(Ispirata in parte da Demons degli Imagine Dragons)
Theo non stava bene. Liam se ne rendeva conto, ma certamente non poteva andare da lui e chiedere "Cosa c'è che non va?"; non poteva, vero? Non era un suo problema, non era ciò di cui parlavano, non erano abbastanza vicini. O forse sì? Non sapeva più neppure lui in quale relazione fossero. Cosa volevano dire gli sguardi prolungati, gli occhi che andavano a cercare l'altro prima di prendere una qualsiasi decisione? L'allenarsi a combattere insieme e trovarsi così sincronizzati? Theo che correva sempre in suo aiuto e l'ansia che veniva a Liam al pensiero di Theo in missione da solo? Avere bisogno del suo consiglio ogni qualsivoglia volta che c'era un piano da organizzare? Essere l'unico a credere totalmente al cambiamento di Theo? Erano amici? Conoscenti? Protettori? Ancore?
Liam sapeva che la sua relazione con Theo era differente da quella del resto del branco, ma non aveva la più pallida idea di come categorizzarla.
Essendo perciò così vicino a Theo, si accorse immediatamente quando il suo battito cardiaco aumentò entrando nella riserva dove Scott aveva detto loro di fare la guardia a quelli che potevano essere i cacciatori rimasti della Monroe, accampati lì da qualche giorno. Liam alzò le sopracciglia guardando verso Theo. <Che succede? Hai sentito qualcosa?>
Theo calmò rapidamente le sue funzioni vitali, battito e respiro, abituato com'era a non mostrare mai i suoi veri pensieri e le sue emozioni. <No, niente. Vai avanti.> Questa sua facciata dura a volte sembrava però cadere di fronte a Liam - per poi essere ricostruita in pochi secondi, come se si fosse già pentito di aver mostrato così tanto di lui senza cautela.
Liam annusò nell'aria un misto di tristezza e paura, ma lasciò correre, aspettando un momento migliore per aprirsi un varco tra le mura di Theo.
Continuarono a muoversi fino al posto stabilito per poter controllare da una distanza di sicurezza le persone accampate, una zona non troppo lontana dal posto in cui aveva parlato con Theo la prima volta, quando aveva seguito il suo odore fino al ponte dove aveva ucciso sua sorella; ora come allora continuava a pensare che Theo avesse un buon odore. Si accorse dall'anomala rigidità di Theo, ma la classificò come attenzione e prontezza allo scontro. Ma poteva essere anche semplice stanchezza, data la missione di ricognizione da cui Theo era tornato appena la sera precedente.
<Faccio io il primo turno -si offrì Liam-, così puoi riposarti.> Aggiunse pentendosene subito dopo; ogni volta che cercava di far capire a Theo che si accorgeva dei suoi cambiamenti e che gli importava come stesse, il ragazzo più grande si richiudeva a riccio.
Theo lo fissò per alcuni secondi, poi annuì una volta. <Come vuoi.> Disse sedendosi contro un albero.
Liam ruotò gli occhi al cielo. <Grazie, Liam.> Disse alzando la voce di un'ottava. <Non c'è di che, Theo.> Si rispose con la sua voce.
Theo chiuse gli occhi e appoggiò la testa contro il tronco. <Se vuoi davvero farmi un favore, chiudi il becco.> Liam sbuffò ma si appoggiò contro un albero poco lontano, prendendo fuori il telefono dalla tasca per intrattenersi.
Perché gli importava tanto di come si sentisse Theo, si chiese Liam mentre scorreva tra i post di Instagram. Perché al pensiero che potesse stare male gli occhi gli si riempivano di lacrime? Era perché si sentiva in debito per tutte le volte che lo aveva salvato, vero? Non poteva essere che gli importasse fino a quel punto di Theo. Come avrebbe potuto dopo tutto il dolore che aveva fatto passare a lui e al suo branco? Ma non poteva mentire a se stesso sul fatto che Theo era senza dubbio la sua ancora. Forse Theo non lo sapeva neanche, o se n'era accorto e pensava fosse disgustoso. L'unica altra persona che potesse essere considerata la sua ancora era stata Hayden, ma la cosa era diversa. Aveva amato Hayden, ma questo non implicava che lei diventasse la sua ancora, ma il discorso valeva anche all'inverso? Sarebbe finito ad amare la sua ancora? Cosa provava per Theo?