Solo

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La nuova canzone di Clean Bandit ha fatto un successone in tutto il mondo, dico bene? Eh Solo, Solo, everybody.
Nonostante la sua fama, questa frase non mi convince. Solo è una parola italiana e in inglese significa alone. Poi c'è quell'everybody che rende il tutto più assurdo. Nel senso che siamo tutti soli? Non credo proprio.
Tutti hanno un qualcuno nella loro vita, che sia una mamma o un papà, che sia un cane o un gatto, che sia un fidanzato... Che io non ho. Non parliamo dei genitori, loro non mi stanno mai a sentire.
La frase corretta sarebbe
Eh Solo, Solo, only me
Ovvero che solo io sono da sola.
Non dite il contrario.
Non ho nessuno che mi abbraccia, che mi consola asciugandomi le lacrime con il suo fazzoletto, che mi da un bacino sulla guancia e mi dice di non preoccuparsi, perché in quel momento c'era lui.
Non ho nessuno che mi difende, che mi protegge dal mondo crudele in cui vivo, che mi porti lontano da esso per vivere la mia vita senza problemi e pensieri.
Sono da sola.
E tutti me lo rinfacciano sistematicamente.

Non hai ancora un ragazzo, tesoro? Oh, mi dispiace, ma i migliori sono presi, però è rimasto il Gobbo se vuoi.

Cosa vorresti fare adesso? Chiamare il tuo ragazzo? Oh, aspetta, ma tu non ce l'hai un ragazzo! Che ne dici della tua mammina?

Nessuno vorrà mai stare con te, Sue. Perché? Perché non sei bella abbastanza, mocciosetta, ecco perché!

Vorrei morire.

Sicuramente nel capitolo precedente vi ho lasciato un po' di suspence, non è cosi? E adesso state leggendo queste mie aspettando con ansia che vi racconti cosa fosse successo quel giorno.
Avete idea di quanto faccia male ricordare queste cose?
Ma dato che ho deciso io di scrivere questo libro per potervi raccontare la mia vita...
Quindi bando alle ciance, ciancio alle bande, iniziamo.

«Sue!? Stai ancora lì? Sbrigati che fra un po arrivano!».
Niente oh, mia sorella deve sempre rovinare tutto, ma quella volta mi era venuto in colpo al cuore... Chi stava arrivando? Non poteva essere già ora, ero ancora vestita con il pigiama e i capelli erano inguardabili. Guardai l'orologio e scappai subito in bagno. Per una buona volta mia sorella è stata di aiuto.

«Stai sempre a scrivere quel cavolo di libro e hai perso la cognizione del tempo. Muoviti e non occupare il bagno che serve anche a me dopo! ».
«Invece di fare la mammina vai dalla vera mamma e dille che arrivo subito.»

Mi spogliai e mi lavai la faccia, i capelli non potevo lavarmeli era troppo tardi e avrebbero impiegato ore ad asciugarsi.
Erano le 7. Sarebbero arrivati alle 7:30.
Io che in un giorno qualunque in mezz'ora avrei fatto miracoli, quel giorno ero nel panico più totale. Era come se stesse arrivando il ragazzo più carino della scuola a farmi visita all'improvviso e non posso certo mostrarmi come una sciattona...
Il ragazzo più carino della scuola.
Continua a sognare, Sue.
Continua a sognare.
Come se il ragazzo più carino della scuola si possa innamorare di una come te.
Torna alla normalità Sue, non è questo il momento per stare nel mondo delle nuvole!!
Decisi di mettermi le prime cose che avrei trovato nel mio armadio, non mi interessava mettermi chissà che cosa, in fondo stavano per farci visita i nuovi vicini, e com'è tradizione di famiglia (così dice la mamma) è bene fare una buona impressione ai nuovi vicini. Io non capisco questa tradizione, fosse per me mi rinchiuderei in stanza a continuare a scrivere questo libro.
(Se vi chiedete 'ma questo quando l'hai scritto?' ... ovviamente dopo tutto quello che è successo, no? Che domande!)
Scappai fuori dal bagno chiudendomi dentro la mia camera. Okay mettere un qualcosa addosso, ma non di nuovo il pigiama! Avrei indossato il mio solito jeans blu strappato, un top e una felpa, ecco tutto, lavata, improfumata e vestita.
Nemmeno riuscii a ritornare a mettere le mani sul PC che la mamma entrò nella mia stanza vestita di tutto punto manco stessimo per andare alla cena del signor Jordan, il suo datore di lavoro secsi... non badate a quest'ultima parola...

«SUE! COSA FAI AL COMPUTER ANCORA! MOLLA TUTTO, IL LIBRO LO SCRIVI DOPO, STANNO PER ARRIVARE!».
«Ma, io non sapevo nemmeno che stava per venire qualcuno a casa nostra!»
«Certo che lo sapevi, te l'ho detto circa tre ore fa, non ricordi?»
Tre ore prima? Ma quando mai?
Sentii mia madre mormorare mia madre un qualcosa come forse stai troppo tempo al PC ... forse me l'ero immaginato...

Uscii dalla camera e mi sedetti sul divano mentre mia sorella stava sulla poltrona davanti a me a giocare con il suo telefono che, mamma mia, avrei voluto sfasciarglielo in faccia! E poi mamma si lamenta di me con il PC quando lei passa le giornate davanti a quel coso. Certe volte mi sento sola, la sola che capisca se stessa in un mondo di malintesi e incomprensioni.
Solo.
I do it solo.
But I got nobody here in my own...

Saltai dal divano quando sentii qualcuno bussare alla porta e mia sorella se ne stava ancora al cellulare indisturbata. La mamma andò ad aprire la porta tutta impettita e aggiustandosi i capelli e il giacchino giallo a pois neri inguardabile mentre io levai quel maledetto cellulare dalle mani di Annie e lo buttai letteralmente dentro camera mia chiudendo simultaneamente la porta mentre mia sorella stava per lanciare il suo grido di battaglia.
La miccia si spense subito.

«Salve! Benvenuti!».
Smack di qua, smack di là, i vicini erano arrivati.
Devo dire che mi aspettavo di vedere gente rozza e menefreghista, sporca e senza cuore che era venuta da noi solo per svuotarci il frigo.
Mi sbagliavo.
Era gente molto raffinata, la signora soprattutto, capelli neri pettinati con didizione, ricci, ribelli e disciplinati allo stesso tempo, labbra ben curate, ombretto leggero, giusto per dare quel tocco di rosato in più, collana, bracciale e anello di perle, vestito di Dolce&Gabbana nuovo di zecca nero con sfumature color fucsia, e scarpette dal tacchetto basso nere.
Il signore era meno elegante, ma notai subito il suo orologio Rolex indiamantato. Questa non è gente qualsiasi.
Questa è ricca, di livello, e quasi mi sentii a disagio ad ospitare gente simile in una baracca come quella che chiamo casa.

Cara Sue del passato, sappi che accadrà qualcosa che cambierà il resto della tua storia.

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