23 Dicembre 2020
Osservo distrattamente le strade innevate e trafficate della mia città. Uno sbuffo spazientito mi esce dalle labbra, arrivando alle orecchie di Paul, il mio autista, che si limita a una breve occhiata dallo specchietto retrovisore.
La magia delle neve, che crea un bellissimo contrasto con le luci, le luminarie e gli addobbi, non mi provoca la solita sensazione di calore e magia che provano quasi tutte le altre persone. Non che odi il Natale, ma è un enorme fastidio, per me, dover correre a destra e manca in cerca dei regali.
La calca, il traffico ancor più intasato, le urla dei bambini, mettono a dura prova la mia pazienza. Mi sento un po' come il Grinch, quando si arriva a questo periodo. Ma è un'incombenza che devo svolgere, e lo farò.
L'ultima tappa è il nuovo centro commerciale super lusso, nel quale dovrò comprare l'ultima sciarpa di Hermes per mia madre. Non voglio essere pugnalato alle spalle, presentandomi con un regalo non richiesto. Sia mai che faccia infuriare l'algida Catherine.
Un mezzo sorriso appare, per scomparire subito dopo. Meglio restare concentrati e non divagare. Butto un occhio al mio orologio; sono appena le sei. Ed è la sola cosa positiva.Paul accosta delicatamente al marciapiede.
«Non occorre che mi apri lo sportello, ci vediamo tra poco.»
Scendo dalla vettura e vengo investito immediatamente da un gelo molto intenso e dalla neve che turbina. Il mio cappotto da tremila dollari non fa il suo dovere, ma poco importa.
Mi muovo svelto verso le grandi porte illuminate. Ma qualcosa che si muove attira la mia attenzione: nel vicolo, proprio accanto alla porta dove vengono effettuate le consegne, c'è un mucchietto di logori vestiti. La prima cosa che penso è che di sicuro saranno dei cuccioli, lasciati a morire di freddo.
Ed è una cosa che non tollero.
A passo deciso mi avvicino. Scosto delicatamente un lembo dell'usurato cappuccio e...
«Cazzo» mi scappa detto. Non sono cuccioli, ma una ragazzina semi congelata e così magra da fare concorrenza alle pubblicità sulla malnutrizione.
Mi piego sulle ginocchia, infilando la mano sotto i vestiti, tastando il battito cardiaco. È lento, quasi assente.
Sta morendo assiderata! Il mio cervello si aziona all'istante: la sollevo tra le braccia e corro verso la macchina. Paul mi vede e scatta fuori aprendo lo sportello. Gira velocemente e si rimette al volante.
«Dobbiamo correre al Mercy, sta morendo» il tono carico di panico non sfugge a nessuno dei due.
Punto i piedi sullo schienale del sedile davanti, per non farla cadere mentre mi tolgo il giaccone. Glielo rimbocco meglio che posso, sperando che quel poco di calore la salvi da morte certa.
Sto per urlare a Paul di velocizzare l'andatura, quando lo vedo incastrare un fazzoletto bianco nel finestrino. È un segnale di emergenza universale.
«Si tenga forte» mi dice.
Mi sposto del tutto su un lato, cercando di incastrarmi alla meglio. Paul scala marcia e accelera, infilandosi nella corsia d'emergenza, fortunatamente libera.
«Resisti, ragazzina» le sussurro, mentre il mio autista supera tutti i limiti di velocità. Benedico mentalmente gli spazzaneve che hanno liberato la strada dalla neve e dal ghiaccio. Anche se, essendo un ex pilota, Paul non avrebbe avuto problemi. Sa guidare, senza ombra di dubbio.Riusciamo ad arrivare in un batter d'occhio. Si ferma davanti alle porte del pronto soccorso, io scendo con un po' di difficoltà, entrando di corsa.
«Un medico, sta morendo per assideramento!» strillo a gran voce.
Due infermiere accorrono, guidandomi verso una barella.
Vi stendo la ragazza e...
«Vada all'accettazione, ci occupiamo noi di lei» spariscono entrambe, superando delle porte automatiche.
«Signore? Da questa parte» mi richiama una donna. La raggiungo e mi preparo al fiume di domande.
«Mi servono i dati della ragazza» ecco, cominciamo bene.
«Non li conosco. L'ho trovata in un vicolo, accanto allo Sphere Wall Mart. Credo sia una senzatetto, a giudicare dai vestiti logori e la magrezza.»
Spalanca di poco gli occhi e dice: «Complimenti, ha fatto un bel gesto. Chissà quante persone le sono passate davanti ignorandola. Comunque, riusciremo a scoprire chi è tramite le impronte digitali. Ammesso che sia nel database. Si metta comodo, non appena ci saranno novità la informerò. In fondo al corridoio c'è un distributore automatico di bevande calde.»
Prende dei fogli e va nella direzione opposta.
Suggerirmi del caffè è stata una buona mossa. Ne prendo uno, e poi mi vado a sedere, sperando che questa pre-vigilia non sia nuovamente funesta.Salve a tutti. Ebbene sì, durante il cenone della vigilia ho avuto la folgorazione (colpa dello spumante e del vino) ed eccomi qua.
Una nuova storia col solito puntino di dramma, e VM 18. Ci saranno diversi temi scottanti e molte complicazioni.Vi informo che la pubblicazione non sarà regolare.
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SIAE Potevamo Essere Tutto [VM 18] SU AMAZON.
RomanceSIAE. Pubblicata il 25 dicembre 2018. Eric ha ventisette anni, una vita piena e uno status sociale invidiabile. Il giorno prima della vigilia di Natale è costretto, a causa del suo trovarsi sempre all'ultimo minuto, a dover girare per negozi in cer...