Capitolo 4

7 1 0
                                    


Enea non la guardò nemmeno, fingendo senza porsi scrupoli di non averla vista. Arpionata al suo braccio non poteva mancare Lola, che guardava sfacciata davanti a sé, nella direzione di Zoe. Le due ragazze si riconobbero subito, senza nemmeno accennare ad un saluto. Zoe si sentì maleducata, ma resistette all'impulso di avvicinarsi per salutare. Sapeva che non sarebbe stata la benvenuta, né lei si sarebbe sentita sincera come con chiunque altro.

Clara raggiunse Zoe, distraendola per due secondi buoni. Poi, l'attenzione della ragazza tornò subito sui suoi due vecchi compagni di scuola. L'attiravano come una calamita, facendole aumentare il bruciore allo stomaco.

"Chi è che guardi, lì in fondo?" chiese Clara, sporgendosi per guardare nella stessa direzione di Zoe. La sua faccia si scurì, poi divenne completamente rossa quando Enea la guardò. Con gli occhi come due cuoricini, tornò a rivolgersi a Zoe.

"Lui è molto carino, non trovi?" le disse. Zoe non aveva mai pensato ad Enea come carino, ne avrebbe mai voluto essere attraversata da un pensiero simile. La ragazza storse il naso ed era pronta a commentare, quando Clara la fermò.

"Non dirmi che proprio tu, protettrice delle cause perse e fondatrice di speranze per tutti, condanni quel ragazzo!" esclamò. Il suo tono non era sorpreso, anzi. Sembrava già conoscere la risposta di Zoe, anche se si rifiutava di condividerla.

"Si può definire molto carino" ribattè Zoe, cercando con fatica di non pensare alla sfacciataggine con  cui le sue amiche gli avevano chiesto più volte di uscire. Lui aveva rifiutato seccamente tutte le sue pretendenti, spezzando il cuore alle più tenere ragazzine della loro scuola. Zoe faticava a perdonarglielo, così come tutte le cose che avevano a che fare con Enea e con Lola. Ricordava soprattutto le lacrime amare di una sua amica più stretta, distrutta dal dolore. A fatica, immaginò Clara seduta nello stesso punto a piangere per lo stesso ragazzo.

"Non ti chiederò cosa non ti sta a genio di loro" Clara aveva sempre una risposta pronta e racchiudeva sempre tutta la verità che era possibile contenere. Non aveva i modi gentili ed allettanti di Zoe: la sua era una pura ed accecante sete di giustizia. Se non voleva sapere, non chiedeva. Se voleva una precisa risposta, la esigeva. Se non le raccontavi la verità, aveva modo di scoprirti subito.

"Non te l'avrei detto" ribattè Zoe, ma non ne era molto sicura. A Clara aveva imparato a confessare tutto, anche i suoi dubbi più intimi. Avrebbe risposto a qualsiasi domanda, mantenendo fede alla verità che aveva sempre onorato, che la ragazza le avrebbe fatto.

"Conosco quella sensazione, Zoe. Da loro senti provenire solo desolazione e caos" disse. Zoe si sentì così: sola e sconcertata. Non riusciva a credere che anche Clara, la sorridente Clara davanti a lei, si sentisse allo stesso modo.

"Non è quel tipo di caos che rappresenta la vita: nulla è caotico per una ragione. Quando li guardo, percepisco solo un orrendo disordine, come se la loro vita fosse completamente fuori posto" concluse Zoe. Lanciò un ultimo sguardo ad Enea, che adesso la stava guardando. Il ragazzo le sorrise e lei ritrasse lo sguardo, mostrandosi maleducata pur di non rispondere al cenno. Clara invece sorrise.

"Ricorda che sono come noi, Zoe, proprio come noi" qualcosa in cui lo disse, fece sembrare il noi come un insieme ristretto, composto solo da Zoe, Clara e Lola ed Enea. Zoe sapeva che si riferiva a tutto il genere umano, ma si sentì presa in considerazione come se fosse un'élite. Si riscosse presto dalle sue manie di grandezza, considerandolo inappropriato considerata la situazione. Lei non voleva essere come Lola ed Enea, non voleva portare caos e dissidi tra la gente, né desolazione. Non li voleva nella sua scuola.

"Non c'è un modo per cacciarli?" chiese a gran voce, lamentandosi senza uno scopo preciso. Venne udita da troppe persone, comprese quelle sbagliate. Alcune risero, ma altri se la presero.

Midnight LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora