Bangers and Mash - parte 1: Gli occhi dell'abbisso

18.5K 747 2.2K
                                    



Louis avvertì una piccola puntura fredda sul braccio, nel momento in cui cominciò a incatenare la bicicletta a un palo della luce. Guardo con apprensione il cielo buio notturno, fitto di nuvole: non si vedeva una stella.

Merda... sta iniziando a piovere.

«Mi scusi, buon uomo... c'è qualche problema al lampione?»

Il cuore di Louis accelerò in pochi secondi i suoi battiti, non appena le sue orecchie percepirono quella voce.

«Ah... aspetta,» proseguì la voce, «ma sei tu! Ti avevo scambiato per un operaio del RWE.»

Louis si girò e fece un sorriso sarcastico a Harry. «Non me l'ha mai fatta nessuno, questa battuta.»

«Se non vuoi che te la facciano, non andare in giro vestito come un operaio del RWE.»

«Quando pedalo di notte metto sempre la pettorina catarifrangente. E tu continua pure a prendermi per il culo.»

«Lo farò senz'altro.»

«Non smetterò di indossarla» ribatté Louis togliendosela.

Harry gli sorrise. «Non mi aspetto che smetti. Lo so che sei un duro.» Gli diede un pugno scherzoso a una spalla. Poi guardò il cielo. «L'hai fatto apposta a venire in bici con la pioggia? Così hai la scusa per restare a dormire da me?»

Louis sospirò. «Non pensavo che piovesse.» In quel momento sentì una seconda goccia. Sulla guancia. Portò una mano al volto per asciugarsi.

«Slega la bici, la mettiamo in garage.» Harry fece strada, mentre Louis riapriva il lucchetto della catena.

La casa di Harry era una piccola villetta a schiera disposta su due piani. C'era un minuscolo giardino, davanti, se giardino si poteva chiamare un rettangolo di prato grande quanto un grosso balcone. Il vialetto d'ingresso al garage, che si trovava sul retro della casa, era posto lateralmente, e divideva l'abitazione da un'altra identica.

«Senti un po'...» disse Louis avvicinandosi con la bici. «Ma mi stavi aspettando alla finestra? Com'è che sei uscito dieci secondi dopo che sono arrivato? Coincidenza?»

Harry fece una smorfia di disappunto. «Ti piacerebbe... No. Era mia madre che stava da mezz'ora a saltellare davanti al balcone. Ma quando arriva? Ma quando arriva?»

«Tua madre?!» Louis lasciò cadere un braccio al fianco. «Ma non doveva essere fuori?»

«Pensi che non ci ho provato a mandarla via?» Harry sollevò la porta ribaltabile del garage, mentre la pioggia rapidamente si intensificava. «Niente. Ti tocca. Ti voleva vedere di persona a tutti i costi. Comunque non ti preoccupare, appena ti ha visto se ne va.»

Louis avrebbe voluto protestare, ma fu distratto dalla vista di una meraviglia macchina rossa all'interno del garage. «Wow!» non riuscì a trattenersi dall'esclamare.

«Wow che?» chiese Harry.

Louis spinse la bici all'interno. «Che macchina stupenda!»

Harry rimase immobile, sbatté un paio di volte le palpebre, poi sospirò. «Ok. Me l'avevi detto che non ci capisci molto di motori, ma non pensavo arrivassi a questo livello.»

«Ma è bellissima!» insisté Louis, osservandola più da vicino. «Cioè, è... non è una Lamborghini, ok, fin lì ci arrivo, ma è bella... è super vintage, sembra uscita da un anime di Toriyama.»

«È una vecchissima Renault 4. Ed è orrenda.»

«Ma no!» Louis appoggiò la bici a una parete, accanto allo scooter di Harry, e posò la pettorina catarifrangente sul sellino. «Mi sembra anche tenuta bene.»

L'ultimo Desiderio - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora