per parlare devi sapere

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Allora, chiariamo un paio di cose.

Quel che è successo pochi giorni fa fuori San Siro è innegabilmente grave e macchia l'idea del vero calcio, sono completamente contraria all'uso delle lame. Ma questo non vede diventare un'altro dei tanti pretesti per gettare ancora più merda contro tutte le curve italiane e tutto ciò che orbita attorno a loro.

Ho letto titoli di articoli di cronaca e ascoltato diversi telegiornali, e credo che si sia giunti al limite del ridicolo. Una giornalista avrebbe lasciato passare circa questo messaggio: " Preciso piano criminale di tutti i gruppi ultras d'Italia per far ritornare le curve e gli stadi luogo di scontri e violenze".

Ci mancava solo questa, evidentemente la giornalista ha ragione e la tifoseria di cui faccio parte è sicuramente rimasta indietro, perché di piani criminali organizzati non ho mai sentito parlare...

Comunque gli ultras sono altro, e si possono definire tali anche senza lame e senza scontri, perché la loro mentalità è completamente un'altra.

Ma comunque la cosa che fa incazzare me, e altri come me, è che gente che non ha mai messo piede in uno stadio vada a fare polemica su qualcosa con il quale non ma mai avuto nulla a che fare. Parla senza sapere di cosa sta parlando.

Se devi parlare di un argomento sul quale non sai niente, semplicemente taci.

La gente che ascolta questi servizi dove si dice che gli stadi non sono più luogo per famiglie, negli stadi ci sono solo teppisti tossicodipendenti che si ammazzano a vicenda e spaccano tutto, è ovvio che inizi a pensare " cribbio, è già tanto se ci esco vivo da uno stadio, meglio se la partita la guardo a casa e sto lontano da questi delinquenti malati".

Poi il senso di andare a incolpare tutte le curve italiane per una cazzata che hanno fatto in pochi mi sembra scandaloso, ma tanto ci dovremmo essere abituati visto che succede sempre così. 

Ma io vorrei fare un ragionamento che mi sembra, tutto sommato, sensato. Si parla molto di razzismo verso ogni cosa ormai, il razzismo si basa su stereotipi e luoghi comuni, esempio: se in famiglia c'è un ladro allora naturalmente tutto l'albero genealogico è formato da ladri. NO. E può sembrare un esempio stupido, ma il razzismo si basa su pregiudizi che nascono da stereotipi e luoghi comuni infondati.

Detto ciò: se alcuni ultras hanno fatto uno scontro finito male che non era assolutamente da fare perché questo non è calcio, allora tutti gli ultras di tutti i gruppi organizzati e curve d'Italia sono delle brutte bestie che vogliono solo ammazzare a colpi di martello e coltellate chiunque non segua i suoi stessi colori? No, non è così. E se qualcuno vuole ribattere è perché con gli ultras non ha mai avuto niente a che fare. (Naturalmente anche chi va allo stadio non può permettersi di comportarsi come con Coulibaly).

Comunque, ormai, è questa l'idea che si è fatta tutta Italia, e questi fatti non fanno altro che gettare altra benzina sul fuoco ai luoghi comuni e alla repressione che le curve stanno subendo.

Il tifoso morto aveva già avuto due diffide, non era uno stinco di santo, ma nessuno merita di morire così e, come altri, merita rispetto.

Invece per i telegiornali non è passata questa idea, prima hanno parlato della sua morte (e tutti a pensare "povero uomo"), ma subito dopo sono partiti con il dire che era stato già diffidato due volte, l'ultima di cinque anni, ma è comunque tornato ad assalire pulmini (ovvio che dopo questi particolari certi pensino "che vandalo criminale, non capiva niente forse se la è pure meritata").

Dallo stadio si torna senza voce, non senza vita. E questo vale per tutti, dal bambino innocente al mezzo delinquente.

Comunque per parlare di ultras, quelli veri, quelli con la vera mentalità e il vero sogno di tornare a vivere il calcio vero e puro, bisogna conoscerli a fondo in tutte le loro sfaccettature, non tirare a indovinare secondo luoghi comuni che aumentano un opinione pubblica oscena e una repressione inaccettabile.


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