5 - Aurora boreale

289 15 10
                                    


L'azzurro delle iridi di Batman si assottigliò di colpo, invaso dal nero della pupilla che andava dilatandosi per la paura.

< Che cosa succede?? >

Domandò nuovamente con la voce impastata di preoccupazione mentre consumava con ampie falcate la distanza che lo separava dal maggiordomo.

< Si tratta di Joker > la voce di Alfred confermò i timori del Giustiziere < Stavo per chiamarla, ma poi ho sentito il rombo della batmobile >.

Bruce si arrestò di fronte all'altro uomo, immobile come una statua di sale, teso come una corda di violino in procinto di spezzarsi, incapace di formulare pensieri o parole sensate. Fece per muovere le labbra – senza sapere bene che cosa dire – ma la voce di Alfred lo anticipò bloccandolo

< Si è svegliato >

Disse semplicemente l'uomo, accompagnando quelle tre parole ad un tenue e rassicurante sorriso.

Si è svegliato. Quella frase risuonò nelle orecchie e nel petto di Bruce, facendogli credere per un lungo istante di trovarsi nel bel mezzo di uno strano sogno. Era talmente convinto di dover ricevere una brutta notizia, che adesso quasi non riusciva a credere alle proprie orecchie. Si è svegliato. Quella frase finalmente prendeva forma e consistenza nella sua coscienza; quella frase era tutto.

< Dici sul serio Alfred!? >

Domandò con tono enfatico Bruce, afferrando il maggiordomo per le spalle in uno slancio d'entusiasmo, senza preoccuparsi di dissimulare la propria contentezza. L'uomo anziano annuì lentamente, accentuando il sorriso sulle labbra sottili poiché sapeva di aver dato una splendida notizia al ragazzo che amava come un figlio

< Sì padron Bruce. Ero andato nella stanza per controllare le sue condizioni, e nel giro di pochi minuti ha cominciato a lamentarsi debolmente poi pian piano ha riaperto gli occhi >

< È fantastico! Vado subito a vederlo >

Esclamò raggiante Bruce da dietro la severa maschera di Batman, lieto che finalmente l'incubo fosse finito e il pericolo di trasformarsi in un assassino ormai scampato. Ma, oltre queste motivazioni, ve ne era un'altra a provocare il sorriso e il sollievo dell'eroe; ne prese coscienza mentre attraversava a passo svelto l'ambiente centrale della caverna e poi i vari corridoi che conducevano alla camera ospedaliera. Era felice che Joker fosse ancora vivo. Pensiero schietto e disarmante nella sua semplicità, eppure altrettanto assurdo e difficile da metabolizzare. Fino a poche settimane prima, se qualcuno gli avesse detto che avrebbe provato gioia nel sapere Joker sano e salvo, Bruce si sarebbe fatto una grassa risata e avrebbe mandato al diavolo lo sprovveduto in questione. Ora invece quella realtà giudicata assurda e surreale fino a prova contraria prendeva vita, e aumentava d'intensità e vigore a ogni singolo passo compiuto verso la "meta", ora che Bruce accorciava a grandi falcate la distanza che lo separava dal suo eterno nemico.

La mano coperta dal guanto nero finalmente si posò sulla maniglia e, con cautela ed un pizzico irrazionale di apprensione spinse in avanti la porta, spalancandola con un lento cigolio. La sagoma nera e imponente del Cavaliere Oscuro si stagliò in tutta la sua minacciosa maestosità sulla soglia d'ingresso, rilucendo al freddo bagliore dalla lampada a neon. Gli occhi azzurri e profondi si posarono immediatamente sul bianco letto d'ospedale, e su colui che lo occupava.

< Joker.. >

Un accorato sussurro fluì leggero e spontaneo dalle labbra di Batman, mentre a passi lenti si avvicinava al letto. Il malato alzò piano lo sguardo sull'uomo che – involontariamente – lo aveva ridotto in quello stato e sorrise debolmente.

Se fossi il tuo rimorsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora