Ciao amici! Ho creato da poco un account Instagram dove vi terrò aggiornati e chiacchiereremo ogni tanto. Mi trovate come @/silvstories .
Ora vi lascio al capitolo, spero che vi piacerà!«No, uhm, io avrei dimenticato una cosa», cerco di fare dietrofront, ma Adam mi blocca con un braccio, facendo un segno col capo in direzione della porta del signor Carter.
Carter.
Proprio lui.
«Entra», mi incita Adam e io alzo gli occhi al cielo.
Poggio la mano sulla maniglia, rassegnata, ma mi accorgo che è diventata di ghiaccio.
Senza farlo notare ad Adam, con una fiamma lo faccio scogliere.
E anche per questa volta è andata.
Entro nello studio e mi guardò intorno.
Ma la mia attenzione viene catturata da lui.Seduto lì, sulla sua scrivania, mentre controlla dei fogli. Il pomo d'Adamo va su e giù, la sua mascella è squadrata, la camicia un po' spiegazzata e i capelli leggermente in disordine.
A risvegliarmi è proprio lui che si schiarisce la voce è rido nervosamente.
Svegliati, Evelyn.
«È un piacere rivederti», dice mentre ha un ghigno stampato sulle labbra.
«Vorrei dire lo stesso, ma purtroppo non è co-», inizio a dire, ma mi blocco.
Evelyn, prima di essere il coinquilino più antipatico sulla faccia della terra, potrebbe essere il tuo capo.
Quindi contieniti.
«Dicevi?», mi sfida il direttore e trattengo la mia voglia di farlo scomparire.
«Che anche per me è un piacere rivederti», mi correggo non riuscendo a trattenere una smorfia.
«Rimani in piedi?», mi chiede mettendosi più comodo sulla sedia. Gli faccio un sorriso falsissimo e tirato, prima di sedermi sulla sedia facendole fare un rumore fastidiosissimo per spostarla.
Mi porge un foglio e una penna solo dopo avermi dedicato un'occhiata di fuoco.
Inserisco tutti i dati che mi chiede e glielo restituisco.
Prima di posarlo legge tutti i dati che ho scritto e vedo un veloce ghigno farsi spazio sul suo volto, prima di stamparsi in faccia la solita espressione indifferente.
Lo posa e senza rivolgermi la parola torna a controllare i fogli precedenti.
Bene.
Lo prendo come un «puoi andare».
«Arrivederci», lo saluto dopo essermi schiarita un po' di voce per attirare la sua attenzione.
Niente.
Mi ignora e continua a controllare i suoi fogli.
Mi schiarisco un'altra volta la voce prima di ripetere un arrivederci con voce più alta e finalmente alza gli occhi dai fogli che stava controllando per posare il suo sguardo su di me.
«Cosa vuoi, Evelyn? Inizi domani mattina, alle 11.30, non un minuto dopo», ringhia.
Rido nervosamente prima di uscire dell'ufficio senza salutarlo.
Appena fuori prendo un respiro di sollievo e il ragazzo dagli occhi verdi si avvicina a me con un sorriso stampato in faccia.
«Com'è andata?», mi chiede gentilmente.
«Uhm, bene. Il direttore è sempre così...?»
«Insopportabile? Si, è sempre così»
Ah, bene.
E pensare che io devo pure abitare con questo.
«Bene, comunque io inizio domani mattina», lo informo.
«Davvero? Comunque non mi sono presentato, collega», mi porge la mano, «Adam, piacere».
«Evelyn», mi presento stringendo la sua mano stampandomi un sorriso in faccia.
Ci incamminiamo verso l'uscita del locale e lo saluto prima di uscire e camminare verso casa.Appena rientro a casa sento Samantha parlare al telefono, quindi decido di salire in camera velocemente.
Decido di chiamare il mio migliore amico Matthias, il quale risponde dopo tre squilli.
«Ehy, Evy! Come va? Com'è la vita li a Londra? Qua si sente la tua mancanza. Quando torni?», parla velocemente e anche se non posso vederlo, immagino il sorriso che ha stampato in faccia.
«Thias, qua tutto bene. Anche io qua sento la tua mancanza, davvero. Penso di fare un salto a casa durante le vacanze di Natale, per stare un po' con la nonna, con te e con gli altri. Qua vivo con Sam e un altro ragazzo, nonché anche mio direttore, perché si, ho trovato lavoro in un ristorante qua difronte», lo informo e intanto Samantha fa capolino alla porta di camera mia.
«Bene, mi fa piacere», sento sua mamma chiamarlo in lontananza, «mi sta chiamando mia mamma, Evy, ci sentiamo presto, vero?»
«Certo, Thias, ci sentiamo presto», dico prima di chiudere la chiamata e portare il mio sguardo su Samantha.
«Eve, ho sentito che eri rientrata, ma ero al telefono con mia sorella e non potevo venire a salutarti», inizia mentre entra in camera mia, chiudendosi la porta alle spalle, «mi dispiace per prima, davvero. Ho pensato solo a me stessa, e questo non è proprio il modo per iniziare la nostra vita da coinquiline».
«Va bene, Sam, ho capito. Non fa nulla», dico sinceramente e mi stringe in un abbraccio.
«Ho sentito Matthias», la informo e lei morde il suo labbro inferiore.
Lei e Matthias sono stati insieme per ben due anni, ma a causa del suo trasferimento a Londra si sono lasciati.
E lei ne ha sofferto e continua a soffrirne.
«Cosa dice?», mi chiede.
«Niente, in realtà. Mi ha detto che sente la mia mancanza e bla bla»
«Non ha chiesto di me?»
«No»
«Okay», e nonostante si sforzi di sembrare indifferente, riesco a cogliere un velo di delusione nel suo sguardo.
«Pizza?», le chiedo cercando di tirarle su il morale.
«E che pizza sia!», esclama con un enorme sorriso stampato sulle labbra.💎💎💎
Appena finiamo di mangiare, corro in camera per chiamare mia nonna, che risponde dopo cinque squilli.
«Tesoro mio, come va?», sorrido appena sento la sua voce dall'altro capo del telefono.
«Nonna, tutto bene. Stanotte vengo a prendere i mobili, okay?», la informo a bassa voce per evitare che Samantha mi senta.
«Va bene, Eve, ti aspetto»
«A dopo», la saluto e chiudo la chiamata.Esattamente 24 minuti dopo, Samantha spegne le luci della sua camera, e lo so perché mi sono accostata davanti alla sua camera per aspettare il click dell'interruttore.
Cercando di non fare rumore, entro velocemente in camera mia, quindi chiudo gli occhi e quando li riapro mi ritrovo nell'ingresso di casa mia.
«Evelyn, tesoro, sei tu?», sento la voce di mia nonna provenire dal soggiorno ancora illuminato.
«Sì, nonna, sono io», entro nel soggiorno per darle un bacio sulla guancia.
«Vai, prendi tutti i mobili che ti servono. Ci vediamo presto, piccola mia», mi dice, dunque la saluto e corro in camera mia.
Memorizzo tutti i mobili che mi servono, quindi chiudo gli occhi e quando li riapro sono in camera mia a Londra, con tutti i mobili vicino a me.
Li sposto con fluidi movimenti delle mani, fino a disporli proprio come desideravo averli.
Salto sul mio letto, beandomi del profumo fresco delle lenzuola e, quasi senza accorgermene, abbandono il mondo della realtà per immergermi in quello dei miei sogni.Angolo autrice
Ciao amici!
Come state? Spero bene.
Vi è piaciuto questo capitolo? A me onestamente piace, spero di non avervi delusi.
Vi aspetto nei commenti, come sempre.
Grazie mille a tutti,
a presto!
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La ragazza strega.
FantasyMaldestra e sarcastica, Evelyn Wright è una diciassettenne un po' fuori dagli schemi apparentemente normale. Capelli neri, naso all'insù e occhi...viola? Evelyn nasconde dei poteri sovrannaturali che non riesce a controllare se non tiene a bada le...