Rebecca.

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-Mamma ti prego non voglio tornare a scuola!-disse Rebecca disperata.

-Dai su Reby-come la chiamava affettuosamente la madre-non lamentarti tanto!Potrai finalmente rivedere le tue compagne,non sei felice?

-No mamma ma che dici?! Io non le sopporto quelle brutte cornacchie,spero che il panettone gli sia andato di traverso,a tutte!

-Reby non dire queste cattiverie-esclamò la madre Sara.          

Così Rebecca finì la cena e si ritirò subito nella sua stanza.

Era l'ultimo giorno di vacanze Natalizie e non aveva ancora terminato i compiti,però era troppo stanca per farli.Si sdraiò sul letto,la luce delle stelle che poteva vedere dalla finestra,le illuminava i suoi splendidi occhi marroni.Era una bella ragazza,alta mediamente e magra,troppo a detta della madre. I suoi capelli erano l'unico pregio che vedeva in se stessa:lunghi e ricci,con i boccoli di color castano e un sorriso perfetto.Lei quel sorriso lo odiava:quelle stelline argentate le illuminavano i denti e quando sorrideva,delle fossette le costellavano le gote.La sua pelle da tredicenne non era perfetta,aveva alcuni segni di acne ma Rebecca era comunque una ragazza solare.Nonostante la sua età,non pensava ai ragazzi come tutte le sue coetanee ma piuttosto amava troppo gli animali.Tre anni prima,infatti,aveva trovato,nel bel mezzo della strada,un cucciolo di bastardino:era tutto sporco e con una zampa mancante;il pelo era di un color cioccolato,tanto che Rebecca lo chiamò Cioccolatino.Alcuni anni prima aveva avuto anche un gatto,Merlino,che però venne investito tragicamente da un ubriaco che stava quasi per ferire anche lei.Dopo la sua perdita,Rebecca cambiò drasticamente e la madre non riuscì a capire quali fossero le ragioni,ma alcuni anni dopo,dedusse che la scomparsa del suo amato gatto ne fosse stata la causa.Rebecca fino all'età di undici anni,era sempre stata una bambina estroversa,vivace e ottimista ma dopo la morte di Merlino era diventata tutto l'opposto.Aveva perso tutte le sue amichette e se ne stava sempre nella sua camera,a dormire.Rebecca era diventata           diversa,ma Sara in quel periodo era troppo presa dal divorzio col marito per accorgersene.Così la ragazza tenne tutto dentro di sè e da quel momento in poi,ogni volta che avrebbe avuto un dolore o un motivo per essere triste,era suo solito non confidarsi con la madre ma piuttosto reprimere tutto ciò che provava.Sara era consapevole che il divorzio non sarebbe stato facile per la figlia,poichè quando l'ex marito viveva con loro,non aveva mai curato molto la figlia,ma,al contrario,la maltrattava e la trascurava,così come trascurava la madre.Il motivo del divorzio era stato principalmente quello.Rebecca di anno in anno diventò sempre più fragile,ma la sua fragilità riusciva comunque a nasconderla bene dietro un sorriso e una risata,che era aveva un sapore amaro più che dolce.Ora se ne stava sdraiata sul suo letto e pensava;era una ragazza molto pensierosa e sempre piena di sogni,idee ma soprattutto speranze:fin dall'età di 10 anni,aveva sempre sperato che qualcuno si accorgesse di lei,ma quel qualcuno non l'aveva ancora incontrato.Avrebbe tanto voluto viaggiare e scomparire da là:voleva le vacanze estive,per non rivedere tutti i suoi compagni di classe che proprio non sopportava.All'inizio li erano anche simpatici,ma da quando avevano iniziato a schernirla e a offenderla,non li sopportava                proprio.Così da quel momento in poi,fu esclusa da qualsiasi attività e in fondo,non le importava molto perchè quello era l'ultimo dei suoi pensieri.Avrebbe tanto voluto trasferirsi in Australia,dove era nata,ma si sarebbe anche accontentata di una vacanza che durerebbe solo tutta la sua vita;però ogni estate le toccava andare in vacanza dal padre,almeno un mese.Ma lei,quel padre,lo odiava:una volta,la madre era partita per un viaggio di lavoro e lei era andata normalmente alla scuola elementare,ma all'uscita non trovò nessuno che l'aspettasse,così dopo aver atteso più di un'ora davanti al cancello,decise di incamminarsi verso casa.Ma Rebecca,che aveva solo 6 anni,si perse tra le tante stradine e tutti quei vicoli che circondavano l'istituto,quindi iniziò a piangere e a provare paura poichè iniziava a imbrunire.Però dopo alcuni minuti,una donna le si avvicinò e dolcemente le chiese se si fosse persa.Rebecca non rispose perchè Sara le aveva sempre insegnato a non dar retta agli sconosciuti,ma dopo un minuto di attesa,che a lei sembrò durare eterno,decise di risponderle:

-Frequento la scuola quì vicino ma mio padre non è venuto a prendermi.Io mi sono incamminata ma mi sono persa.

Innamorata di un angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora