Era chiusa in se stessa in quel letto sfatto, la sua camera era un groviglio di cose. Ma forse, la sua testa ancora di più. Aveva sempre le idee confuse, lei. Non capiva mai la sua testa a che punto potesse arrivare,
A volte era piena di pensieri, talmente tanti che l'unica soluzione era l'alcool e l'erba. A volte invece, non riusciva a formare neanche un pensiero conciso. Le parole erano divise e confuse, senza un nesso logico. Lei ci provava, sul serio, ma la sua mente era come un palloncino che volava via sempre più lontano. Sapeva che il dolore l'avrebbe sempre portata più giù, in un abisso profondo senza neanche un bagliore di luce. Si sentiva frastornata, insicura, si svegliava nel cuore della notte perché a volte la mente le causava brutti scherzi. Allontanava chiunque, anche sua padre, pur di non contagiare anche lui. Forse la riteneva una malattia, un gioco malsano che la sua mente creava apposta per lei. Ma solo lei riusciva a gestirlo, con uno sforzo immenso sì, ma solamente lei. A volte si chiedeva perché la tristezza la invadesse, a volte se la ritrovava davanti con un immagine a lei ben precisa. Non l'avrebbe superata mai, si diceva sussurrando e quando lei provava a spiegarlo..la sua bocca si chiudeva automaticamente. Per non ferire nessuno? Per vergogna e umiliazione? Per autoconvincersi che fosse solo un momento? Forse. Tutto un forse era con lei. Forse aveva voglia di qualcuno accanto, forse aveva voglia di farsi piccola e scomparire, forse aveva semplicemente l'assurdo bisogno di fermare il tempo.. di poterlo gestire a suo piacimento. Per far si che le sue braccia magre l'abbracciassero ancora, per far si che la sua voce risuonasse ancora in quella casa, per far si che le sue parole la facessero andare avanti ancora per un po'. Ne aveva bisogno, lei. Urgentemente. Il suo corpo si muoveva da solo senza neanche una meta e un obbiettivo. Le persone continuavano a chiederle 'Cosa hai intenzione di fare?' e pretendevano. Pretendevano che fosse una brava ragazza, una con la testa apposto e con i libri in mano. Pretendevano che fosse una buona figlia, sempre pronta a far fiero suo padre. Pretendevano una studentessa concentrata nello studio e nel futuro. Pretendevano senza neanche chiedersi il perché di scelte tutt'altro che giuste. Il casino la rispecchiava, la faceva stare bene in qualche modo. È come se un altra entità, senza nome e immagine la capisse, anche se era lei a crearla...giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo. Era strano il suo modo di vedere le cose, attraverso i suoi occhi grandi e spenti. Il letto era un groviglio di coperte, come se qualcuno le avesse appena tirate senza un senso, i vestiti erano buttati per terra e i trucchi appoggiati su qualsiasi mobile della camera. La luce era accesa, le finestre spalancate per far passare l'aria che lei esigeva ardentemente. Sulle pareti erano attaccati fogli qua e la, stampati precedentemente perché lei adorava qualsiasi cosa si avvicinasse all'arte. Un foglio ritraeva due mani, che si stringevano forti consapevoli che prima o poi si sarebbero dovute slegate per sempre. Il secondo foglio ritraeva un viso, mentre il terzo delle labbra perché lei adorava i piccoli dettagli. La televisione era accesa ed era l'unica cosa che le faceva compagnia quando si sentiva sola, anche se consapevole del fatto che suo padre distava pochi metri da lei e che l'unica cosa a dividerli era un muro. Proprio come quelli che creava lei, nella sua mente. Un muro tra lei e la sua famiglia, un muro tra lei e i suoi amici ed un muro tra lei e chiunque cercasse di avvicinarsi. Aveva Il bisogno di sentirsi amata da qualcuno, sentirsi voluta da qualcuno. Non sarebbe mai potuto accadere.. ne nel suo presente e ne nel suo futuro perché lei non lo meritava. Non meritava qualcuno che l'abbracciasse, che le volesse bene, che la baciasse perché lei distruggeva tutto ciò che toccava. Come un uragano. Era un turbinio di emozioni che si trascinava chiunque la sfiorasse emotivamente.
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Ad un passo dal cielo
De TodoVanno sempre più veloci senza rallentare mai, i battiti di una vita piena di ostacoli e precipizi. come un aeroplano in discesa senza freni, in una vasta palude senza atterraggi. la sensazione è sempre la stessa, brividi, brividi, brividi. battiti...