La giornata continua con la lezione di letteratura. Evan ed altri sono già in classe, il professore non ancora arriva e la lezione dovrebbe essere già iniziata. Aspettati altri minuti entra il prof con Nathan e si scusa del ritardo, Nathan invece va a sedersi.
-Buongiorno ragazzi, oggi è l'ultimo giorno della lezione nuova, quindi domani ci sarà il compito, oggi pomeriggio ripassatevi gli appunti che avete preso e riguardate anche un po' il libro. Oggi farò anche qualche domanda per vedere se siete stati attenti non solo oggi ma anche nelle lezioni precedenti.-
La lezione comincia ed Evan prende più appunti possibili.
-Bene! Ho finito di spiegare l'argomento nuovo, in quest'ultima ora voglio che qualcuno mi riassuma il tutto, Evan vuoi farlo tu?-
-Si prof.- risponde, senza nervosorsi, tanto lui è sempre preparato.
-Quando vuoi puoi iniziare, se devi mettere in ordine le tua idee fa con calma, e se mentri ripeti hai bisogno di una precisazione puoi farlo.- dice sorridendo.
-Grazie prof, allora inizio.-
Evan comincia a ripetere e non salta un dettaglio, ma una cosa non gli è chiara.
-Prof, ma io non ho un dubbio ma vorrei avere un ampliamento sulla parte dei demoni, perché lei lo ha solo accennato. Qual è la suddivisione dei demoni nell'Inferno?- domanda con curiosità Evan.
-Ah ecco, non avendo molto tempo a disposizione per tutti questi dettagli ho preferito non farla quella parte, visto che gli argomenti in programma sono molti.- risponde.
-Ah ho capito, allora penso di aver finito.- risponde.
-Il tuo discorso è stato eccellente Evan, ne terrò sicuramente conto. Adesso chi altro chiamare, Molly ripeti tu, e chiudi il quaderno degli appunti, perché se hai ascoltato Evan adesso non ne hai bisogno.-
Molly mette gli occhi al cielo e comincia a ripetere in modo scocciato. Il professore, ovviamente, se ne accorge.
-Signorina Molly se non prende la mia lezione seriamente può uscire dall'aula e per la sua interrogazione le metto un impreparato.
-Su quale base, mi scusi?! Le nozioni che stavo dicendo erano giuste!- ribatte Molly.
-Il tuo modo di comportarti mi irrita, e non sono tenuto a darti spiegazioni visto che tu non mi porti rispetto! Esci dall'aula!-
Il professore dicendo queste parole non ha mostrato un accenno di rabbia, questo dà fastidio a Molly ed esce dalla stanza. Tutti gli alunni stavano guardando sia Molly che il prof, perché questi battibecchi piacciono sempre, solo ad Evan e Nathan sembra non importare nulla. La lezione è finita. Nel pomeriggio, dopo le lezioni c'è il tempo libero dove i ragazzi possono svariare un po'. Evan decide di andare un po' in piscina per vedere com'è. Dopo essersi preparato Evan entra nella stanza dove c'è la piscina. La piscina è divisa in corsie, non ci sono trampolini, lo spazio circostante alla piscina è pulito e ha mattonelle riscaldabili, al lato sinistro ci sono degli spalti, dove alcuni ragazzi sono seduti, altri parlano tra di loro, altri studiano ed altri ancora guardano. Evan decide di farsi una nuotata, entra in acqua, si fa due vasche, ma già si è annoiato.
"che tempo sprecato venire qua, è meglio se vado fuori a prendere un po' d'aria e studiare" pensa il ragazzino.
skip time
Verso le due di notte Evan sta ancora studiando, deve conoscere tutto alla perfezione non vuole saltare neanche un minimo dettaglio. Intanto fuori al corridoio c'è Nathan che si sta dirigendo verso la camera del brunetto, ma viene bloccato da Arrienne.
-Cosa ci fai qui?- domanda la ragazza. -Non è il tuo piano!- è alquanto arrabbiata.
-Ma cosa vuoi! Vai a dormire!- risponde scontroso il biondo.
-Ma vai tu a dormire! Non provare a toccare Evan e pensare di fargli del male o te la vedrai brutta!- ribatte Arrienne.
-Io faccio quello che voglio, non ho bisogno di dare spiegazioni a te! Vattene!- controribatte più scontroso della ragazza.
Infine Nathan, senza dar retta alle parole della ragazza, bussa alla porta di Evan.
-Adesso vattene bestia!- aggiunge Nate.
Lei offesa più di prima se ne va. Nate si gira verso la porta e poco dopo Evan la apre, si ritrova il biondo davanti con un sorriso dolce in viso.
-Posso entrare?- domanda Nathan.
-Certo, entra.- risponde ricambiando il sorriso.
Le stanze sono tutte uguali, sono piccole, al lato sinistro c'è un letto singolo, al centro della parete di fronte alla porta c'è una piccola finestra, solo che dal terzo piano le finestre sono sbarrate, al lato destro, invece, ci sono una scrivania abbastanza grande e un armadio. Nathan guardandosi attorno nota un sacco di disegni, alcuni sono attaccati alla parete ed altri sparsi sulla scrivania. Evan nota che Nathan sta mostrando attenzione sui disegni e ne rimane contento, alcuni però li mise dentro l'armadio.
-Sono stupendi questi disegni.- dice continuando a guardare quelli attaccati sul muro.
-Grazie, è una delle cose che preferisco fare e che mi riesce meglio.- dice con un sorriso.
-Non è vero! Sei bravo anche a scrivere.- aggiunge il biondo.
-Si, è vero, ma come ho detto preferisco disegnare.-
Nathan poi passa a guardare i disegni sulla scrivania e nota un quadernino in cuoio nero, all'angolo della scrivania.
-Invece quel quadernino per cosa lo usi? Per altri disegni?- domanda incuriosito guardando prima lui e poi il quaderno.
-Ehm... No, lì c'è altro.- risponde vario.
Nathan ha la tentazione di vedere cosa c'è lì dentro, ma non vuole essere invadente, quindi lascia perdere.
-Se vuoi ti faccio vedere alcuni dei disegni mi sono riusciti meglio.- propone Evan.
-Certo, con piacere.- risponde con un sorriso a trentadue denti.
Evan prende i suoi disegni e tra tanti ne prende solo cinque, che sono i suoi preferiti. Il bruno mostra li mostra al biondo, Nathan ascolta attentamente e con piacere che escono dalla bocca del ragazzino. Nathan alterna il suo sguardo dai disegni alla bocca di Evan. L'ultimo disegno che mostra il brunetto al biondo è un disegno che rappresenta una foresta, sembra rappresentare una stato d'animo cupo, perché il colore che compare di più è il nero. La foresta è incolta, buia, le chiome dei pini sono rivolti verso il basso come se fossero strettamente legati a ciò che si trova sotto il terreno che va oltre il mondo terreno. I due ragazzi passano molto tempo a parlare e guardare i disegni. Verso le quattro di notte.
-Adesso è meglio che vada, così riposi un po'.- dice Nate avvicinandosi alla porta.
-Come preferisci tanto non ho sonno.-
-Ah no!? Tra poco ti si chiudono gli occhi!- puntualizza Nathan ridendo per l'aspetto di Evan che cerca di farsi vedere sveglio, quando, invece, sta morendo di sonno.
-Si è vero.- confessa Evan sorridendo e facendo un piccolo sbadiglio.
-Buonanotte.- dice Nate aprendo la porta.
-Buonanotte.- risponde Evan.
Nathan esce dalla stanza e chiude la porta facendo un ultimo sorriso ad Evan. Evan si mette a letto.
"non volevo farmi vedere stanco perché volevo rimanere ancora un po' con lui, ma sono lo stesso molto felice che lui sia venuto da me"
skip time
Nel pomeriggio, visto che era una giornata soleggiata, Evan decide di uscire un po' fuori sia per studiare sia per disegnare un po'. Quando esce dalla porta principale e scende le scale nota che sulla statua, che ha visto la prima volta che ha messo piede in questa scuola c'è una persona. Questa persona gli sembra Nate ma non ne è sicuro, quando si avvicina un altro po' per vedere meglio non ha più dubbi, quello sulla statua è Nathan.
"ma come ha fatto ad arrivare fin là sopra, la statua è altissima!" è un pensiero che li sta passando per la testa.
Per distrarsi si siede per terra, apre il libro e comincia a studiare. Mezz'ora dopo vede attraversare il percorso brecciato e fermarsi una macchina della polizia. Evan sente un rumore dietro di sé, si gira e vede che Nathan è sceso dalla statua e si sta dirigendo verso la macchina. Da essa esce dal posto del passeggero un poliziotto. Questo poliziotto va ad aprire la portiera del posto di dietro e fa uscire un ragazzo ammanettato, è alto, forse, uno e novanta, ha i capelli biondi mossi lunghi fin sopra le spalle, ha gli occhi verdi, una pelle chiarissima, come quella di Nate, porta una maglia rosa pastello, un cappotto nero lungo, pantaloni in pelle e anfibi lucidi neri. Nathan, appena lo vede uscire sorride, sembra molto felice di vederlo.
-Claude!- urla andando verso di lui.
Il ragazzo si gira, spalanca gli occhi e sorride.
-Oh Nate! Ci si rivede!- urla a sua volta.
I due si avvicinano e si abbracciano, il poliziotto in tanto leva le manette al biondo. Nathan affianco a quel ragazzo sembra un nano, visto che non è un ragazzo molto alto. Dopo essersi salutati entrano nella struttura. Evan si sente tipo geloso e la prima impressione che ha avuto quando ha visto quei due vicini ha sentito come una paura oltre alla gelosia, ma quella paura non riusciva a capire perché sia suscitata in lui. Forse ha paura di perdere Nathan? Non si sa, ma lui ha paura. All'ora di cena fa la solita routine. Quando è seduto al tavolo da solo vede che Nathan oggi è seduto con quell'altro, quasi gli viene da piangere ma vuole e deve essere forte, quindi si trattiene. Nel mentre sta alzando gli occhi verso Nathan vede che anche lui lo sta guardando, forse è per questo che Evan ha alzato gli occhi, si sentiva osservato. Finita l'ora di cena Evan si reca direttamente in camera, si chiude la porta alle spalle, si cambia e si mette a letto. Stranamente si addormenta subito pieno di pensieri che li passano per la testa. Il giorno dopo, Evan si reca in biblioteca per l'ora di letteratura. Il professore, stranamente entra in aula dieci minuti prima, va a sedersi alla sedia della cattedra e comincia a cacciare un po' di fogli e vederli attentamente. Inizia la lezione e tutti sono in classe.
-Ragazzi separate i banchi.- dichiara il prof. -Ovviamente per quei pochi che ci sono.- aggiunge poi ridendo.
Il professore guardandosi intorno, mentre consegna i compiti nota una "nuovo" volto, Claude.
-Ragazzo nuovo?- domanda sorridendo al biondo.
-Ovvio.- risponde in tono ironico.
Il professore li fa l'occhiolino, sembra che quei due si conoscono già.
-Ah Claude! Sul compito leggi la traccia e scrivi quello che ti viene.-
-Ok prof.- pronunciando più forte la parola "prof".
Evan più li guarda e più non capisce nulla quindi decide di lasciar stare. Il compito inizia tranquillamente, tutti sono impegnati a scrivere o pensare, ci sono persone che hanno già scritto abbastanza, il professore sta correggendo altri compito, una sola persona non si sta impegnando nel suo compito... Claude, che ogni tanto scrive due parole sul foglio, per il resto del tempo o guarda in aria o giocherella con la matita o fa palline di carta e le butta per terra. Mezz'ora dopo Claude si alza per consegnare il compito, il professore come lo vede davanti la cattedra, lo guarda strano perché, dopo aver visto il suo compito, vede che ha scritto neanche una pagina.
-Claude, non puoi scrivere un altro po'?- domanda il prof Jordan.
-No, mi sono già scervellato per scrivere questo, figuriamoci se devo scrivere altro, mi scoppierebbe il cervello!- risponde.
Detto questo Claude va a sedersi. Evan è Nate da quando si sono messi a fare il compito non hanno staccato gli occhi dal compito, sembrano non essere dentro quella classe per quanto sono concentrati. Alla fine dell'ora i due ragazzi, il bruno e il biondo, non ancora finiscono di scrivere.
-Ragazzi l'ora è finita!- informa il professore, visto che quei due erano gli unici a non aver finito.
-Ho quasi fatto!- esclamano i due contemporaneamente.
Pochi secondi dopo consegnano il compito, sembra che hanno scritto un romanzo, da come sembra dai tanti fogli su cui hanno scritto. Dopo che il professore ha messo tutto il suo materiale nella cartella, Evan esce e dentro con il prof a parlare e ridere rimangono Claude e Nathan.
"ma cosa hanno da dirsi tutti i giorni questi tre!? Eppure è solo un professore e con un prof non si ha tutta questa confidenza" e questo è quello che pansa Evan ogni volta che li vede parlare.
Mentre Evan si sta allontanando, il prof Jordan esce dall'aula e li va vicino.
-Evan, aspetta!- esclama il professore.
Evan si gira.
-Si professore mi dica.- risponde il ragazzino.
-Volevo dirti che se ci tenevi a saperne di più sui demoni possiamo fare una lezione a parte, solo con te, che ne dici?-
-Ne sarei molto contento.- risponde felice il bruno.
-Perfetto! Poi sceglieremo insieme un giorno.-
-Certo professore, allora ci aggiorneremo.-
-Quando vuoi io sono qua.- e sorride.
I due si salutano e continuano, poi, per le loro strade.
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Amare ed essere amati
RomanceSe amate le storie complicate e piene di emozioni, siete nel posto giusto