Dopo quella richiesta da parte di Sasuke, i suoi post-it erano spariti, il suo anonimo aveva ben pensato di non farsi sentire fino all'ultimo giorno di scuola. Quel fatidico venerdì sull'armadietto dell'Uchiha non c'era il solito piccolo foglio giallo, ma al suo posto c'era un foglio bianco ripiegato su diverse volte su sé stesso; accanto a quest'ultimo, attaccato all'armadietto con diversi pezzi di scotch, c'era un girasole. -Ha evidentemente qualcosa da farsi perdonare- sussurrò Karin quasi senza fiato per quel piccolo gesto. -E sa anche come farlo alla meglio- aggiunse Jugo. -Tsk, vediamo che ha da dire questo dobe- disse il corvino aprendo il bigliettino. Esso diceva: "Non sai quanto mi dispiaccia essere assente in questo periodo, ma giuro che non è colpa mia! Le ultime verifiche mi hanno prosciugato sonno e voglia di vivere (tranqui, la voglia di te c'è sempre, purtroppo). Oggi non ho nessuna canzone in particolare, sarà che questo periodo dell'anno mi rende poco ispirato e poco incline alla musica. Ma ho trovato il modo per farmi 'perdonare' o per meglio dire, di farmi odiare di meno. Segui esattamente i seguenti passaggi: 1. Scarica l'applicazione Wolfram Alpha 2. Inserisci quest'equazione
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3. Goditi il risultato. Spero che questo piccolo regalo ti sia piaciuto. Ti auguro un felice Natale. Ti lascio con il cliché natalizio in cui, ahimè, sono caduto anch'io: All I want for Christmas is you." I quattro amici guardavano impazienti lo schermo del cellulare di Sasuke aspettando il risultato dell'equazione e rimasero tutti un po' stupiti quando videro quello che rappresentava.
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-Cazzo, io sono una persona emotiva però!- esclamò Suigetsu tirando su col naso. -È stato un gesto bellissimo, ha scaldato il cuore anche a me- disse Jugo sorridendo. -Ammetto che un po' ti invidio, ma sono felicissima per te Sasu!- aggiunse la rossa felice. Il corvino era rimasto senza parole, vuoi per il fiore, vuoi per il gesto, vuoi perché non si aspettava fosse bravo in matematica; fatto sta che Sasuke era paralizzato e, con un sorrisino da ebete a dipingergli il viso, guardava con affetto quello che aveva ricevuto.
