Eiji era ancora in clinica e aspettava che Ibe lo venisse a prendere per andare in aeroporto. Aveva lo sguardo basso mentre era assorto nei suoi pensieri. Con quell'aria triste i suoi occhi sembravano ancora più scuri. Poi qualcuno sbucò dalla porta attirando la sua attenzione; riconobbe subito Sing che dopo essergli avvicinato gli chiese come stava, invece di rispondere alla sua domanda Eiji gli chiese subito "Sing, Ash sta bene?" Sing si stupì nel sentire quella domanda dal moro "non è venuto a trovarti?" disse si botto e Eiji abbassò lo sguardo; poi frugò nelle sue tasche e tirò fuori una lettera, la porse a Sing e gli chiese "puoi farmi un favore? Puoi darla ad Ash?" Sing prese la lettera fra le mani ma gli disse "però... non so dove si trovi Ash ora" Eiji ci pensò su un attimo e disse "la biblioteca... è alla biblioteca! Ne sono certo!"
Ash era seduto su una delle tante sedie poste ai lati dei tavoli della biblioteca, indossava gli occhiali da lettura mentre leggeva. Poi alzò gli occhi dal libro aperto davanti a lui, si tolse gli occhiali e diede un veloce sguardo all'orologio da polso che aveva posato accanto a lui sul tavolo, segnava le 17:05; tra circa un ora l'aereo su cui Eiji si sarebbe imbarcato per tornare in Giappone sarebbe partito.
Entrando in biblioteca qualcuno riconobbe la sua chioma bionda e si diresse verso di lui. A quel punto Ash sentì dei passi fermarsi accanto a lui, alzò lo sguardo per vedere chi era... era Sing. Tutto accadde sotto gli occhi di qualcun altro che li stava spiando.
Ash e Sing uscirono dalla biblioteca per parlare. A quel punto Sing gli consegnò la lettera datagli da Eiji e Ash la prese; la guardava perplesso mentre leggeva due singole parole scritte in corsivo e con una calligrafia scorrevole sulla busta "Caro Ash". Prima che potesse fare o dire qualcosa Sing gli disse con voce agitata "perché non sei andato a trovarlo?! Oggi ripartirà per il Giappone!" ma Ash con voce pacata gli rispose "lo so"
"allora perché" richiese Sing "sei suo amico, no?" aggiunse
"è proprio per questo!" rispose Ash con voce alterata "lo sto restituendo al suo mondo" aggiunse "con questo mondo di morti e ammazzati..." continuò stringendo sempre più forte il pugno "...non voglio che abbia più niente a che fare!"
"però... non c'è più tempo" disse Sing con aria dispiaciuta. A quel punto Ash gli voltò le spalle pronto ad andarsene ma Sing lo fermò dicendogli "Ash, vuoi che gli porti un messaggio?" Ash non rispose e Sing, aspettando una risposta che non arrivava, si arrabbiò e urlò "sei proprio un coglione! Mi hai stancato!" e corse via.
Nel frattempo all'aeroporto Eiji e Ibe stavano salutando Max, Jessica, i poliziotti Chales Dickinson e Antonio Jenkins e il giornalista, amico di Max, Steven Loyd. Ma, mentre Ibe e Max si scambiavano la buona fortuna, la mente di Eiji era altrove. Con aria triste pensava ad Ash che non era venuto all'aeroporto e sapeva il perché: non era venuto perché pensava che sarebbe stata la cosa migliore per Eiji. Ma a Eiji faceva male non poterlo salutare e si chiedeva se per Ash andava bene non farlo.
Ash si era seduto su una panca di pietra fuori dalla biblioteca con in mano l'ancora chiusa lettera da parte di Eiji. Poi si decise e l'aprì. La prima cosa che vide fu un biglietto aereo per il Giappone dello stesso volo che avrebbe preso Eiji da lì a poco, sorpreso Ash lesse ciò che era scritto sui due fogli piegati insieme al biglietto:
"Ash, sono preoccupato perché non ti ho visto e non so se stai bene. Ricordi cosa mi avevi detto? Che noi due viviamo in mondi differenti. Però non sono sicuro sia così. Noi due veniamo da paesi lontani, la nostra pelle e i nostri occhi sono di colori diversi, ma siamo comunque amici. E' sufficiente no? Sono davvero felice di essere venuto in America. Ho incontrato nuove persone e, soprattutto, ho incontrato te. Mi hai chiesto tante volte... se fossi spaventato da te. Però sai, fin dall'inizio non mi hai mai fatto paura. In realtà ho sempre sentito che fossi ferito, molto più di me. Che il tuo spirito fosse dilaniato dal dolore. So bene che sei più intelligente, più grande e più forte di me, eppure... sentivo il bisogno di doverti proteggere..." leggendo queste parole ad Ash vennero gli occhi lucidi. Non aveva ancora finito di leggere che si alzò con i fogli in mano e si mise a correre disperatamente per andare all'aeroporto. Ma non ebbe il tempo di fare pochi passi che qualcuno sbucò da dietro l'angolo e, scagliandorsi contro, lo pugnalò.
Eiji si stava dirigendo verso il check-in quando gli sembrò che qualcuno lo chiamasse. Voltò la testa di scatto da un lato, alla ricerca di quella voce, poi la voltò dall'altro lato, sperando di vedere una familiare chioma bionda, ma così non fu... nessuna familiare chioma bionda nelle vicinanze. Però poi sentì gridare il suo nome di nuovo, capendo da dove proveniva la voce alzò lo sguardo e, dal piano superiore, vide Sing che muoveva energicamente il braccio per attirare la sua attenzione, insieme a lui c'erano Alex, Bones e Kong. Abbassato il braccio Sing si sporse e gridò "Eiji! Ash dice che vi rivedrete! E che farai meglio a tornare qui!" seguito poi da Kong e Bones che gridarono "ti aspetteremo!" mentre lo salutavano agitando la mano, seguiti da Alex che gli faceva un cenno di saluto. Eiji non tardò a rispondere a gran voce "lo prometto! Tornerò!" salutando anche lui con la mano.
Il coltello gli aveva perforato lo stomaco, ed era ancora infilzato quando il suo assalitore gli chiese "perché hai abbassato la guardia? E' la prima volta che capita. Perché ora?". Una domanda lecita dato che, pur non conoscendo di persona Ash, tutti sanno che è quasi impossibile coglierlo di sorpresa. Ma Ash non rispose, si limitò a impugnare velocemente la sua revolver e a fare fuoco. L'assalitore indietreggiò subito, era Long il sottoposto e cugino di Sing, finì con le spalle al muro e scivolò a terra dicendo "non ho nulla contro di te. E' solo che non volevo che portassi via Sing" riferendosi al duello che Sing stesso aveva proposto ad Ash dopo che uno dei suoi sottoposti aveva ferito e quasi ucciso il suo migliore amico (ma ciò che Long forse non sapeva è che Ash e Sing avevano poi deciso di non fare più il duello) e con queste ultime parole morì lì, con gli occhi aperti, con un unico proiettile che gli perforava il petto.
Nel frattempo Eiji era salito sull'aereo ma che non era ancora partito. Stava guardando fuori dal finestrino quando Ibe interruppe i suoi pensieri "tutto a posto?" gli aveva chiesto "si" rispose subito Eiji e continuò "stavo pensando a una volta in cui, dopo aver litigato con Ash, sono andato in biblioteca per scusarmi con lui. Se ne stava seduto tranquillo, così sereno, lontano da quel mondo di violenza e scontri. Eppure era così solo. Non riesco nemmeno a descrivere quanta solitudine provasse. Volevo proteggerlo dal suo destino. Quel destino che cerca sempre di trascinarti lontano, in quel momento, ho deciso di avere sempre fiducia in lui. Qualunque cosa accadesse. Così... così almeno io..." ma Eiji non riuscì a finire quello che aveva da dire dato che, cercando di trattenere un singhiozzo, si stava mordendo le labbra, mentre le lacrime gli rigavano il volto.
Ash aveva il fiatone, premeva la mano sinistra sulla ferita, mentre con l'altra teneva ancora in mano la pistola; per prenderla la lettera di Eiji gli era caduta in terra e si affrettò a recuperarla. Non chiese aiuto, ripose la pistola nella cinghia dei pantaloni e si affrettò a raggiungere la biblioteca. Sapeva che ormai non sarebbe riuscito a raggiungere l'aeroporto e dato che non aveva ancora letto del tutto la lettera, aveva deciso di rientrare in biblioteca per terminarla. Probabilmente non gli restava molto tempo e se avesse chiesto subito aiuto a qualcuno, probabilmente non sarebbe riuscito a leggerla in pace. Così arrancando raggiunse il tavolo più vicino, facendo una smorfia di dolore si sedette e riprese a leggere da dove aveva lasciato:
"... mi domandavo da cosa volesse così tanto proteggerti. Una volta mi hai parlato di un leopardo di un racconto che avevi letto. Di come credevi che quel leopardo sapesse che non sarebbe mai stato in grado di tornare indietro. Ma io ti avevo detto che tu non eri un leopardo e che avresti potuto cambiare il tuo destino. Tu non sei solo. Ci sono io. La mia anima sarà sempre insieme a te." Rileggendo l'ultima riga Ash pianse e due delle sue lacrime caddero sul foglio. Poi sollevò il capo, respirando a fatica guardò in alto, lasciando che le lacrime gli scorressero sul viso. Stanco si chinò sul tavolo con le braccia a fargli da cuscino e un sorriso gli si formò in volto mentre chiudeva gli occhi e il suo battito cardiaco si faceva sempre più debole.
L'aereo in cui Eiji si trovava stava decollando e mentre si sollevava sempre più in alto, guardando fuori dal finestrino Eiji pensò "Addio America. Addio New York. Ma non dirò aggio a te, Ash. So che ci incontreremo ancora, non importa quanto saremo distanti. Tu sei e sarai per sempre il mio migliore amico".
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Banana Fish (finale alternativo)
RandomSalve. Ho deciso di scrivere questo finale alternativo di Banana Fish per il semplice fatto che non riesco ad accettarlo, il finale mi ha lasciato un enorme vuoto e sento il bisogno di "illudere" la mia mente scrivendo nero su bianco il finale che h...