CAPITOLO 2

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Finalmente dopo tre ore di attesa estenuante vediamo il chirurgo dirigersi verso di noi. Mio padre scatta immediatamente in piedi "Mia moglie come sta? Il bambino è nato sano? Voglio vederli!"

"Signore si calmi" replica seccato il chirurgo  "finirà per farmi venire un esaurimento nervoso, sua moglie sta bene, vostro figlio è nato ma per il momento non possono ricevere visite"

"FIglio? E' un maschio?" mi intrometto io.

"Eh già signorina, la cosa la rattrista per caso?" dice guardandomi con fare altezzoso. Io non rispondo e mentre sto in silenzio posso notare una specie di ghigno formarsi sul suo viso.

A rompere il silenzio è la voce di mio padre:"Non ci penso proprio, io voglio vederli ad ogni costo"

"Va bene George, se insisti così tanto potrai vederli, ma dal vetro della loro stanza, è meglio se non vengono a contatto con altre persone per un po'"

Aspetta, George? Si conoscono per caso? 

"Fantastico Marco, in che stanza sono?"

"345"

Mio padre mi trascina verso le scale per arrivare da mia madre e mio fratello. Dopo qualche minuto e una cinquantina di scalini arriviamo davanti alla porta della stanza,notiamo che lì vicino c'è una vetrata che permette di vedere all'interno così sia io che mio padre ci affacciamo.

Mia madre è distesa sul letto, sembra stia dormendo, il suo respiro è così lieve che se non fosse per i "bip" emessi dal saturimetro sembrerebbe morta. Alla sua destra c'è una culla in plastica con all'interno il mio fratellino. Attaccato alla culla c'è un foglietto con scritto "io sono..." deve essere quello per il nome. 

"Luca" sussurra mio padre quasi come mi avesse letto nel pensiero "si chiamerà Luca" continua 

"Ottima scelta papà, ma sei sicuro che piacerà alla mamma'"

"Sì certo, ne avevamo già parlato, abbiamo deciso che se fosse stata una femmina la avremmo chiamata Veronica e se fosse stato maschio Luca"

"Ok, perfetto"

La nostra attenzione viene attirata dall'improvviso pianto di Luca, anche nostra madre viene svegliata dal suo pianto e si alza lentamente dirigendosi verso la culla per poi prenderlo in braccio. Sembra non averci nemmeno notato, mio padre batte leggermente il pugno sul vetro sorridendo,attirando così l'attenzione di mia madre che ci guarda inarcando flebilmente i bordi della bocca verso l'alto, non sembra stare per niente bene. Intanto Luca ha smesso di piangere, cullato tra le braccia della mamma, quanto vorrei essere anche io così piccola da poter essere tenuta in braccio e sentirmi protetta. Quanto vorrei ritornare a quand'ero piccola, quando i problemi non esistevano e tutto si superava con uno schiocco di dita.

"Elisa io vado un attimo in bagno" dice improvvisamente mio papà.

"Va bene" rispondo io.

Mentre si allontana mia madre si avvicina a me con Luca in braccio, ha lo sguardo spento ma cerca comunque di sorridere. Mi mostra Luca, ha tantissimi capelli neri, la pelle olivastra e un piccolo nasino. Mentre sto ammirando mio fratello sento dei passi pesanti provenire dal corridoio, mi sale l'ansia, non riesco a capire cosa stia succedendo, sembrano quasi rumori di zampe, non può essere.

Tengo lo sguardo fisso sulla fine del corridoio e quando vedo a chi appartengono quei passi capisco subito, sono venuti per mio fratello. Un branco di lupi è seguito da un gruppo di vampiri, si stanno dirigendo verso la porta della camera 345; negli occhi del capo branco riconosco quelli verdi del chirurgo, lo sapevo.

Si stanno avvicinando a passo spedito alla stanza, cerco di fermarli ma vengo scaraventata addosso al muro da un vampiro, non riesco a rialzarmi, la testa mi fa male e non sento più le gambe. Riesco solo a vedere ciò che succede, li vedo buttare giù la porta, il branco di lupi entra nella stanza e dopo poco vedo il chirurgo uscire con Luca in braccio. Sento mia madre urlare e poi un tonfo sordo, credo l'abbiano spinta a terra. Subito dopo che il chirurgo mi passa vicino dirigendosi verso il suo branco mi sento prendere in malo modo, cerco di divincolarmi ma è tutto inutile, stanno prendendo anche me. Mi abbandono al mio destino mentre sento le urla di dolore di mia madre e la voce di mio padre che chiama il mio nome.

IL NUOVO MONDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora