Rabbia.

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<<Buongiorno.>> disse con voce un po' roca Taehyung quando entrò in cucina, vedendo Seokjin, Hoseok e Namjoon fare colazione. Diede un'occhiata veloce a Jeongguk, la cui testa era sprofondata quasi totalmente nel frigorifero per prendere del latte, e si diresse verso la macchinetta del caffè.

Sospirò appena, ignorando gli sguardi confusi e già in parte preoccupati degli amici, e si limitò a farsi una tazza scura di quella bevanda amara perchè bisognoso di ritrovare le energie in quella miscela, nera come il suo umore.

Yoongi e Jimin fecero la loro entrata da due stanze diverse - da quando avevano deciso di prendersi una pausa Yoongi aveva preso la camera abbandonata di Jimin per farla propria - e si salutarono a vicenda, Jimin con un dolce buongiorno accompagnato da un ampio sorriso e Yoongi con un semplice sbadiglio, seguito da un sorriso accennato.

Quella vista, così perfetta nonostante tutti i problemi che sapeva che i due celavano, fece prudere dal fastidio e dall'invidia la pelle di Taehyung, che altro non voleva se non un po' di sincero amore.

Si sentiva così disperato e solo, come se Jeongguk non lo amasse più...

Ciò non significava però che augurasse loro disgrazie, anzi: era felice, in un certo qual modo, che almeno loro riuscissero ad essere così dolci ed affiatati nonostante tecnicamente non stessero neanche assieme, la loro "relazione" gli sembrava molto più vera di quella che aveva lui stesso con Jeongguk. Qualche ti amo sparpagliato qua e là, delle coccole e del sesso non rendevano il loro rapporto tanto solido quanto lo avrebbero fatto la fiducia, il voler affrontare tutto insieme e tutti quegli altri pensieri fiabeschi di cui il maggiore si era riempito la testa da piccolo ascoltando la nonna che gli leggeva le favole, pensieri - o meglio, pilastri - che però sembravano non essere mai esistiti tra i due.

Nelle favole, infatti, non c'erano coppie gay.

Nessuna coppia gay che doveva affrontare la paura di finire per strada per il loro semplice amarsi, nessun profondo amore con un principe che salva l'amato dai cattivi; erano umani, due semplici ragazzini pieni di difetti continuamente sul punto di essere divorati da un qualcosa più grande di loro.

La mente di Taehyung era offuscata da pensieri che assumevano tonalità sempre più scure con il passare dei secondi, il suo capo si abbassava con i capelli che gli coprivano gli occhi gonfi di lacrime e le spalle si curvavano in avanti come se un fardello vi si appolaiasse e gli mettesse le pulci nelle orecchie per divorargli il cervello.

Il caffè straripò dalla tazza.

<<Taehyung, mi spieghi che cazzo ti prende oggi?>> chiese preoccupato Seokjin spegnendo la macchinetta e pulendo con una smorfia il pasticcio creato. Il diretto interessato parve risvegliarsi dal suo stato di trance, alzando di poco la testa, ma sentendosi osservato deglutì.

<<Non è nulla, ero solo sovrappensiero, scusa.>> mormorò dopo qualche secondo, aiutandolo frettolosamente ma finendo per far rovesciare la tazza per terra.

Sussultò sentendola rompersi e inmediatamente si chinò per raccoglierne i pezzi, venendo però bloccato da Yoongi.

<<Allontanati, faresti solo altri casini...>> lo spostò piano da lì, facendolo sedere vicino al tavolo con premura, prendendolo per le braccia. Sentì i suoi muscoli tesi sotto le mani callose, un fascio di nervi pronto a esplodere, e non potè fare a meno di ricordargli tanto sè stesso tempo fa, quando aveva deciso di mettere una pausa nel rapporto con Jimin.

<<Ci dici che è successo? Si vede lontano un miglio che stai male...>> chiese con voce bassa e tranquilla, volendo tastare piano il terreno.

Taehyung si rilassò appena, schiudendo le labbra per rispondergli. Sembrava gentile, magari lui avrebbe capito.

<<Vuole rendere ufficiale la nostra relazione.>> disse secco Jeongguk mentre aiutava Seokjin a raccogliere i pezzi di porcellana, il quale finì per tagliarsi a quella rivelazione.

Le reazioni furono abbastanza diverse: Seokjin si alzò di scatto con l'indice che sanguinava guardando con occhi sgranati il minore e altrettanto faceva Hoseok, che si era seduto anche lui per stare più vicino a Taehyung e guardarlo negli occhi, come a chiedergli se stesse dicendo veramente o fosse tutto uno scherzo.

Jimin si era dovuto appoggiare al braccio di Yoongi, stringendolo con mano tremante. Non riusciva a capire se era felice o meno di quella cosa... comprendeva il desiderio di urlare ai quattro venti di amare una determinata persona, lui stesso pensava ogni giorno a come sarebbe stato fare un qualcosa del genere, ma poi si ricordava della situazione con Yoongi e si dava dello sciocco, visto che doveva pensare prima a sistemare il casino che lui stesso aveva creato.

Yoongi si era allontanato da Taehyung, guardandolo sconvolto. Si sentiva quasi deluso da lui, perchè aveva sempre creduto che fare un qualcosa del genere fosse egoista in tutto e per tutto, avrebbe messo a repentaglio il futuro del gruppo e di tutte le persone che lavoravano per loro, e sentir dire che Taehyung, una delle persone più altruisti che avesse mai conosciuto volesse fare qualcosa del genere lo destabilizzò.

Namjoon, invece, era l'unico a non esserne rimasto sorpreso, e si limitò a guardare con una certa malinconia il corpo tremante del suo amico, sul punto di piangere.

Gli sguardi di tutti avevano parlato più di quanto avrebbero fatto con le loro parole, facendolo sentire totalmente ridicolo, inutile, un egoista del cazzo, e sentirsi giudicato dalla propria famiglia, perchè per lui erano quello, era la sensazione più brutta che aveva mai provato, peggiore di qualunque insulto ricevuto, schiaffo, sorriso falso. Era peggiore di tutto perchè lo faceva sentire solo, senza una roccia a cui aggrapparsi, in balia di un vento burrascoso e feroce.

<<Taehyung...>> cercò di dire Jimin, venendo però stoppato dall'alzarsi repentino ed improvviso del minore, che lo zittì. Stringeva i pugni talmente forte da aver reso le mani bianche tendente al violaceo, nei suoi occhi presente un sentimento ben peggiore della tristezza: rabbia.

Tanta rabbia. Rancorosa, incontrollata, insaziabile rabbia che lo aveva reso in un attimo una bestia furiosa che si sentiva incompresa e isolata, schiacciata dalle persone a cui più teneva.

Avrebbe lasciato per dopo le lacrime, ovvero quando sarebbe stato solo, perchè in quel momento egli desiderava solo girare i tacchi e andarsene, prendere la propria strada e voltare le spalle a tutti.

Jeongguk vide nei suoi occhi uno sguardo che non gli era mai appartenuto, di cui aveva visto il bagliore soltanto quando facevano del male a qualcuno di loro. Uno sguardo che non era quello docile, o puro, o spaventato del ragazzo di cui si era innamorato: lui sapeva, nonostante fosse successo davvero poche volte, che quando si sentiva circondato Taehyung non si indeboliva.

Lui si accendeva.

<<State tranquilli, so benissimo di essere un'egoista del cazzo. Fate come se non avessi detto nulla, ma se credete che per dire al mondo che sono gay aspetterò il disbanding del gruppo vi sbagliate di grosso. Sono stanco di nascondermi.>> quasi ringhiò, muovendosi velocemente verso la camera che condivideva con Jeongguk per andare a cambiarsi, strappandosi addirittura un lembo del pigiama per la foga.

Con la stessa velocità con cui se ne era andato altrettanto velocemente si diresse nel salone, attaccato alla cucina, con l'intento di prendere una giacca.

<<Manco vi avessi detto che sono incinto.>> sputò prendendo il capo che gli serviva, indossandolo velocemente.

Se ne andò, sbattendo la porta, e un imbarazzante e pesante silenzio si formò in quell'abitazione, che senza il sorriso genuino del loro Tae sembrava più spenta, meno vivibile: Jeongguk si era accorto subito di questo, e non potè fare a meno di sentirsi in colpa per quanto accaduto.

<<Beh, più o meno... okay okay, me ne sto zitto.>> mugugnò Hoseok, il cui tentativo di sdrammatizzare la situazione fallì miseramente per via delle occhiate minacciose che gli altri gli avevano lanciato.

<<Almeno quello.>>

Waist It On Me {Yoonmin/Taekook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora