure si trattava di un fenomeno naturale? Lessi molti libri sui fenomeni naturali capaci di distruggere città intere.

– Bah sono certo che la scuola sia protetta da tali fenomeni! Sono sempre stato curioso di capire quali, e quanti, incanti circondassero il castello. Sono riuscito, però,  a farmi spiegare solo alcuni tra i più banali fino ad ora. Ma sono comunque sicuro che ce ne siano a bizzeffe per allontanare ed evitare la rabbia della natura. -

Guardai il libro che ancora stringevo nella mano.

– Che cretino sono! Altro che tra i corvi dovevano mettermi.... Avrebbero dovuto fondare una casa solo per me e chiamarla Braditonto ….. Potevo prendere la bacchetta anziché il libro? Era proprio li di fianco! Maaaaa. Ovvio che no! E perché continuo a parlare da solo? Aaaaaahhhhh.... Sono impazzito...  caso risolto. -

Mentre mi interrogavo sulla mia, dubbia, sanità mentale arrivai alla fine del mio cammino. Le scale da li in poi erano completamente distrutte.

– Perfetto…... Mai una gioia, mi raccomando. -

Un grido agghiacciante eruppe da dentro una stanza del corridoio di quel piano, il cuore perse un battito e brividi gelidi iniziarono a corrermi lungo tutto il corpo. Forse era qualcuno intrappolato tra le fiamme o sotto le macerie. E se avesse bisogno d'aiuto? Dovevo andare a vedere.
Lentamente mi avvicinai alla porta socchiusa. Ciò che vidi, però, era molto peggio di ciò che avevo immaginato.
Il professore di difesa contro le arti oscure era riverso a terra, con occhi sbarrati rivolti verso la mia direzione. Mi tappai la bocca con la mano libera, non dovevo farmi sentire. Davanti al professore c'era una figura, vestita di nero dalla testa ai piedi, che mi dava le spalle.
Se mi avesse sentito sarebbe stata la fine. Maledì, ancora una volta, me stesso per non aver preso la bacchetta, avrei potuto far poco. Ma forse con tutti gli incantesimi che avevo studiato e con l'effetto sorpresa avrei potuto...... Ma chi volevo prendere in giro. Tremavo come una foglia ed il mio corpo era completamente bloccato, come sotto una fattura. Cosa mai avrei potuto fare in quello stato?
Guardai il libro e qualcosa di avventato mi balenò in mente. Potevo riuscirci? Calcolando qualche possibilità, c'era. Si. Dovevo smettere di tremare, ed agire. Forse la causa di tutto era proprio lui. Forse era stato lui a ridurre la mia scuola così.
Un nuovo sentimento iniziò a ruggirmi nel petto. Rabbia ed adrenalina si fusero, e prima ancora di riuscire a pensare ad un piano, ben elaborato, le mie gambe si mossero.
In un urlo furioso mi scagliai contro quella figura, tenendo il grosso libro in alto con entrambe le mani, scaraventandomi contro di lui cademmo entrambi a terra. Iniziai a menare colpi, con l'oggetto che stringevo tra le mani, tenendo gli occhi chiusi.
Ci stavo riuscendo! Lo stavo per mettere KO!
Le mie speranze, però, si infransero prima ancora di riuscire a mettere radici. Per quanto ci avessi messo tutta la mia forza, era come se una formica si mettesse a combattere, da sola ed a mani nude, contro un drago.
Gli basto un colpo di schiena per buttarmi via. E mentre si rialzava, massaggiandosi la testa, quella figura parlò.



– Non so dire se tu sia più stupido o coraggioso? AHAHAHAHAH! Cosa pensavi di ottenere? Tu brutto moccioso. AHAHAHA! Mi fai morire dal ridere. AHAHAHAH! Ed ora io farò morire te come ho fatto con questo tizio. AHAHAHAHAHAH! 

Quella sua risata metteva i brividi. Ero nuovamente bloccato. Le lacrime scendevano copiose ed incontrollabili, il tempo sembrò rallentare e mentre lui, lentamente, alzava la mano per puntarmi contro la bacchetta, io vidi scorrere tutta la mia breve vita davanti agli occhi.
Non avrei più rivisto mia madre e mio padre. Che bello, il picnic pochi giorni prima dell'inizio delle lezioni. Quanto mi sono divertito, con mio padre, a dare la caccia a svariati purvincoli che infestavano la casa di una signora.
Sarebbe finito tutto. Sarei stato solo un triste ricordo che piano piano sarebbe andato a sbiadire dalle menti di tutti. Quanto avrei voluto realizzare il mio sogno. Quante cose avevo ancora da capire e studiare. Più nulla aveva importanza: era la fine.

Aspettai quel colpo, sperando nel fatto che sarebbe stato veloce ed indolore. Aspettai. Ma niente. La fine non arrivava. Quanto si divertiva a vedermi soffrire così? Il tempo passava e l'unica cosa che sentivo era la sofferenza del cuore ed un forte dolore al braccio. Tutto intorno a me, non vedevo altro che una nuvola nera. Cosa aspettava?

Solo dopo l'entrata di una professoressa nella stanza, che mi trovò sconvolto e con un braccio ricoperto di sangue , mi accorsi accorsi che quel mostro non c'era più.
Mi dissero che quello non era l'unico individuo, quella sera, riuscito ad entrare ad Hogwarts. In molti avevano attaccato il castello e poi se ne erano andati senza la minima spiegazione. Avevano distrutto ed ucciso e poi POUF, nel nulla se ne erano andati.

Quella figura non mi aveva ucciso. No. Ma non solo mi aveva lasciato un segno indelebile nella mente. Non gli bastò! Quell'ombra mi incise la parola morte sull'avambraccio destro.
Ero certo, lo avesse fatto solo per ricordarmi che sarebbe tornato a finire l'opera. E che fino ad allora, io, avrei dovuto vivere nel terrore più completo.










The Wizarding World of Harry Potter. Behind the SlytherinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora