capitolo due

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Hermione pov
-tesoro! Amore, sveglia. È pronta la colazione. - Hermione scuoteva leggermente Ronald con una mano su una spalla mentre con l'altra gli accarezzava dolcemente i lucidi capelli rossi. Ron dormiva profondamente ,in modo scomposto , abbracciato al cuscino con la bocca mezza aperta da cui usciva un po' di bavetta e con indosso una maglietta a canottiera rossa con lo stemma della squadra di Quidditch di Grifondoro. In retaggio di quando frequentava la scuola. Piano piano il ragazzo si riscosse leggermente..
- ma prima...-afferrò Hermione , che intanto stava piegando i vestiti abbandonati sulla sedia accanto al letto, per un braccio e la buttò sul letto mettendosi sopra di lei a quattro zampe e cominciando a riempire di baci il collo.
-dai Ron, smettila.. scendiamo che è tardi- disse con un leggero sorriso sulle labbra ma scostandolo leggermente.
-ok.. come vuoi-e scese dal letto infilandosi le pantofole marroni infeltrite. Si voltò dandole un leggero bacio e scese per la colazione. Hermione, rimasta sola nella stanza, andò alla finestra. La aprì e si appoggiò al davanzale di legno bucherellato dai tarli. Respirò profondamente la fredda aria di dicembre e lasciò vagare il suo sguardo sugli alberi e le colline che circondavano la Tana. La neve cadeva leggera dal cielo e per un momento le sembrò di essere tornata nella Torre di Astronomia. Quando era una studentessa andava lì spesso; era un luogo che le donava pace e dove la vista del profondo Lago Nero la aiutava a riordinare i pensieri. Le mancava molto Hoghwarts,le sue freddo pareti di pietra, i fantasmi che vagolavano lamentosi per i sotterranei, il profumo dei libri quando entrava in biblioteca , la fresca rugiada che le toccava la pelle quando si estendeva sull'erba nelle fresche mattine primaverili... aveva una terribile nostalgia di tutto questo ma se fosse ritornata lì era sicura che non avrebbe più trovato la stessa scuola pronta ad accoglierla. All'apparenza,magari, poteva sembrare immutata ma l'anima delle scuola non era più la stessa. La guerra l'aveva resa sfondo di immagini di morte e distruzione di sé stessa. Erano vividi nella sua mente i morti che giacevano bianchi e freddi ai lati del corridoi, i maghi e le streghe che si contorcevano in preda alla disperazione mentre i dissennatori gli portavano via i ricordi più cari. Ricordava gli ululati agghiaccianti dei mannari provenienti dalla foresta e i sibili dei vampiri che, come ombre, strisciavano alle spalle affamati e impietosi mentre la notte diventava sempre più fredda e cupa, dove anche le stelle sembravano meno luminose e la luna sembrava star lì solo per incitare la creature notturne a mietere vittime. Ricordava la paura negli occhi dei suoi amici e dei professori. Poi la morte di Fred. La famiglia Weasley ne era rimasta distrutta. Dopo il funerale George aveva venduto il negozio di scherzi e con il denaro ottenuto aveva ricostruito la Tana distrutta dalla Lestrenge.
Aveva trovato, grazie ad Hermione, lavoro al ministero come Auror e un appartamento a Diagon Alley. Harry e Ginny erano andati a vivere insieme a Londra dopo aver trovato lavoro lui come Auror e lei come cercatrice alle nazionali di Quidditch britanniche. Arthur e Molly erano sempre gli stessi solo con un velo in più di tristezza negli occhi. In tutti quegli anni non erano cambiati solo i magnifici pranzi della signora Weasley; sempre abbondanti e deliziosi.
Anche lei si sentiva molto cambiato in seguito alla guerra. Era maturata ed era diventata a tutti gli effetti una donna. Si era fidanzata con Ronald ma, benché lui volesse, non aveva intenzione di andare a vivere con lui. Amava troppo sia la sua indipendenza sia la sua casa che il suo lavoro. Esso le era stato concesso grazie all'influenza della McGranitt ed era riuscita ad entrare alla Gringott come direttore generale dell' U.A.B.R.B ( ufficio affari bancari in relazione a banche babbane). Diciamo che gestiva i rapporti della banca con il mondo babbano. Era un impiego che le permetteva di avere una posizione straordinariamente rispettabile nel mondo dei maghi. Le permetteva di viaggiare molto per mantenere saldi i rapporti con le filiali sparse per tutta l'Inghilterra e a lei questo piaceva non poco. Credeva che le facesse bene cambiare aria ogni tanto. Ronald, al contrario, era un pantofolaio che non viaggiava volentieri. Era impiegato al ministero nelle sezione dei manufatti babbani capeggiato dal padre. Era stato proprio Arthur a trovargli quell'incarico dopo il rifiuto del figlio alla carica di auror offertagli dal ministero come encomio per la guerra.
Hermione poteva dire di essere ragionevolmente felice con lui. Non appagata ma felice.
Venne riscossa dal bussare alla porta..
-avanti-
- ehi, Herm!-
-giorno Ginny. Dormito bene?-
-si. Sono venuta a chiamarti per la colazione. Dopo scartiamo i regali.-
-scendo subito. Il tempo di indossare qualcosa di più pesante. -
-ok. Ti aspetto giù- e richiuse la porta. Hermione guardò un'ultima volta il turbinio della neve e poi richiuse i vetri. Si infilò un maglioncino e scese in cucina.

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