PROLOGO
Era notte, e il gelo di quella serata portava con sé molti problemi. La neve era talmente tanto alta che molti animali ne subivano le conseguenze in maniera decisamente drammatica, perché la morte era questo giusto? Un avvenimento che dovrebbe far star male.
Una piccola volpe di un rossiccio intenso era assieme ad una sua simile molto più grande di lei. Insieme erano accucciate all’interno della conca di un albero. La madre continuava a dare alla figlia delle leccate con abbastanza vigore, nel tentativo di evitare che la cucciola potesse prendere freddo, e quindi di conseguenza ammalarsi. La neve aveva coperto quasi completamente l’uscita dall'albero, perciò rimanere vigili era di vitale importanza. «M-Mamma, ho fame…». La vocina della cucciola era tremolante, e la fame di essa era sempre maggiore. La madre era davvero dispiaciuta. Non aveva trovato prede per via della bufera, e se avesse lasciato la figlia sola in quella “tana” era sicura che non sarebbe sopravvissuta al gelo. «Non… non posso andare a prendere nulla da mangiare tesoro, mi… m-mi dispiace…» Lo sguardo della madre si stava ricoprendo di lacrime. Vedere la propria figlia in quelle condizioni, così debole e affamata le fece terribilmente male. La piccola, oltre a percepire lo sconforto della madre, notò anche le gocce d’acqua scendere dal suo volto. Non ci volle molto affinché un senso di dispiacere non iniziò a pervaderla. «N-Non piangere mamma» disse la piccolina alzando il muso nel tentativo di toccare quello di lei «Posso r-resistere! Mi b-basta il tuo calduccio e qualche storia, l-lo sai che mi piacciono tanto…!». La figlia diede alla madre qualche leccata affettuosa sul suo muso, mostrandole il proprio amore. «D’accordo piccola mia, direi proprio che te la sei meritata…!» disse leccandole il capo.
La cucciola si accoccolò per bene nel pelo caldo della madre, e non appena si posizionò per bene diede ad essa una piccola spinta con le zampe, così da incitarla a raccontarle la storia. «Dai mamma, racconta racconta...!» La piccola non stava più nella pelle. Adorava i racconti che la madre le proponeva quando era giù di morale. «Quale ti piacerebbe sent-» «Quella fra te e papà!» la interruppe la cucciola piuttosto velocemente. «Ok, va bene, ma calmati tesoro. In realtà non credo tu sia pronta… ma però credo che in realtà, con il tuo carattere, possa reggere un simile racconto..!» guardava la figlia con un misto di tristezza e di compassione. Le dispiaceva vederla senza la sua figura paterna, soprattutto perché la volpina ha sempre desiderato averne uno. La piccola, accoccolandosi alla madre, con gli occhi che le brillano di una gioia inesauribile, incominciò ad ascoltare. «Saranno passate lune da quel giorno….» Mentre era intenta a narrare, appena ne aveva l’opportunità leccava il manto della propria figlia, per mantenere in lei una temperatura corporea adeguata per resistere alla neve e al freddo. «Era un periodo nel quale i bipedi, assieme ai loro cani, davano la caccia alle prede della foresta.» la piccola rabbrividì, ma lasciò continuare alla madre la sua storia più profonda, spinta ormai dalla curiosità. «Un giorno, mi ritrovai a dover scappare da uno di questi cacciatori, e per sopravvivere dovetti nascondermi all'interno del tronco di un albero caduto al suolo, probabilmente per via di qualche bufera di qualche settimana prima. Quando vi entrai, di violenza mi venne in contro qualcuno. Inizialmente mi spaventai, pensando fosse il cane del Bipede, ma poi sentii provenire dalla bocca dell'animale davanti a me parole di rassicurazione. Notai che in realtà era una volpe anche lui, e che quindi probabilmente stava anche lui scappando da un cacciatore.» Sul volto della madre si poteva intravedere un profondo sentimento di nostalgia. «M-Ma il cacciatore?» chiese la piccola con gli occhi spalancati dalla paura «Beh, se ne andò… ma nonostante tutto io e lui rimanemmo lì, a parlare per ore ed ore, fino a quando…» «…Fino a quando cosa?? Daii voglio saperlo!» nonostante le paure della gatta, sul muso della madre era evidente il viso sorridente e un po’ imbarazzato di qualcuno che era felice di rivivere nella propria testa un momento così magico. «…Fino a quando non mi baciò..!» La madre divenne rossa, e la cucciola scoppiò a ridere. «Pffahahah! Mamma è imbarazzata!» «S-Smettila..!» Nel vederla ridere, però, la madre non poté far diversamente. Era felice di vederla positiva in quella situazione, ed esser riuscita a farla ridere era il regalo più bello che potesse ricevere in un momento come quello. La madre continuò, raccontandole tutte le follie che lei e suo padre fecero da giovani, fino… «…Un giorno però, tornarono i Bipedi, e insieme a loro pure i loro cagnacci da compagnia. Io ero incinta di te, e per me non era facile muovermi. Quando arrivarono vicini alla nostra tana, tuo padre decise di fare l'idiota, facendo da esca per allontanarli.» Fu un attimo. Il volto di colei che in quel momento era intenta a narrare, si rigò con le sue stesse lacrime, per via di quel ricordo assai straziante. «Se quell’incosciente non si fosse mosso dal nostro rifugio, a quest'ora sarebbe ancora vivo…» nel vederla così, la piccola non poté non fare nulla «N-Non piangere mamma…» anche il volto della piccola si rigò delle stesse gocce d'acqua della madre «P-Papà voleva salvarti. È… È STATO CORAGGIOSISSIMO!» La madre, nonostante fece un po’ di fatica, riuscì ad uscire da quel vortice di tristezza nel vederla gridare. «Hai ragione…» strinse la figlia a sé. La volpina riprese subito a parlare «Senza il suo sacrificio non saresti qua a raccontarmi di quanto Papà fosse incredibile!» Era strano come la figlia fosse così brava a parlare alla madre, nonostante la sua tenera età. «Hai ragione! Tuo padre era incredibile, ed è riuscito a donarmi la cosa più bella del mondo…» «Uuh, è cos’è???» Rimase in silenzio qualche secondo, per poi risponderle con una tenera leccata sul muso «Sei tu sciocchina…!». Gli occhi della volpina si illuminarono per la gioia. Sentirsi così importante la fece fremere di eccitazione. «E la sai una cosa?» disse la madre con un tono molto dolce «Che cosa???» rispose a sua volta la cucciola
«Tuo padre ci teneva molto che tu ti chiamassi Terra…!».______________
Yeeh, evviva la non originalità..... (non pensavo che per fare sto progetto ci avrei impiegato così tanto... bah, forse non ne vale davvero la pena--)