Sophie Arya Herwyn

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- Com'è possibile che dopo tutto questo tempo Sophie non sei riuscita neanche una stramaledetta volta ad applicare quello che ti ho insegnato finora?

Si avvicinò con passi rapidi e mi prese per il bavero della camicia. Da quella vicinanza potei scorgere con più chiarezza i tratti del suo volto contorti in una maschera di pura collera. Ero nelle sue mani senza riuscire a muovere un dito. Sembrava non averne abbastanza. Iniziò a strattonarmi con così tanta veemenza che mi morsi perfino la lingua.

- Tu non sei mia figlia! Questa è l'unica spiegazione! Io alla tua età padroneggiavo gli incantesimi base! E tu invece? Non riesci nemmeno a trasformare un dito!

Le sue parole furono come una coltellata al cuore. Fu allora che il mio corpo iniziò a tremare, ma non dalla paura. La rabbia, la frustrazione e l'umiliazione si erano impossessati di me, annullando ogni raziocinio. Ogni fibra del mio corpo fremette. Gelidi brividi percorsero le nivee braccia. La pelle iniziò a muoversi, come se al di sotto di essa si fossero insinuati delle minuscole creature pronte a fuoriuscire. A poco a poco, piccole squame verdastre sostituirono la morbidezza della mia pelle. Le dita persero la loro forma originaria tramutandosi in zampe dai lunghi artigli, mentre i canini fuoriuscivano acuminati dalle labbra.

Tutto in me stava cambiando e la sensazione di tale "transizione" mi rese in un certo modo più potente. Fu in quel momento che sul volto di Nicholas apparve un sorriso. Aveva centrato l'obbiettivo.

Abbandonò la presa sul mio collo, lasciandomi cadere rovinosamente al suolo. Lo sforzo aveva richiesto un sacrificio enorme di energie. Mentre la vista a poco a poco si faceva più offuscata, avvertivo il mio corpo riprendere le sembianze umane. Poi più il nulla.

Con lentezza, riaprì gli occhi. Ci impiegai alcuni minuti prima di capire che ero distesa nel mio letto. Cosa ci facevo a quell'ora del pomeriggio in camera? Un turbinio di immagini mi fecero capire tutto. Mio padre mi portò al limite estremo affinché riuscissi a compiere il passo decisivo. Sollevai il braccio destro, osservandolo con estrema attenzione, sovrapponendo i ricordi della trasformazione. Poter cambiare a mio piacimento, essere qualsiasi persona o animale: mi dava un senso di onnipotenza.

...

Quanto tempo era passato da allora? Avevo perso il conto. Eppure, quei ricordi arrivarono in un momento ben preciso. Non ero riuscita a contrastarli, non avevo adempiuto al mio dovere di vicepreside. Non ero stata all'altezza, così come accadde quel lontano giorno.

Urlai con tutta la collera e la disperazione di cui disponevo. Buttai a terra boccette, calderoni, oggetti di vario tipo, strappai libri, manifesti. Distrussi qualsiasi cosa mi capitasse per le mani pur di dare sfogo. Appoggiai la schiena ad un pilastro, fino a crollare al suolo. Solo singhiozzi disperati riecheggiavano tra le pareti di quello che un tempo era un laboratorio.

- Smettila di piangere! Non ti insegnato di certo io a frignare. Ora vedi di darti una ripulita e vai a compiere il tuo dovere, il tuo destino! Sei una Herwyn, ricordatelo sempre.

Era vero. Nicholas aveva perfettamente ragione. Io ero molto più di questo. Affrontai cose ben peggiori nella vita e ne uscii sempre indenne. Rappresentavo Hogwarts e non potevo permettermi debolezze. Per tutti sarei stata un'ancora, un bastone col quale rialzarsi, perché ciò che avvenne, poteva averci piegato, ma non spezzato.

Mi materializzai ad Hogwarts. Non vi era più nulla che facesse pensare alla grandezza di quei luoghi. Quell'enorme costruzione che un tempo ospitava i maghi più potenti, i futuri maghi che sereni affollavano quei corridoi e riempivano le aule, era solo un castello diroccato, trasudante di solitudine. Mentre mi avviavo verso l'interno, notavo i segni di quella battaglia. La preside Mcgranitt in prima linea e noi docenti a darle supporto, mentre altri si erano dedicati alla protezione degli studenti, facendoli evacuare. Ma fu tutto vano. Perdemmo Minerva e alcuni dei professori; altri, come me, ne uscirono con ferite ma pur sempre vivi.

Ricordo ancora quando venni convocata dalla donna.

- Benvenuta Signorina Herwyn.

Si alzò dalla poltrona: sguardo severo, spalle ritte. Fu così che si presentò una delle più grandi streghe del mondo magico inglese. Molti eventi erano accaduti, in particolare ad Hogwarts. A quel tempo mi trovavo in Africa e le informazioni che ricevetti erano poche e frammentarie. Ero venuta a conoscenza dei danni che aveva provocato l'innominabile, lasciando dietro di sé scie di sangue, compresa la scomparsa di Albus Silente. Una perdita per tutti.

Osservai i lineamenti del suo volto, scavati dal tempo e dalle dure battaglie vissute.

- Ho fatto il prima che ho potuto, dissi.

Con un cenno della mano mi invitò ad accomodarmi nella sedia posta di fronte la scrivania.

- Mi fa piacere che abbia accettato. E devo ammettere che è stato piuttosto difficile rintracciarla. Non voglio dilungarmi oltre. Le offro la cattedra di alchimia.

- Accetto.

Non dissi nient'altro.

Dedizione, sacrificio, forza. Questi erano i pilastri su cui si fondava il mio modo di essere e di pensare. Ricorsi a tutti i mezzi possibili e immaginabili per riuscire ad arrivare dove mi trovavo. Avevo sfruttato persone e conoscenze altrui e non me ne pentivo. Ero un'abile alchimista, e molte delle tecniche di cui ero custode erano frutto di lunghi studi appresi in altre scuole magiche.

Ero l'ultima erede di una casata andata in rovina, una famiglia di purosangue, esperti animagus. Crebbi con l'obiettivo di essere la migliore. E lo ero. Tuttavia, vi era qualcosa di ben più profondo e radicato che mi portò ad accettare. La vendetta.

Con passo lento e un groppone in gola arrivai in quello che era il mio studio. Anche lì, regnava il disordine. Sarebbe bastato un colpo di bacchetta per riportare tutto in ordine. Eppure vi era un compito ben più gravoso da fare: contattare con urgenza il Ministero e chiedere un incontro con qualcuno. Non era il momento per restare isolati. Avrei avuto necessità di ogni tipo di aiuto, a costo di chiedere aiuto ad altri mondi magici. Inviai la missiva col sigillo e in attesa di una risposta decisi di rimboccarmi le maniche e fare la lista delle priorità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 17, 2018 ⏰

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