Dormivano nudi. E abbracciati.
Mickey se ne era accorto appena aveva aperto gli occhi e si era sentito circondato dal suo braccio sinistro e quando aveva aperto gli occhi aveva visto le loro mani intrecciate. Non aveva reagito come al solito, questa volta voleva concerdersi ancora qualche minuto avvolto dalla stretta del rosso che dormiva ancora accanto a lui.
Sentiva la sua testa pulsare. Come se la sera prima suo padre lo avesse preso a pugni in faccia.
Ah, già.
Forse non era stata una grande mossa fare outing davanti all'intera famiglia Milkovich con tanto di Terry appena uscito dal gabbio... ma a lui importava più di Ian. Gli importava di più di rimediare a quel "no invece, abbiamo chiuso." perchè cazzo ci erano voluti miliardi di anni per la creazione del mondo e in quel momento erano bastate quattro parole -le uniche che non avrebbe mai voluto sentire- per farglielo crollare addosso.
Quindi aveva scelto il male minore.
Minore si fa per dire. Ma ora lui era lì, nel suo letto e a Mickey gliene fregava poco di tutte quelle cicatrici violacee sul suo viso.
Era arrivata l'ora di alzarsi e di andare a vedere come procedevano gli affari da Kev, quindi con delicatezza Mick aveva spostato il braccio di Ian e si era messo a sedere. Testa Rossa ancora dormiva.
Il moro lo stava ammirando, il respiro era regolare, la sua espressione era tranquilla e la sua pelle nivea si confondeva con le lenzuola. Spiccavano solo i suoi capelli.
Forse erano questi che avevano fatto perdere la testa al più terribile dei fratelli Milkovich. Peli di carota così lo chiamava la russa rompicoglioni.
La birra scadente della sera prima era ancora sul comodino vicino al letto, ne era rimasta ancora un po'. Perchè non berne un sorso? Detto, fatto.
Ci era voluto l'esercito per far capire a Mickey il suo amore -amore? Mickey non ama nessuno. Qualcosa che ci andava vicino però- per Ian.
Una cazzata dietro l'altra.
Prima Terry li aveva scoperti, poi il matrimonio, poi il cazzo di esercito e infine quel locale di sporchi pedofili.
Curtis.
Gli saliva la rabbia solo al pensarci.
Gli era mancato da morire e se l'era andato a riprendere caricandoselo sulla spalla.
Ora gli accarezzava i capelli vicino alla tempia, erano morbidi anche se corti. Non sapeva perchè lo stava facendo, non era abituato a dimostrare il suo affetto. Forse perchè era consapevole che l'altro non potesse sentirlo. Furbo.
Allarme nicotina!
Niente da fare, delle sigarette che aveva con sé rimaneva solo il pacchetto. Quindi si era infilato i pantaloni senza preoccuparsi di indossare perlomeno l'intimo ed era andato in cucina alla ricerca del fumo.
-E così hai fatto outing- Cristo! Non credeva ai suoi occhi.
-Che cazzo hai fatto ai capelli?- Il nuovo look della puttana non era una bella visione da appena sveglio.
I capelli erano niente in confronto a quell'orrendo spettacolo a cui aveva assistito qualche minuto dopo. Tette abbinate ad un cazzo finto. Quasi gli risaliva quello che aveva mangiato al buffet. Una tentata -e fallita- riproduzione di Ian al femminile.
L'aveva pregata di levarsi tutto quell'armamentario da tortura e per fortuna lei se ne era sbarazzata. Allora un minimo di buon senso ce l'aveva.
-Lo ami?- "Si cazzo, e dovevo passare la mia vita con lui e non incastrato con te, una cazzo di troia russa che è rimasta incinta e molto probabilmente non di me."
STAI LEGGENDO
Everything went according to plans
FanfictionÈ una rivisitazione della 4x12 giusto perchè volevo andasse a finire così (e anche voi, lo ammetterete). © nosnilyts 2014