Ripenso alla scorsa notte, non sono riuscita a togliermi dalla mente Tristan. Non piace per nulla, ma non posso negare che i suoi occhi mi hanno catturata dal primo istante, ma è stato strano. L'unica persona che avrebbe mai fatto una cosa del genere sarebbe stato Harvey, e parlando di lui... "ehi! Ma ci sei?" sventola una mano danvanti ai miei occhi. "Senti muoviti a ritornare tra noi casi umani" sbuffa mio cugino.
Smetto di pensare e mi concentro su di loro. Vedo che tutti mi guardando e rispondo con un "Ah ha, ci sono". Tutti ridono. "Stupida" ridacchia Nathalien mostrando uno dei suoi migliori sorrisi. Devo smettere di pensare a Tristian mi impongo subito, l'unico ragazzo che mai mi interesserà e piacerà è solo lui! Gli sorrido e ritorno a bere il mio frappè."Ciao." saluta all'improvvinso una voce maschile al quanto nota. Alzo lo sguardo ed è un schiocco di dita che i nostri occhi si incrociano, ma lui distacca subito il contatto. Non capisco la motivazione finché non mi accorgo che il barccio di Nathalien è sulle mie spalle. Arrosisco violentemente e mi volto verso di lui. "Tutto okay?" mi domanda con una voce rassicurante. Annuisco con un timido sorriso.Aaah questo ragazzo mi manda a puttane il cervello.
"Quando ci sarà la prossima festa?" Domanda un amico di Darren. Simon.
Mio cugino sta per aprire bocca, ma lo precedo. "Non ci sarà nessuna festa" incrocio le braccia chiaredo subito la situazione." E perché mai?" Mi domanda con un tono di superiorità che nel deretano glielo metterei. Guardo, involontariamente, Tristian che mi sembra che mi stava già guardando da prima, siccome incrocio - di nuovo - il suo sguardo. "Chi è quella che si fa il culo per pulire?" Domando guardando Darren.
"Senti, io faccio qualcosa." Si diffende.
"Certo, bravo a sfondare le ragazze ." Borbotta con un risolino Tristian. "Che cosa hai detto?" Domanda Darren offeso. E poi da che? È la verità"Amico fai questa festa, aiuta a pulire e lei sta zitta." Risponde alla sua domanda con nonchalance e in un tono arrogante che non pensavo che li apropiasse. Apro la bocca per ribattere, ma mi precede Harvey. "Impara a essere educato, amico." Dice con un sorriso forzato. Tristian guarda Harvey, poi me e poi entrambi. "Fate quello che volete, io non sarò a casa." Dico alzandomi dalla sedia arrabiata come non mai. "Grace!" mi richiama la voce di Darren, ma io non mi volto nemmeno per sbaglio e me ne vado via dal bar.
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Continuo a guardare il telefono che non smette di ricevere notifiche o chiamate perse. L'ultimo messaggio risale da Darren: grace ti prego torna a casa, prometto che non faccio la festa o almeno che contribuisca nel pulire la casa.
Sto per risponderli in male modo, ma il mio telefono viene strappato dalle mie mani. "Ehi!" Cerco di riprendere ciò che mi appartiene ma Anita mi spinge sul suo letto. "Non devi rispondere" mi impone. "Scusa?" Chiedo spalancando la bocca scioccata. "Me lo hai detto tu che se incominci a scrivere devo toglierti il telefono" confessa facendo spallucce. Posa il mio telefono sul comodino accanto al letto e si dirige verso il suo aramadio. "E da quando che mi dai retta?" Domando incorciando le braccia. "Senti." Tira fuori la testa dall''armadio. "Se vuoi ritornare a casa tua nessuno ti ferma, ma-" la interrompo subito. "Come faccio?! Io non ho la macchina! Dalla tua università a casa mia ci ho messo quasi un'ora in autubus." piagnucolo. "E ovvio che ti accompagno io." Ridacchia. "Comunque fai come vuoi, ma ti ricordo come ti ha trattato quel ragazzo di cui non mi hai detto il nome." Mi rammenta allontanandosi dall'armadio con dell'intimo. Mi vuole abbandonare? No, invece mi avverte che deve fare la doccia e se ne va dalla camera lasciandomi sola.
Fisso il pavimento rimugginando alle parole dette da Anita, ma noto che le sue mutande sono sul pavimento. Mi alzo dal letto e le raccolgo. "Spero per lei che non l'ho abbia fatto apposta.".
Esco dalla stanza e mi guardo attorno per vedere se ci sono delle indicazioni per il bagno, ma non trovo nulla.E meno male che questa è l'università che voglio frequentare il prossimo anno.
Mi aggiro tra i corridoi in cerca di quel dannato bagno, ma senza risultati positivi. Ad un certo punto vedo una ragazza uscire in accappatoio.
"Allora Gesù esiste." Sussuro sollevata.
Le chiedo gentilmente dove si trovi il bagno e lei me lo indica, la ringrazio e vado verso la direzione che mi ha indicato la ragazza.
Entro e vedo che le doccie non sono solo femminili, ma anche maschili.Spiegatemi se questo non è il karma.
Sospiro stanca e inizo ad aggirarmi tra le doccie. Alcune ragazze mi guardando male perché sono vestita, è pure brutto da dire così, ma non sono una pedofila. Quando vedo dei capelli neri come la pece dirigersi vero una doccia, esulto dentro di me, ma ecco che la sfiga mi saluta e a causa di qualcosa scivolo. Però non cado, perché a salvarmi sono due braccia muscolose.
Superman esisti davvero?
"Grazi-" non termino la frase quando guardo che è Tristian. Mi stacco velocemente da lui e guardandomi intorno gli chiedo con molta calma."che diavolo ci fai qui?" Mi mordicchio il labbro inferiore a causa del nervosismo. "Se mai che ci fai tu! Tuo cugino e disperato, dovresti essere a casa!" Mi sgrida a bassa voce. "E poi che ci fai in una università? Non frequenti l'ultimo anno di liceo scusa?" mi domanda guardandomi da testa a piedi, mentre io tengo lo sguardo basso."Grace?" Sento la mia salvatrice chiamarmi. "Anita!" Supero Tristian e l'abbraccio. "Tieni." Le porgo le mutande e lei mi sorride. "Ci vediamo fuori." Dice all'improviso Tristian per poi avviarsi verso una doccia. Alzo gli occhi al cielo.
Sono nella merda.
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The Right One
RomanceGrace Bervely è una diciassettenne che vive una vita del tutto normale, ma c'è qualche intoppo. Ogni ragazzo che cerca di flirtarci o di uscirci fallisce miseramente il colpo. Il suo comportamento non deriva dal perché si è fatta suora e vuole prote...