Capitolo 3

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Anastasia

Non so quante ore, o forse giorni, passino prima che la porta della cella si riapra.
Rimango immobile sdraiata sul fianco sperando che chiunque sia mi lasci in pace.
Passano interminabili secondi di silenzio tombale, spinta dalla curiosità mi azzardo a schiudere un occhio e, con mia grande sorpresa, trovo la porta aperta senza nessuno fermo sulla soglia.
Riluttante mi metto a sedere e inizio a cercare il buio in cerca di qualcuno che però non trovo.
Indecisa sul da farsi mi metto in piedi, stando attenta a non produrre il minimo rumore, e con passo felpato mi avvicino alla porta aperta sicura si tratti di una trappola.
La osservo in controluce cercando di individuare un sensore o un qualsiasi altro allarme ma sembra semplicemente una porta aperta.
Decido di non rischiare di attraversarla ma, mentre torno verso la branda mi rendo conto che se la porta fosse davvero aperta rinuncerei alla libertà.
Sempre più tentata mi siedo a terra, a pochi passi dalla porta, cercando di decidere.

Probabilmente devo essermi addormenta ad un certo punto della notte, perché al mio risveglio ho un tremendo mal di schiena e la porta è di nuovo chiusa. Che una guardia sene sia accorta e l'abbia chiusa mentre io dormivo ?
Non escludo la possibilità anche se questa ipotesi non spiega come abbia fatto la porta ad aprirsi.
Allora, sarà stato tutto un sogno ? Dopotutto non ricordo di essermi mai addormentata, perciò forse ho sempre dormito ma non voglio pensare di star impazzendo a tal punto da sognare che qualcuno apra la porta.
Un mal funzionamento della serratura ? Questo spiegherebbe il come e il perché ed escluderebbe un mio eventuale esaurimento.
Speranzosa mi avvicino alla porta e con mano tremante spingo sperando di aprirla ma, non si muove di un millimetro.
Sconfitta faccio per tornare alla branda ma, non ho il tempo di fare due passi che, la porta si apre.
Ancora prima di voltarmi so chi a varcato la soglia della cella, riconoscerei ovunque il nauseante odore di liquirizia bruciata.
- Già sveglia ? - chiede Thomas avvicinandosi, mi volto non volendo perderlo di vista per alcuna ragione.
- Mi alzo sempre a quest'ora - dico senza alcuna ragione, lui mi guarda incuriosito e per un attimo nel suo sguardo rivedo il vecchio Thomas, l'amico con cui ridevo e scherzavo prima della festa sul tetto.
- C'è una ragione o...? - anche il tono è quello che userebbe il vecchio Thomas, non sembra lo stesso ragazzo che fino a ieri mi dava della Puttana.
- Eric si alza sempre a quest'ora per... - lascio la frase a metà ricordandomi improvvisamente di star parlando con il nemico.
- Per...? - mincalza lui, lo guardo allibita crede davvero che tradirei.... poi ricordo che Eric è morto.
- Non lo tradirei mai neanche se è morto - mi guarda sorpreso
- Morto ? - chiede, distolgo lo sguardo - Cosa ti fa pensare che sia morto ? -
- Gli hai sparato alle spalle... -
- Già - sorride come se il ricordo lo rendesse felice - È stato più che soddisfacente - lo guardo disgustata per poi distogliere lo sguardo.
- Lo hai tradito - sibillo a denti stretti - Hai avuto paura di combattere contro di lui e perciò lo hai colpito alle spalle ! - lui, a sentir le mie parole, ride di gusto.
- Ti sbagli, non sono stato io a tradirlo - lo guardo confusa e curiosa di sapere dove intende andare a parare - Ma tu - la sua accusa rimane sospesa nell'aria, mentre lui si avvia alla porta - Dovevi essere tu a guardargli le spalle - esce nel corridoio ed un attimo prima che la porta si chiuda lo sento dire - È come se lo avessi ucciso tu -

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Spazio Autrice

Come promesso, a breve distanza, ecco il capitolo di Anastasia.

A presto😉
   

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