Capitolo II

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Il lupo era nella radura, il cielo tempralesco incombeva su lui, che sembrava stesse cercando qualcosa o qualcuno... Lì da sopra gli alberi riusciva a vederlo nitido. Fiutava l'aria, si continuava a gauradare attorno con fare nervoso.
Poi una voce nell'aria si alzò lontana e fioca,come un sussurro: « Non temere mia amica, Lui arriverà presto, non essere in ansia...» e detto questo si dissolse così come era arrivata, lasciando il lupo a vagare nella notte temporalesca. D'un tratto ci furono vari flash così veloci: una porta di pietra tra le Montagne, un pugnale scagliato in aria, un temporale con fulmini rossi e blu, lo sguardo e le fauci del lupo... Poi si trovò in un grande prato verde, con un uomo appoggiato sulla soglia della porta d'ingresso di una casetta... « La tempesta sta arrivando, spero tu sia pronto Gabriel.»

Si svegliò di colpo madito di sudore e con il fiato corto. Si andò a sciacquare la faccia in bagno, quando senti un rumore venire dal pano superiore. Salito ed oltrepassata la porta si ritrovò nella navata di destra, il vento che entrava dalla porta d'ingresso, spalancata. Fuori pioveva a dirotto con lampi, tuoni e vento. Le luci delle candele erano spente dal vento.
Non vedendo nessuno, si diresse verso la porta e la chiuse con la sbarra, ma non senza aver visto se ci fosse qualcuno fuori. Una volta chiusa la porta, stava per ritornare in camera sua, quando sentì un lieve fruscio dall altra parte della navata. Quando si voltò non vide nessuno lì, allora si incamminò cauto al centro della Chiesa.
Tutti i sensi erano in allerta, per captare ogni singolo rumore. Ma l'unico che si percepiva era il cadere delle gocce che si infiltravano dal tetto sul pavimento.
Arrivato accanto all'arazzo, si fermò di nuovo a guardarlo.
D' improvviso sulla colonna di sinistra si incisero a fuoco dei simboli che non aveva mai visto in vita sua, dopo che il fuoco si estinse, vide che erano di color verde smeraldo. Allora, ripresosi dallo spavento, si avvicinò toccandoli con attenzione, e al tatto non bruciava, anzi era freddo. Una crepa si propagò nella navata centrale, con un grosso scricchiolio, dalla quale ne uscì fumo denso e nero, sprigionando una fragorosa risata diabolica.
«Desterò colui che ha quasi ribaltato le sorti della luce e delle tenebre, principe dell'inganno e vero re supremo del Creato!!! »
« Io sono la Madre Superiora della Sacra Parola del Signore, e ti ordino di mostrarti e di tornare dal luogo della tua creazione! In Nome di Dio lascia il luogo Sacro!!! » disse la Superiora, apparendo all'ingresso del dormitorio femminile.  Ed il fumo si andò ad unirsi in una forma quasi umana, che sembrava stesse sorridendo, prima di scagliarsi contro la Superiora, facendola volare oltre lo squarcio fino alla porta.
« I vostri trucchetti non funzionano contro un Demone Mutaforma, come me» disse mentre diveniva con un aspetto quasi umano, eccezion fatta per la pelle nera e gli occhi rossi, con capelli bianchi e lunghi che gli cadevano sulla schiena, mettendosi comodo sul trono dietro l ' altare. Indosso portava dei pantaloni rossi attillati, da cui dietro usciva la coda, e su tutto il corpo aveva incise delle rune, identiche a quelle sulla colonna. Gabriel, rialsatosi, aiutò la Superiora, poi rivolgendosi al Demone: « Chi sei e come hai fatto a superare i Monaci e le loro barriere? ».
«Il mio nome è Raddok e   quanto riguarda come ho fatto ad entrare e a superare le barriere è semplice, mi hai evocato tu stesso toccando quelle incisioni ragazzino. » disse con un ghigno divertito, mentre si stiracchiava la schiena ed i muscoli ben formati. La Superiora e Gabriel si guardarono negli occhi sconcertati e sciocchati.
D' improvviso la porta d'ingresso si spalancò con una violenza tale che quasi si staccava dai cardini, ed entrò un uomo incappucciato, con accanto una donna. Entrambi portavano la stessa divisa bianca e argentea, con una colomba ricamata sopra.
« Da quanto tempo he Raddok,  duemila anni se non vado errato, giosto?» disse l'uomo.
« Tremila per la precisione,  Sieglein.» disse Raddok con un tono irritato per la sua presenza nella cattedrale.
« Com'è la Prigionia delle Rune?» chiese Sieglein divertito.
« Non osare prenderti gioco di me!  Sai perfettamente quanto possa essere vendicativo e spietato!!» disse puntando i suoi occhi rossi su Sieglein e la sua compagna.
« Ma ora non importa, perché ne sono uscito grazie al ragazzino. E potrò divertirmi un po' con questi esseri che voi tanto vi ostinate a guidare e proteggere. Oltre al fatto che tu non sei più in grado di ferirmi o incatenarmi di nuovo. Ho sentito dire che sei stato esiliato dall' Ordine dei Serafini,  e di conseguenza, se non erro, sei Caduto divenendo una creatura... ».
« Questo non è affar tuo!! Le mie decisioni non ti riguardano. Piuttosto tu sai bene che sono comunque in grado di farti tornare in catene vero? » lo interruppe Sieglein chiaramente irritato.
Il Demone scoppiò in una risata divertita.« In queste condizioni in cui ti trovi non credo proprio. Ma comunque non sono qui per combattere contro di te, ma anzi sono qui per avvisarti: Lui sta per tornare ed il moccioso non è in grado di fermarlo, ne me, ne tantomeno Lui. Ma ora con permesso tolgo il disturbo. Ho dei piaceri da soddisfare, e degli umani da ingannare. » disse Raddok assaporando il piacere, e puntando gli occhi su Gabriel riprese: « ci vedremo di nuovo ragazzino, te lo garantisco. » e detto questo si dileguò con una fiammata, lasciando al suo posto solo un trono annerito.
Allora Sieglein e la sua compagna si diressero l' uno ad un capo all'altro della crepa, si inginocchiarono con una mano a terra, iniziando a recitare: « re del tempo, tu che regni eterno, ti invoco perché l'equilibrio esile è stato frantumato, ti imploro di rimediare e vincolare questo luogo eterno alla volontà di Dio.»
Inizialmente Gabriel non vide ne senti nulla, ma poi piovvero dalla cima della Chiesa otto piume e lo squarcio si ricucì così perfettamente che sembrava che non ci fosse mai stato.
« La questione è più grave di quanto previsto, dobbiamo muoverci il prima possibile » disse l'uomo che avevo capito fosse Sieglein, rivolto alla sua compagna, che assenti tacitamente con un cenno del capo.
« Ma chi diamine siete voi due, e cos'era quella cosa che è apparsa!! E di chi stava parlando quel tizio, e che centro io in tutto questo!? Cos'è la Prigionia delle Rune poi?» sbotto Gabriel ripresosi dallo shock.
« Una  cosa per volta, ragazzo, ora dobbiamo pensare a come proteggere questo luogo e te,dato che a quanto pare hanno una certa attenzione per te,e finché non capiamo perché tu verrai con noi.» e detto questo andò verso il trono, accovacciandosi.
« come pensavo, è diventato molto più forte di prima che io cadessi...» disse a bassa voce, quasi sussurrando.
« Superiora, mi serviranno le forze di tutti i Monaci. Dovranno da subito pregare Michele Arcangelo per non far riaprire la crepa. »
« In quanto a te ragazzo,  preparati a partire, andremo tra poco. Myrtan verrà con te.»
La donna lo spinse verso la porta dei dormitori e lui gli fece strada.

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