prologo

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Monotonia.

Le giornate di Jeon Jungkook si potevano riassumere in questa parola. Tutte uguali, mai nulla di strabiliante, o anche solo un po' fuori dal comune. Era tutto così grigio e noioso. Di amici ne aveva pochi, li poteva contare sulle dita della mano. Park Jimin e Jung Hoseok. Erano i suoi migliori amici da una vita, si erano sempre aiutati a vicenda, ed erano le persone su cui Jungkook faceva più affidamento. Aveva piena fiducia in loro, erano come fratelli. L'avevano sempre protetto da quei bulletti della sua classe che lo prendevano in giro, trovando tutti i pretesti possibili per insultarlo.

Ma quel giorno forse, se non vi fossero stati quei bastardi, la vita di Jungkook, sarebbe stata noiosa per il resto dei suoi giorni.

Era appena suonata la campanella che annunciava la tanto attesa ricreazione; Jimin e Hoseok, che si trovavano in aule diverse da quella del più piccolo, non erano ancora scesi ad incontrare Jungkook, che si era messo appoggiato sul muro subito dopo la porta della classe, ad aspettarli, cercando di aprire un pacchetto di creker completamente sbriciolati, dopo averli messi a caso nello zaino, per la fretta, quando era uscito di casa.
"Che palle, ma quando arrivano?" Sussurrò il ragazzo, dopo aver aspettato per tre minuti i suoi amici. Capitava che non arrivassero subito, soprattutto quando c'era il prof di matematica, ma mai così tanto. Sì, erano solo tre minuti, ma in una ricreazione di quindici, erano un quinto del tempo dopotutto.
Stanco di aspettare, decise di andare da loro, quindi si staccò dalla parete, e con un sonoro sbuffo, si recò ai cestini, dove voleva buttare il mezzo pacchetto di creker, che ormai aveva rinunciato a mangiare, per poi salire di piano. O almeno era quello che voleva fare. Nel tragitto tra il muro e il bidone, si scontrò con un ragazzo, e si rovesciò rovinosamente tutte le briciole addosso. "Cazzo, ma sta attento a dove vai!" sbuffò mentre cercava di ripulirsi i vestiti. "Scusa, mi dispiace" rispose il ragazzo. Jungkook si bloccò quando alzando la testa per identificare il suo interlocutore, si accorse che stava parlando con Kim Taehyung. Era nella stessa classe di Jimin, uno dei ragazzi più belli dell'istituto, se non il più bello. Aveva lineamenti angelici, capelli tinti di azzurro, e gli occhi marroni. Le lebbra carnose, e un adorabile neo sulla punta del naso. Ed era anche la cotta di Jungkook. Certo che come primo approccio al ragazzo dei propri sogni, era proprio un approccio di merda. 


tw// bullismo e insulti omofobi

Una voce riportò Jungkook sulla terra. "Ahah il nostro piccolo cocco si è innamorato" il suo 'amato' se n'era andato e a suo posto erano comparsi i suoi aguzzini. "Che sia Kim Taehyung l'interessato?" disse un di loro "aah quindi secchione, sfigato e pure frocio. Che combo signori" E scoppiarono tutti a ridere. Il corridoio era diventato improvvisamente vuoto, c'erano solo Jungkook che impotente si faceva insultare e i suoi quattro tormenti sotto forma di persona. "Quindi? Non rispondi? Non è divertente se non reagisci però" piagnucolò un altro, dandoli una spinta.  "Bhe prenderlo a botte sarà ancora più divertente" Affermò il quarto dando un'altra spinta, e poi un'altra, e un'altra ancora. Sembrava che avessero deciso di ricreare un flipper umano, e Jungkook era stato inserito nel ruolo di pallina. Ormai era caduto a terra, e gli stavano arrivando dei calci un po' ovunque. Facevano male. Molto male. Non si erano mai spinti a così tanto quei bastardi, sempre e soltanto a parole, massimo qualche spinta. E per quanto le parole facessero male, gli insulti di quei quattro erano veramente stupidi, e i loro calci, erano molto peggio. Jungkook lo stava provando per la prima volta sulla sua pelle. Sperava non sarebbe mai arrivato quel momento, ma eccolo lì, steso a terra, impotente, con solo le risate dei quattro ovattate come sottofondo. Stava provando in tutti i modi di non lamentarsi, perché sapeva che era ciò che i suoi aguzzini stavano aspettando solo quello, e non che si sarebbero fermati se avesse iniziato a piangere, ma dopo l'ennesimo colpo, non ce la fece più, e una lacrima cadde, e toccò il pavimento. Proprio in quel momento, delle urla arrivarono da lontano, e i quattro bastardi fuggirono. Qualcuno era arrivato al suo fianco, e gli stava dicendo delle cose, ma sembrava come se le stesse dicendo da lontanissimo, Jungkook capiva poco e niente. Una chioma azzurra gli apparve nel campo visivo, molto sfocata, e sentì però, che venne preso in braccio, a mo' di sposa, e che lo stavano portato da qualche parte. 

SAFE READING


Non ricordava molto di quello che era successo dopo, era tutto sfocato e confuso. Sapeva che era stato portato in infermeria, e che al suo risveglio c'erano Jimin e Hoseok seduti sul letto affianco a parlare, ma nessuna traccia del proprietario della chioma blu. Dovette dire tutto ai professori  quando fu in grado, e gli giurarono che sarebbero stati presi provvedimenti. I suoi amici gli raccontarono che furono avvertiti da Kim Namjoon di quello che era accaduto, e Jungkook scoprì che a quanto pare, cerano veramente tanti ragazzi con i capelli azzurri, e che quindi trovare il suo salvatore non sarebbe stato semplice. 

Jimin e Hoseok se ne andarono al cambio dell'ora, visto che entrambi avevano una verifica. Jungkook lasciò l'infermeria poco dopo, ma non si diresse in classe, e andò nel suo posto segreto. Un'aula inutilizzata, in un'ala dalla scuola quasi vuota. 

Ormai era diventata un magazzino, più che un a classe. Sul fondo della stanza, e sopra alcuni banchi, si trovavano scatole piene di cianfrusaglie e polvere. Si passava da cartine rotte, a oggetti sequestrati agli studenti, mai più restituiti, ma anche libri, scope e progetti di qualsiasi materia. Probabilmente c'erano oggetti risalenti ai primi anni duemila, o anche più. I banchi erano completamente ricoperti di polvere, salvo alcuni utilizzati da Jungkook per sedersi e osserva il paesaggio che davano le enormi e sporche finestre presenti in quella stanza. Ed infine, c'era una grande lavagna, completamente graffiata, ed incrinata al centro. Quel giorno però, tra una crepa e l'altra, c'era una scritta che recitava:

"chi vuole essere il mio amico di gessetto?

                                                                                                                       ~V"

chalk pals - taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora