Trasferirsi a Los Angeles era stata una delle scelte migliori che avesse mai fatto in vita sua. Darin non ci aveva pensato su due volte, quando l'avvocato Peterson gli aveva proposto di prendere parte dello studio legale Mills a Los Angels. Tra l'atro uno degli studi più importanti del paese. Darin finalmente poté vedere il proprio sogno realizzarsi, lasciare il Sud Dakota era stata la giusta decisione, non c'era nessuno che lo trattenesse, se non la sua famiglia e vecchie delusioni passate. Era sempre stato un tipo molto ambizioso e stacanovista, amava quello che faceva e dava sempre il massimo.
Viveva nella città californiana da più o meno un anno, ed il lavoro che svolgeva lo gratificava molto, del resto come ogni cosa in cui si cimentasse Darin ci metteva sempre il doppio dell'impegno, cercando di raggiungere sempre i suoi obbiettivi con costanza e dedizione, trascurando il divertimento. Nonostante avesse ventinove anni non si negava un po' di divertimento, anche se qualche volta costretto da Ian , suo collega di lavoro nonché amico. Ian era completamente il suo opposto, se di mattina era dedito al suo lavoro, di sera diventava un festaiolo, in lui aveva trovato un ottimo amico.
"Ehi gran lavoratore, hai finito?" lo ridestò dai suoi pensieri proprio quest'ultimo.
"Devo solo spedire questo documento all'avvocato Mills "
"Ci sei per una birra stasera? Ci saranno anche Liz e Josh"
"Ian sono davvero stanco"
"Oh andiamo, sei stato rintanato tutto il giorno qui dentro, e poi ho qualcuno da presentarti"
"Dio Ian....ancora con la storia del trovarmi qualcuno, l'ultimo era completamente pazzo, ma dove li peschi...?"
"È che è troppo divertente vederti in imbarazzo e poi non ti fa male conoscere qualche uomo"
"Stronzo. Comunque passo sono esausto"
"Torneremo presto promesso, e poi potresti incontrare l'uomo della tua vita"
"Dubito io possa trovarlo dopo tutti i casi umani che mi appioppi" vide Ian sorridere.
"Ti aspetto giù"
Torneremo presto un corno, sapeva che quando si trattava di Ian non c'era da fidarsi, erano l'una passate ed il pub che frequentavano spesso era pieno di persone e sopratutto ragazzini che andavano ad ubriacarsi. Era esausto avrebbe solo voluto togliersi il completo da lavoro , indossare qualcosa di comodo e dormire.
Ian impegnato in una conversazione con un uomo molto attraente che aveva conosciuto,Liz e Josh si scambiavano dolci effusioni, mentre lui povero uomo solo si guardava in torno sorseggiando la sua birra. Darin non era mai stato attratto da tutto quel rumore era sempre stato un tipo che preferiva la tranquillità , leggere un buon libro o guardare un film, insomma sapeva di essere un tipo abbastanza noioso.
"Come mai tutto solo?" Darin distolse l'attenzione che prima volgeva al centro del pub , per rivolgerla verso lo sconosciuto.
Un ragazzo a cui Darin avrebbe dato massimo ventidue anni era poggiato di fianco a lui, molto attraente, alto e ben piazzato, scommetteva che sotto quella maglietta ci fosse davvero un gran vedere.
"Non sono solo, sono con amici" rispose acido.
"Beh i tuoi amici se la stanno spassando, tu invece sei qui tutto solo" gli sorrise.
"A te che importa"
"Mi andava di parlare particolarmente con te, sai mi accertavo che ti stessi annoiando."
Darin pensò che fosse uno scherzo, andiamo quel ragazzino stava flirtando con lui, doveva esserci per forza qualcosa sotto, qualche scommessa con qualche amico, ne aveva viste di ogni fra ragazzi quando frequentava il college.
"Non mi sembra di aver chiesto la tua compagnia e non mi sto annoiando"
"Sei sempre così acido con le persone che appena conosci?"
"No. Ma tu mi stai particolarmente infastidendo quindi me ne andrò" gli disse guardandolo negli occhi ma l'altro sembrò molto divertito da quella situazione perciò gli sorrise.
"Peccato di solito sono di ottima compagnia" gli sorrise il biondo.
"Magari ti sbagli, sembri più uno che infastidisce"
"Ma davvero? Eppure non si direbbe sei qui che continui a parlare con me" si avvicinò quello.
"Beh mi dispiace ma adesso devo andare"
"Ci si vede" urlò il biondo per sovrastare il vociare, ma Darin fece finta di non sentire raggiungendo il suo tavolo.
Darin tornò nel proprio appartamento che era ormai notte fonda, non si sarebbe più fidato di Ian lo aveva praticamente raggirato e poi ribolliva ancora di rabbia per come quel ragazzo si fosse preso così tanta confidenza, non ci diede tanto peso, il sonno sovrastò tutti quei pensieri, non vedeva l'ora di gettarsi nel suo comodo letto ignorando il fatto che avrebbe dovuto svegliarsi di li a poche ore e che avrebbe avuto un'aspetto orribile.
Lavorare in un importante studio era gratificante quanto stancante, ogni giorno la sua scrivania si riempiva sempre di più di carte, prima o poi ne sarebbe stato sommerso. Quella mattina sembrava uno zombie, aveva bevuto già due caffè ed erano solo le undici, sospirò concentrandosi sulla causa di divorzio alla quale stava lavorando da settimane.
"Darin l'avvocato Mills ti vuole nel suo studio". Laura la sua segretaria fece ingresso nel suo studio.
"Grazie Laura. Ti dispiace ordinarmi il pranzo, oggi mangio qui."
"Certo avvocato."
Chissà per quale motivo il grande capo lo avesse convocato, ammirava davvero tanto l'avvocato Mills, era uno dei più importanti del paese, conosciuto a Los Angeles per aver vinto un importante causa con un pezzo grosso della politica e si vociferava che ci fosse una candidatura come sindaco, Darin era molto orgoglioso di poter lavorare per uno come lui, e soprattutto apprendere.
"Avvocato Mills buongiorno, mi cercava?" Darin fece ingresso nel grande studio situato all'ultimo piano dove dalle vetrate si ammirava tutta Los Angeles.
"O'Connel eccoti, accomodati. Come vanno le cose? So che la settimana scorsa hai vinto una causa molto importante"
"Grazie, mi dedico sempre anima e corpo al mio lavoro"
"È questo che noi cerchiamo nei nostri avvocati ed è per questo che ti ho scelto. Ma veniamo a noi, sei qui perché ho bisogno che tu mi faccia un favore."
"Certo, qualsiasi cosa"
"Mio figlio, frequenta il college qui a Los Angeles, il rettore mi ha chiamato dicendomi che più volte è stato sorpreso a organizzare festini, l'ultima cosa che quell'ingrato ha fatto è stato fumare erba. Il rettore voleva espellerlo, ma sono riuscito a persuaderlo perché lo conosco , ma non ammetterà altri errori."
"Non credo di capire signore"
"Voglio che si rimetta in riga, siccome Laura la tua segretaria andrà in maternità la settimana prossima, nel mentre che troverai una sostitua, per questi tre mesi voglio che sia mio figlio."
"Ma signore..." Darin era molto contrariato da quella scelta, insomma avrebbe dovuto fare da balia ad un ragazzino ribelle.
"Non voglio che rovini il nome della mia famiglia, con quelle stronzate. Quindi per un breve periodo sarà qui, avrà modo di poter rinsavire è ora che abbia una lezione."
"Certo avvocato".
Ingiusta, ecco cosa era la sua vita, non solo avrebbe dovuto passare un intera estate in studio perché il caso Loyd che stava seguendo si proiettava per le lunghe ma addirittura fare da baby sitter ad un moccioso del college che non sapeva darsi una regolata.
"Uau amico, la tua faccia è pessima oggi". Ian gli si avvicinò per prendere un caffè dal distributore.
"Già, il grande capo, ha deciso che devo fare da balia a suo figlio perché è un moccioso ribelle del cazzo."
"Davvero? Beh e quando dovrebbe presentarsi?"
"La settimana prossima, quando Laura andrà in maternità." Sbuffò orami rassegnato.
"Non preoccuparti, vedrai che non sarà così male, e poi ieri sera chi era quel ragazzo con cui parlavi"
"Ah non ne ho idea, solo uno stronzo invadente, come andata la tua conquista?"
"Abbiamo fatto dell'ottimo sesso, quello che dovresti fare anche tu"
"Sapevo che saresti ritornato su questo argomento, non hai delle pratiche da sbrigare tipo?" Cambiò immediatamente discorso, sapeva quando Ian fosse petulante certe volte.
"Oh cazzo hai ragione, ci vediamo quando finisci" quando Ian finalmente si dileguò sospirò tornando al suo lavoro, non potendo non pensare a come sarebbe stato il suo nuovo "segretario".
Il sabato era il giorno che preferiva in assoluto, finalmente poteva dormire fino e tardi. Avrebbe poltrito a casa tutto il giorno, avrebbe ordinato della pizza e visto un film. Era ovvio che si rendeva conto che nonostante avesse ventinove anni la sua vita era molto monotona, apprezzava che Ian volesse vederlo con qualcuno , ma semplicemente viste le sue relazioni precedenti non gli andava per niente di ritrovarsi di nuovo impelagato in relazioni che non lo rendevano felice, perciò aveva semplicemente rinunciato, ed ovviamente non era mai stato un tipo da sesso occasionale.
Stava per iniziare il film quando il suo cellulare prese a squillare.
-Ehi Ian-
-Darin scommetto che stai diventando un tutt'uno con il divano-
-non è vero, e poi è sabato-
-appunto dovresti essere in giro-
-mi sto riposando-
-ti aspetto alle dieci, al foudre, il bar della scorsa volta , non accetto un no come risposta- Ian staccò la chiamata senza nemmeno dargli il diritto di replica. Infondo non aveva nulla di meglio da fare quel sabato, oltre a rivedere per la millesima volta Notting Hill, un salto al bar avrebbe potuto farlo, se si annoiava troppo poteva sempre andarsene.
Arrivò puntuale fuori all'entrata, aveva abbandonato i suoi completi per un look più casual, aveva indossato dei jeans skinny neri che a detta di Ian gli facevano un sedere da favola, e una maglietta semplice del medesimo colore.
"Ehi c'è l'hai fatta" Ian lo abbracciò.
"Già..."
"Su andiamo, stasera suona una band, non voglio perdermela."
Come la volta precedente , il bar era pieno di persone. Ian gli fece prendere posto ad un tavolo presentandogli degli amici.
"E quindi tu sei il famoso Darin di cui Ian parla tanto." Evan l'uomo che aveva conosciuto poco prima gli sorrise, certo non poteva negare che fosse davvero un bell'uomo, ed anche simpatico.
"Ah davvero ? Ian tende troppo a parlare di me" lanciò un occhiataccia all'amico , sperava solo che Ian non ne avesse combinata una delle sue.
"Vuoi un altra birra?" Gli chiese.
"Si grazie, ma tranquillo faccio io, hai già offerto il primo giro."
Darin si mise in fila per poter ordinare, la band doveva ancora esibirsi.
"Ma guarda chi si rivede, anche stasera tutto solo".
Darin volse l'attenzione verso quella voce che subito aveva riconosciuto.
"Non dovrebbero far entrare ragazzini in certi posti" gli si rivolse acido, ma anziché infastidirlo il ragazzo gli sorrise.
"Sai per scioglierti non credo basterebbe una semplice birra" indicando il bicchiere che il barista aveva poggiato sul bancone. Darin ignorò completamente il commento sorseggiando la birra.
"Sei venuto qui per sentire la band?"
"No, non se nemmeno chi siano."
"Scommetto che ti piacerà"
"Tu che ne sai, non sai nemmeno i miei gusti musicali" Darin ripose acido.
"Dimenticavo la tua acidità" gli sorrise quello di rimando, Darin era furente di rabbia, come osava giudicarlo quel moccioso.
Stava per replicare mettendo a tacere quello stronzetto.
"Adesso devo andare, ci si vede"
Poi le luci si spensero, e venne illuminato solo il piccolo palco.
"Spero che l'attesa ne sia valsa la pena, accogliamo sul palco i "The Roses". Un bel gruppo di persone urlò, Darin pensò che dovessero essere seguiti molto. Alzò lo sguardo sul palco e ne rimase molto sorpreso. Era lo stronzo di poco fa.
"Buonasera a tutti, direi che avete aspettato fin troppo, che dite iniziamo?." Ed il pubblico urlò in visibilio.
Darin rimase piacevolmente spiazzato dalla voce del ragazzo, non era di certo un genere che lui ascoltava molto ma dovette ammettere che era davvero bravo, la sua musica coinvolgeva.
"Cade sei bellissimo..." urlò una ragazza. Darin sorrise perché dovete ammettere che la ragazza non aveva tutti i torti, era davvero molto bello e sexy a chi non sarebbe piaciuto, incarnava il classico cliché del cantante bello e dannato con l'aria da stronzo che piaceva tanto alle ragazze, Darin cancellò immediatamente quei pensieri, perché diamine aveva quasi trent' anni, non poteva fare certi pensieri su un ragazzino.
La serata terminò piacevolmente, la band aveva incantato tutti, Darin uscì fuori a fumare mentre Ian era andato via con un ragazzo, e lui povero uomo solo era rimasto a bere una birra. La porta venne aperta e una figura gli si palesò davanti.
"Allora ti è piaciuto?"
"Non siete male devo ammetterlo"
"Non mi sono presentato sono Cade"
Darin sorrise " difficile non saperlo visto che l'ho sentito ripetere così tante volte nell'ultima ora".
Cade si morse il labbro sorridendo, diamine lui si che sapeva come fare effetto su qualcuno e Darin dovette distogliere lo sguardo da quello. Che gli prendeva, forse era stato troppo tempo dall'ultima volta che aveva scopato con qualcuno, era patetico.
"Darin.... sei sempre così espansivo con tutti?"
"Beh è una mia dote e nessuno si è mai lamentato, mica sono acido come qualcun'altro" lo prese in giro.
"Solo con chi lo merita" si girò verso di lui.
"Anche questa sera il tuo amico si è dato da fare" indicò Ian flirtare esplicitamente con un ragazzino, quell'uomo era un animale.
"Così pare"
"Senti se non hai altro da fare che ne diresti di uscire di qui e fare quattro passi?"
"Cosa ti fa pensare che io accetti?"
"Il fatto che ti stai annoiando a morte e sei tutto solo". Cade gli si avvicinò, Darin inspirò il dolce profumo che il biondo emanava.
Diede colpa alle due birre quando venti minuti dopo si trovò a camminare di fianco al ragazzo sulla spiaggia.
"E così fai l'avvocato"
"Già..."
"È sempre stato quello che hai voluto fare?"
"Si, in realtà sin da piccolo ho sempre avuto le idee chiare, amo molto il mio lavoro" Darin amava sempre parlare del suo lavoro, avere dei genitori che avevano sempre creduto in lui e nei suoi sogni l'avevano reso sempre molto fiero.
"E tu invece che mi dici che cosa fai ?"
"Sembra strano ma frequento la facoltà di legge"
Darin notò il cambio di voce quando si soffermò sull'ultima frase, è come si fosse spento.
"Non ne sembri molto convinto"
Ma Cade lo guardò sorridendo.
" non è quello che avrei voluto per me, diciamo che è più un imposizione. Il mio sogno è sempre stato quello di fare musica, ma quando hai un padre come tramandare l'attività di famiglia è più importante."
"Non deve essere facile"
"Già...."
Illuminato dai raggi della luna, Cade era ancora più bello, al college doveva essere davvero un ragazzo molto voluto. Darin stava iniziando a partorire pensieri che non doveva, per nulla, non sapeva nemmeno perché non se ne fosse andato ancora.
"È da tutta la sera che voglio baciarti" si girò per guardando, Darin si era pietrificato.
"Cade, hai idea di quanti anni abbia, merda non dovrei nemmeno essere qui"
"Parli di te come se avessi cinquant'anni, venti anni non mi sembrano siano poi così pochi."
"Davvero è meglio che vado."
Ma il biondo non lo lasciò finire di parlare che si avventò sulle sue labbra, beh Darin dovette ammettere che era coraggioso, in un primo momento restò fermo, ma quando Cade schiuse la bocca leccandogli le labbra per avere maggiore accesso Darin cedette assaporando quelle del più piccolo, le loro lingue si scontrano, Cade lo prese per i fianchi avvicinandolo di più a se.
"Proprio come mi aspettavo." Si staccò
"Cosa?" Gli rispose Darin ansante.
"Sono morbide e così dannatamente carnose"
Darin stava impazzendo, si era lasciato andare a qualcosa di cui avrebbe dovuto avere il controllo.
Mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi nel suo appartamento, incollato e sopraffatto dal corpo dell'altro, diede ancora una volta a quelle duebirre di troppo. Continuavano a baciarsi completamente eccitati da quelle nuove sensazioni. Per una volta aveva deciso di spegnere il cervello e ignorare quella voce che gli ripeteva costantemente che tutto quello era sbagliato, forse Ian aveva ragione, doveva smettere di essere uno stacanovista ogni tanto e cedere.
"Bella casa , mi piace" si staccò da lui Cade.
"Vuoi fare un sopralluogo oppure ti decidi a proseguire."
Si spostarono nella camera da letto , completamente illuminata dai raggi della luna e dai pochi lampioni che vi erano in strada. Cade si tolse la maglietta e Darin potè finalmente ammirare quel corpo da dio greco, completamente scolpito, mentre dei tatuaggi sparsi gli ricoprivano quel corpo perfetto, deglutì cercando di contenersi almeno un po'. Quando poi si tolse i pantaloni Darin credette davvero di impazzire perché quel ragazzino non poteva provocargli tutto quello.
Cade si avventò sul suo collo morendolo e leccandolo, Darin gemette quando sentì l'erezione dura dell'altro.
"Sei ancora troppo vestito che ne dici di spogliarti."
Completamente nudi si ritrovarono sul letto, le erezioni libere si scontrarono più volte portandoli a gemere.
"Girati". Darin senza alcun ombra di imbarazzo completamente sopraffatto dal piacere e dalla voglia si girò. Cade gli accarezzò una natica mordendola, introdusse un dito al suo interno iniziando a muoverlo, ne aggiunse successivamente un altro, parve trovare il suo punto, perché Darin iniziò a gemere oscenamente, cercando di alleviare la sua erezione strisciandosi sulle lenzuola.
"Oddio, mettine un altro" . Cade lo accontentò inserendone un altro, mentre lui si contorse dal piacere.
"Non venire, hai i preservativi?"
"Si , sono nel primo cassetto"
Quando Cade tolse le sue dita, perdendo il preservativo, srotolandolo sulla sua possente erezione.
"Merda, ti scoperò così forte."
"Ti prego, muoviti."
Cade non se lo fece ripetere due volte e in una sola stoccata fu dentro di lui, Darin gemette con un po' di dolore a quell'intrusione, dio se era grande, non faceva sesso da un po' di tempo. Cade gli diede il tempo di abituarsi, Darin spinse il sedere contro il suo cazzo, facendogli capire che poteva muoversi. Da lì i gemiti si fecero sempre più acuti, Cade stava mantenendo la parola data, lo stava scopando davvero forte, Darin provò a dare sollievo alla sua erezione ma il biondo gli scostò la mano con la sua, pompando la sua erezione allo stesso ritmo delle stoccate.
"Oddio, si, si non ti fermare"
"Cazzo, come sei stretto"
"Sono così vicino, fammi venire"
"Vieni Darin, vieni per me"
E Darin come se fosse stato un comando, si riversò copiosamente sulle lenzuola mentre la mano di Cade continuava a dargli piacere. Il biondo si spinse in lui ancora poche volte prima di venire con un gemito di piacere nel preservativo.
Darin crollò ancora ansante sul letto, mentre Cade andò a buttare il preservativo. Lo vide rivestirsi dei boxer e stendersi al suo fianco pulendolo. Poi senza dire nulla il biondo si stese al suo fianco, Darin non aveva le forze di replicare la giornata era stata pesante e chiuse gli occhi sotto quelle che gli parvero carezze ma già era nel mondo dei sogni.
Quel lunedì Darin era uno straccio, come se fosse finito sotto ad un treno. La notte non aveva praticamente dormito. La sua mente era popolata solo da pensieri e immagini riguardante la notte di passione che aveva avuto. Quando si era svegliato il posto accanto al suo era vuoto, segno che il ragazzo se ne fosse andato quel mattino presto. Non ci era rimasto male infondo se lo aspettava, ma aveva fatto un enorme cazzata, quello che aveva fatto andava contro tutti i suoi principi che si era imposto. Il sesso occasionale non era per niente il suo forte ma quel ragazzo lo aveva attirato come una calamita, e aveva ceduto per giunta era più giovane di lui , Dio si era fatto scopare da un ragazzo del college, voleva sprofondare in quell'abisso di autocommiserazione ma avrebbe dovuto affrontare una giornata lavorativa lunghissima , mentre lui voleva solo starsene a letto tutto il giorno.
"Ehi amico, che brutta cera che hai questa mattina, sicuro che vada tutto bene, ieri non hai risposto ai miei messaggi" lo accolse Ian in ufficio.
"Si tutto bene, mi sono portato avanti con il lavoro, e non ho fatto caso all'ora"
"Sempre impegnato"
"Comunque volevo dirti che l'avvocato Mills ti aspetta nel suo ufficio" Gli disse l'amico.
"Merda me ne ero completamente dimenticato, che avrei dovuto fare da babysitter, quando troverò un po' di pace" esclamò esasperato.
"Dai vedrai che sarà divertente." Lo derise Ian.
"Certo come no, ci vediamo a pranzo."
Darin si affrettò per raggiungere l'ultimo piano, stava per bussare alla porta quando sentì due voci litigare animatamente.
"Non puoi costringermi a fare questa stronzata"
"Modera i termini, se sei ancora in quel college è grazie a me" Darin riconobbe la voce dell'avvocato.
"Non ho chiesto il tuo aiuto"
"Farti sorprendere a fumare erba e dare stupide feste con quei tuoi amici svitati. Cosa ti ho insegnato"
"Un bel niente, visto che sei sempre stato dedito a questo tuo cazzo di lavoro."
Darin decise di entrare finalmente, palesandosi nella stanza.
"Avvocato Mills, buongiorno."
"Buongiorno Darin, accomodati pure, questo è mio figlio Cade"
Darin in quel momento avrebbe desiderato che la terra lo inghiottisse, perché davvero quello non poteva essere che un brutto scherzo del destino. L'unica volta che si concedeva di lasciarsi andare il karma era pronto dietro l'angolo a dargli il ben servito. Cade rimase sorpreso quando lui, ma subito un sorrisetto per nulla piacevole comparì sul suo volto.
"Darin, mio figlio ti affiancherà in questi tre mesi"
Darin però era completamente in un altra dimensione, ma rinsavì quando il ragazzo gli porse la mano.
"Piacere Cade"
"P..piacere Darin O'Connell"
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COUP DE FOUDRE
RomanceLos Angeles La vita di Darin O'Connel stimato avvocato di uno degli studi più importanti della città, da sempre dedito al lavoro, per niente incline al divertimento, sta per essere messa in discussione da un paio di occhi azzurri.