CAPITOLO 1

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"George quanto manca all'ospedale? credo stia per nascere"

"Poco cara, cerca di resistere"

Eccoci qui, tutti e tre in una punto blu metallizzato diretti verso l'ospedale; mia madre sta per partorire e io sono silenziosa, sto sperando con tutto il mio cuore che non sia un maschio. Credo che non sopporterei vedere mio fratello che ci viene strappato via ingiustamente.

"smettila di farti paranoie, sarà di sicuro una femmina" continua a dirmi la mia coscienza, ma io non riesco ad ascoltarla, sono convinta che sarà un maschio.

"Ecco Mara siamo arrivati"

La voce di mio padre mi risveglia dal mio stato di trance, la sua voce mi ha sempre rincuorato, lui c'è sempre stato per me. Da piccola adoravo giocare con il suo ciuffo folto e specchiarmi nei suoi occhi azzurro mare. Ora quello che rimane dell'immagine che mi si proietta in mente non sono che dei capelli diradati,soprattutto verso il centro e degli occhi spenti coperti dalla spessa montatura nera dei suoi occhiali RayBan. Se non lo vedessi da tempo e me  lo trovassi improvvisamente davanti credo che faticherei a riconoscerlo.

"Elisa aiutami ad uscire" questa volta è la voce di mia madre a svegliarmi dal mio secondo stato di trance. Esco svelta dall'abitacolo, mi dirigo verso la sua portiera e la aiuto. La sostengo con il braccio durante il percorso fino all'entrata dell'ospedale, e nel mentre mi giro per guardare il suo profilo, noto le ciglia nere e lunghe che contornano due occhi grandi e neri come i miei, subito dopo trovo la piccola gobba sul naso, altra caratteristica che ci accomuna, con la differenza che la mia è leggermente più accentuata. Proseguendo con lo sguardo arrivo alle labbra carnose, al contrario delle mie. Sorrido nel vedere che anche se di corsa mia madre non ha rinunciato al suo immancabile rossetto rosso neppure per venire a partorire; lei ci tiene molto al suo aspetto, e infatti devo dire che nonostante non sia più proprio una ragazza, le sue attenzioni per la cura personale hanno dato buoni frutti, infatti lei è invecchiata molto meglio di papà.

In tutto questo, sembro rendermi conto solo ora dell'età dei miei genitori, e di quanto sia stata improbabile la gravidanza di mia madre. Subito un'altro pensiero mi attanaglia la mente "e se nascesse disabile?" cerco di non pensarci e continuo per i pochi metri che ci separano dall'entrata.

"Elisa aspetta un attimo, non mi sento molto bene" non faccio neanche tempo a girarmi verso a mia madre che lei cade violentemente per terra.

Io rimango immobile mentre mio padre corre a chiedere aiuto. Dopo qualche secondo arrivano i paramedici che caricano mia madre su una barella e la portano di corsa all'interno dell'edificio.

Una volta entrati io e mio padre ci andiamo a sedere nella sala d'aspetto. Non passano neanche cinque minuti che un chirurgo si presenta e ci comunica che dalle radiografie è risultato che il bambino ha il cordone ombelicale attorno al collo ed è quindi impossibile farlo nascere senza un parto cesario. Lo interrompo di colpo "B..bambino? quindi è un maschio?"

Il chirurgo mi guarda infastidito e poi replica "dalla radiografia non siamo riusciti ad evincere il suo sesso. In ogni caso bisogna portarla subito in sala operatoria" detto ciò se ne va con fare scorbutico. Oltre ai modi burberi ho notato anche gli occhi del chirurgo, erano di un verde intenso, sembravano proprio quelli di un lupo mannaro, ci mancava solo questa. Immersa nei miei pensieri sento una mano stringermi l'avambraccio, è mio padre che mi accompagna nuovamente verso le sedie della sala d'attesa. 

Iniziano così ore di attesa estenuante.

IL NUOVO MONDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora