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Dei caldi raggi di sole penetrano attraverso la finestra della mia stanza. Mi sveglio e pian piano apro gli occhi abituandomi alla nuova luce. Ho passato tutta la serata chiusa nella mia stanza, mia madre non mi ha fatto neanche cenare. E' convinta che questa 'dura punizione' possa convincermi dell'idea di sposarmi con il mio adorato fidanzato. Mi alzo e indosso la mia vestaglia di seta rosa. M'incammino verso la mia porta-finestra e vado sul terrazzo. C'è una vista niente male che dà sull'immenso giardino di casa mia. Abito praticamente in una reggia, quindi il verde degli alberi e dell'erba predomina tutto il luogo sottostante. Poi c'è una macchia azzura: la piscina. Inoltre abbiamo il campo da tennis, da basket e non sto qui ad elencarvi tutto, potremmo non uscirne più.

-'Signorina, la colazione' ecco Agatha, la mia cameriera personale, penso che abbia sui trent'anni. E' una donna molto a modo e gentile, nulla a che fare con i miei genitori e il resto della mia famiglia. Ogni mattina i miei mi fanno portare la colazione a letto. E' straziante. Mi piacerebbe fare colazione nella sala da pranzo come tutte le persone normali. Odio essere trattata come una bambola di porcellana che potrebbe rompersi.

-'Grazie Agatha, ma penso di scendere giù in sala' la sorpasso e scendo la lunga scla, fino ad arrivare nella lussuosa e immensa sala da pranzo. Mi avvicino al tavolo che potrebbe ospitare un centinaio di persone. Mio padre come sempre è in giro per affari, lo vedo pochissimo. A stento mi ricordo com'è la sua voce. Ma crede di poter comandare la vita di sua figlia che a mala pena vede una settimana all'anno. In compenso c'è mia madre, che vale per due.

-'Buongiorno mamma' mi siedo affianco a lei. Agatha apparecchia anche per me.

-'Oh, buongiorno tesoro, credevo che facessi colazione in camera tua. So che adori farlo' oh certo come no. Legge il giornale, credo un articolo sulla politica.

-'In verità mamma, sei tu che mi costringi a farlo. Sai non sono una principessina fragile' le sorrido sfidandola e facendo qualche sorso del mio delizioso latte al cioccolato. Alza lo sguardo dal giornale e mi guarda male. Poso la tazza e addendo un croissant al cioccolato, il mio preferito.

-'Savannah, non devi mangiare tutti questi zuccheri! Non voglio che sia una sposa grassa e poi non hai paura che il vestito non ti entri?-sbuffa-Devo pensare a tutto io' porta di nuovo le mani alla testa. Mossa che fa circa 4546454737 volte al giorno. Mi piace farla esasperare. Sinceramente non m'importa niente del mio vestito o di questo matrimonio. Se fosse per me potrei sposarmi anche in pigiama, anzi non sposarmi affatto.

-'Basta mamma. Che sfinimento! E' l'abito che deve adattarsi a me, non viceversa' sbuffo sonoramente. Sospira. E che cazz-cacchio. Dopo due croissant e mezzo all cioccolato, un bel tazzone al latte al cioccolato, e qualche occhiata omicida di mia madre, sono piena.

-'Basta mangiare!' mi urla. Ma che ha da urlare?

-'Ma che ti prende? Mamma tranquilla, non ingrasso, il mio fisico non prenderà mai dei chili con tutto questo stress che mi mettete addoso per questo stupido matrimonio! Basta' alzo anch'io la voce e mia madre mi guarda male. Penso che diventerà strabica con tutte queste occhiate che mi lancia.

-'Savannah, te lo ripeto per l'ultima volta-batte i pugni sul tavolo. E le buone maniere?- Tu sposerai Christian, sarai felice e non dire più che è uno stupido matrimonio! E' il tuo futuro- abbasso lo sguardo. Già, il mio futuro. Il mio futuro sarà un inferno.-Adesso signorina, vatti a vestire che abbiamo dei preparativi da fare' marca ogni parola che ha detto e l'ultima frase la dice in modo più dolce. Annuisco, vinta.

-'Con permesso' abbasso lo sguardo e mi avvio in camera via sotto l'occhio vigile di mia madre.

Dopo una bella doccia, entro nella mia enorme cabina armadio. Mi avvicino al mio settore 'segreto'. Già settore segreto. Qui ci sono jeans, magliettem scarpette, cappelli. Tutto ciò che amerei indossare. Tutto ciò che racconta il mio essere. Ho comprato tutto di nascosto da mia madre, e ogni tanto li indossi durante le mie fughe. I miei vogliono che indossi solo vestiti, scarpette basse. Insomma, voglio che mi vesta in modo classico, come una vera principessina. E' una cosa che odio davvero. Prendo il primo vestiti che vedo. E' di un azzurro cielo, davvero chiaro. Ha le bradelline, scolluatura dritta e poco sotto il seno, ha una fascia che viene legata sulla schiena. La gonna è leggermente a palloncino. Carino, insomma. Ai piedi? Bamboline bianche, giacchettino di cotone bianco e borsa bianca. Un filo di trucco e lascio i miei lunghi capelli morbidi sulla schiena. Sono pronta.

Take me away~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora