- "BACCO E VINO SALATO DI TE"

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"Mi van strette le notti
in tua assenza.
Ti respiro."
-Ghiannis Ritsos

Fumo misto a stelle, separato dalla neve, e le tue labbra incustodite mentre le guardo, stesi sul divano in pelle del salotto accanto la finestra serrata per il freddo.
Seokie, vieni qui❞ mentre bevevi il tuo bicchiere di vino rosso conservato da ben due anni, lasciavi lacrime confonderne il sapore lievemente acidulo, affascinato e nostalgico dalla visione d'immense costellazioni, ed io ti parlavo come se loro fossero i miei confessori e tu il mittente di falliti vissuti, ed anch'io lo ero, che ci rendevi migliori con il tuo sorriso e ci ammettevi tra le tue braccia di meteore e fiamme infernali, come se avessi potuto aver rapporti con altre persone se non con te.
Perchè in una vita così, io non sono mai stato il tuo unico, che ti donavi come un astro a milioni di spettatori ed io ero uno dei tanti che ti bramava alle due e quarantasette del mattino, con gli occhi più scuri di quelli che dovevano, appena ardito dai lussuriosi del Purgatorio, quando ti vedevo ancheggiare in salotto e la voglia di possederti raggiungeva tutte le stelle e poi scendeva sulle curve bollenti dei tuoi fianchi.
Tu, che prediligevi libertà ed oscuravi la saccenza, perchè sapevi d'essere superiore a me ma ti beavi dei miei tocchi comunque quando ti sfioravo con la paura di poter perdere il mio demone preferito dagli occhi pece, che lasciavano marchi sul mio corpo ogni volta che lo sfioravano e cicatrici sulla mia schiena ogni volta che ci univamo.
Io, che ti accarezzavo il collo con i polpastrelli -precisamente l'indice e il medio della mano sinistra- e tu fremevi per ottenere di più di un semplice tocco.

E poi c'ero io, che ci son sempre stato, ignorato dai tuoi sguardi, che fumavo Winston Blu e le spegnevo su di un posacenere trasparente in vetro, sfilandone altre dal mio oramai secondo pacchetto quotidiano, che tremavo perché quelle dosi di nicotina erano troppe per uno inutile come me, un uomo fatto di sabbia che si sarebbe sgretolato al primo maremoto fatto di te.
Io, che ero dipendente da sogni di poter stare al tuo fianco per una volta, come quando viaggiammo per Venezia e ti strinsi la mano su di un ponte di cui non sapevamo neanche il nome, e mi regalasti sorrisi che intravedevo come acqua di cui avevo bisogno, nascondendo i tuoi occhi con sottili lenti gialle, dei quali ero sempre famelico.
Io, che t'avrei abbassato la mascherina nera e t'avrei riempito di baci il volto e assaporato le guance come fragole e melograni, dovevo placare i miei fremiti e sottostare a questi miei impulsi.
Io, che avrei fatto di tutto per stare con te se tu me lo avessi soltanto concesso.

Sai che non ho bisogno dell'amore, Yoongi. Ho soltanto bisogno di te, della tua persona, di quello che sei infinitamente tu.
Tu, mefistofelico bugiardo, che mi lasciavi aggrappare alle mie speranze, fraintendendomi l'intera mente come Socrate, e che aprivi le gambe come quando leggevi ardente e orgoglioso uno dei libri di Nietzsche, ed io ero soltanto come Otello, ingannato da una spregiudicata menzogna, attendendo di riavere il mio amato, qual'eri tu, con la diletta e cara morte dopo migliaia di errori compiuti.

Lo so che non t'aggrada l'amore, Seok, ma io lo provo ed è devastante❞ ti rispondevo e tu t'incupivi, mia costellazione d'Andromeda ed ogni altra, perchè volevi libertà e non la mia pacatezza.
Tu, che volevi essere appagato ma non legato da vincoli, perfetto egoista, mentre ti sfilavi gli indumenti e mostravi le tue doti d'uomo ingannevole.
Io, che mi lasciavo prendere dalle tue labbra che mi calmavano come camomille ogni volta che t'urlavo contro di voler una relazione stabile, dopo che lasciavi le mie emozioni venirti dentro e poi scomparivi, come quando ritornavi alle quattro del mattino, pieno di segni sul collo, e io restavo solo con i miei pensieri da debole qual sono.
Io, che non ti facevo pesare nulla se non i miei sentimenti ormai divenuti per te forse fin troppo opprimenti, e me ne pentivo dopo trenta secondi netti quando te lo facevo notare.
Io, che avevo provato ad amare un altro, fallendo miseramente in quel vano tentativo di non pensarti.
Che l'amore è un concetto così astratto, impossibile alla veduta, eppure io ne avevo la perfetta rappresentazione dinanzi alle mie iridi petrolio.
Tu, che forse t'eri affiancato tanto a Leopardi, che avevi considerato l'amore quasi come se esso fosse un'illusione, anch'egli bramante di sentimenti, che idelizzava volti mentre io vivevo del mio spento amore platonico come il tuo caro Dante, e piangevo ai tuoi rimproveri mentre cercavo il Paradiso tra le tue gambe.
Tu, che non consideravi in me un tal grande sentimento, ma che urlavi il mio nome per non perdermi.

❛DIONISO E LACRIME AMARE❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora