0.4 | 생일

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C O M P L E A N N O

Quando sciogliesti l'abbraccio, la mia prima reazione fu tremare dall'improvviso soffio gelido del vento che mi sorprese. Dopotutto, avevo solo il mio sottile pigiama.

Notandolo, avvolsi teneramente un braccio attorno al mio corpo tremante, portandomi vicina a te.

Il mio corpo smise di rabbrividire, ma il mio cuore sobbalzava ancora.

"Dai, idiota, avresti dovuto indossare una giacca o qualcos'altro" dissi con tono preoccupato.

"Beh, vedi, un altro idiota continuava a lanciare sassolini alla mia finestra" ti provocai, mentre dolcemente mi stavi guidando guidando verso la panchina sul lato del giardino.

Sghignazzasti teneramente alle mie parole - e il suono mi fece venire voglia di imbottigliare la tua risata e ubriacarmi con essa tutte le notti.

"Touché. Ma avrei potuto comunque scalare la tua finestra, lo sai."

Quando ci sedemmo sulla panchina, iniziasti a rovistare dentro la tua borsa di plastica e a preparare qualcosa che non riuscii a capire, perciò mi rassegnai.

Il cielo non era più una cavità oscura e profonda di stelle; potevo vedere gradualmente il salire della sfumatura bluastra, che portava con sé la promessa di un nuovo giorno. Era anche silenzioso. Qui nel giardino, era come se l'aria intorno a noi fosse calma. Una bolla spaziale, che consisteva solo in noi.

Ti guardai, tracciando con precisione il tuo profilo, familiare come il palmo della mia mano.

Poi c'erano i tuoi capelli biondi, caotici e sbalottati; le tue labbra leggermente paffute, di cui mi sono sempre domandata che sentimento avrei potuto provare a baciarle, i tuoi stupendi occhi, contenenti tutti segreti delle stelle del cielo.

"Sorpresa!"

Abbassai lo sguardo verso le tue mani tese e, sospirai incantata.

Stavi tenendo un piccolo cupcake al cioccolato - il mio dolce preferito, dalla pasticceria infondo alla strada. Sopra era fissata una singola candela accesa.

Ti sorrisi felicemente, toccata ad tuo gesto. "Jimin..." sospirai reggendo delicatamente il cupcake.

Avevi il sorriso più luminoso della candela, quando mi dicesti di esprimere un desiderio.

Lo feci; ti desiderai.

"Buon compleannp Eun-Byul" mi dicesti, con un'espressione raggiante. Allungasti le tue mani per trovare le mie "Grazie per essermi vicina. Grazie per essere la mia migliore amica. Grazie per essere la mia stella."

E poi, senza nessun avviso, ti avvicinasti e mi baciasti la guancia, con le tue labbra pericolosamente vicine alle mie.

Fu un tocco leggero, come una piuma - simile a un battito delle ali di una farfalla o allo sfioramento di un panno di seta contro la mia pelle. E dopo un secono, c'è quello successivo.

Ma mi lasciò talmente frastornata e confusa, che fece esplodere il mio petto con dei fuochi d'artificio - persino quando le tue parole "migiore amica" continuavano a colpire il mio cuore.

Forse non avresti dovuto baciarmi quel giorno, nonostante fosse stato solo un gesto privo di significato per te. Forse avrei dovuto esserne maggiormente consapevole, invcece di continuare a sperare che tu prendessi il controllo.

Ma a quel tempo non conoscevo niente, così rimanemmo beatemente seduti, due ragazzi diciottenni e una panca di legno consumato, parlando del più e del meno, mentre lentamente l'alba si mostrava sopra di noi.

Unrequited || Jimin (ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora