All'ora di cena Arrienne e il suo gruppo vanno ad invitare Evan per cena con loro ed accetta. Scendendo alla mensa che è un luogo molto ampio e nella parete di destra sono presenti molte finestre, i tavoli vicino alle finestre sono i più piccoli, che possono contenere al massimo quattro persone, mentre gli altri, distribuiti in un ordine ben preciso nella stanza, sono più grandi. Arrienne e gli altri seguiti da Evan vanno a sedersi al solito posto, uno dei tavoli grandi, il secondo della fila di centro. Dopo aver preso il pasto tutti cominciano a parlare tranne Evan che non vuole neanche mangiare, ma sta comunque sentendo i discorsi dei suoi compagni, che stanno parlando male di quel ragazzo biondo che ha fatto ritardo alla lezione di religione.
-Evan non mangi?- dice Arrienne al ragazzino.
-Non ho fame.- risponde poi si alza e se ne va al suo dormitorio senza aver toccato cibo. Le lezioni del mattino iniziano presto e la prima ora è di letteratura. La lezione si svolge in biblioteca, Evan entra ed è in perfetto orario se non di qualche minuto d'anticipo. Nel piano terra della biblioteca, dove si svolgerà la lezione, per sedersi ci sono delle poltrone, delle sedie in legno, un tavolo, tipo da pranzo, con sei sedie attorno e tre banchi da scuola, Evan va a sedersi su una delle poltrone e comincia a cacciare il necessario per la lezione. Pochi minuti dopo l'aula comincia a riempirsi, entrano tutti, tra cui Arrienne e il suo gruppo, ma Evan spera di vedere una persona ma non c'è, essa è il ragazzo biondo simile ad un angelo. In classe entra il professore è un uomo alto, esile, bello, ha i capelli bruni lunghi, poco sopra le spalle e sono ondulati, porta un cappotto lungo, un maglione con collo alto, dei semplici pantaloni e degli anfibi, tutti gli indumenti sono del medesimo colore... nero.
"qui si vestono tutti molto colorati!" pensa Evan.
Quando il professore si sistema dietro la cattedra comincia a parlare presentandosi
-Buongiorno ragazzi, alcuni di voi già mi conoscono, ma vedo delle facce nuove quindi mi presento, io sono Bruce Jordan il professore di letteratura. A voi ragazzi nuovi dó il benvenuto e non preoccupatevi per le lezioni vecchie perché, per me, non servono adesso vi spiego meglio, ogni argomento affrontato faccio fare un tema libero così da mettervi un voto. Oggi iniziamo un nuovo argomento in modo tale che voi nuovi possiate studiare come gli altri. Di solito i miei argomenti possono sembrare a primo impatto religiosi ma in realtà vanno oltre, servono per aprire la mente e cercare di farvi ragionare.-
Il professore viene interrotto da una voce femminile
-E perché tutte le sue lezioni sono incentrate sul male ultraterreno e ci sono pochi accenni del bene? Di solito si dovrebbe fare il contrario!- dice Arrienne con tono ironico.
-Ti rispondo subito, per questo tipo di lezioni c'è l'ora di religione!- risponde il prof con un ghigno stampato in faccia.
-La lezione di oggi riguarderà la Divina Commedia di Dante.-
Poco prima che il professore inizi a spiegare, ecco che in aula entra il biondo, affascinante come sempre, vestito con cappotto, maglione a collo alto, pantaloni strappati all'altezza delle ginocchia e anfibi, ovviamente tutti in nero, sembra che il professore è il ragazzo si siano messi d'accordo. Quando il prof vede il ragazzo angelo entrare sorride, sembra veramente felice di vederlo. Il biondo va a sedersi, senza dire niente, e il professore comincia a spiegare. Evan rimane affascinato dalla lezione del prof Jordan e non sa spiegarsi il perché essendo che le lezioni sono incentrate particolarmente sul male. Finita la lezione tutti escono dalla biblioteca escluso il biondo che rimane a parlare un altro po' con il professore. Evan esce e si reca alla prossima lezione e così per tutta la mattina. Arrivata ora di pranzo Arrienne e il suo gruppo hanno chiamato Evan per pranzare con loro, lui non vuole tanto ma non gli piace neanche rimanere da solo quindi accetta l'invito. Durante il pranzo Evan fissa per quasi tutto il tempo il biondo, vuole tanto sapere il nome, spera tanto in un appello così da sentire il nome ma per ora nessuno lo ha fatto o pronunciato il suo nome. Finito il pranzo c'è un ultima lezione da seguire, scherma. Evan non sapendo dove si trovi la palestra si fa accompagnare da Arrienne. Arrivati nello spogliatoio, Evan entra in quello maschile e vede il ragazzo angelo di fronte a lui, a petto nudo, che si sta spogliando per mettersi la divisa. Dopo essere rimasto qualche secondo davanti a quello splendore decide di cambiarsi. Il biondo, mentre Evan si sta spogliando, esce dalla spogliatoio ma prima lancia un'occhiata al ragazzino. Evan finito di spogliarsi va in palestra e quando ci sono tutti il professore fa l'appello.
"grazie a Dio saprò il suo nome" pensa Evan.
-Nathan Diamond?!- dice il prof.
-Presente.- risponde.
Evan quasi rimane a bocca aperta per il bel nome del ragazzo, ha una voce leggera ed affascinante. Ad Evan comincia a battere forte il cuore anche se ha solamente sentito un parola uscire dalla sua bocca e ha saputo il nome. La lezione di scherma è iniziata e il professore per far vedere ad Evan come ci si muove chiama i due migliori alunni.
-Nathan! Cameron! Venite qua e fate vedere ad Evan come si combatte, io nel frattempo gli spiego le mosse, cominciate.-
I due iniziano, ma questi al posto di far vedere le mosse sembrano che vogliano uccidersi, sono molto violenti. Ma al fine Nathan vince tutti e tre i round. Dopo la loro "guerra" il professore fa tornare al posto CAM e chiama Evan al suo posto, intanto Nathan si era tolto il casco e come vede il ragazzino davanti a sé gli sorride amichevolmente. È stato un bel duello ma vince ancora una volto il biondo, ovviamente ha più esperienza ed è uno dei più bravi alunni. Il professore fa i complimenti a Nathan.
-Anche tu Evan, bravo! Nonostante sia la tua prima volta sei riuscito a muoverti.- dice il prof.
Evan gli fa un sorriso e va a sedersi.
skip time
Durante la notte Evan non riesce a dormire quindi decide di fare la cosa che gli riesce meglio e che ama, disegnare. Nel mezzo del suo capolavoro però sente un rumore strano provenire dall'esterno, decide di affacciarsi e vede una sagoma nera vicino al bosco che cerca di scappare, ma poi interviene la vigilanza allora senza preoccuparsi ritorna a fare quello che stava facendo. Rimase sveglio fino alle quattro e mezza del mattino, sapendo che la sveglia lo avrebbe chiamato alle sei e mezza, lui odiava dormire. Al mattino Evan si alza come se avesse dormito tutto il giorno, non sembra che avesse dormito solo poche ore. Si reca alla mensa, va a prendersi da mangiare e si va a sedere da solo senza rotture di scatole. Poco dopo entra Nathan e fa quello che ha fatto Evan solo che il ragazzo vede che il suo solito posto è occupato! Ma non si fa problemi e si avvicina.
-Andatevene questo è il mio posto!- dice con aria arrogante.
I due ragazzi si mettono a ridere.
-Sennò che ci fai eh? Chiami la mammina?- rispondono ridendo, imitando il suo atteggiamento altezzoso.
All'inizio fa finta di ridere poi il suo volto cambia in rabbia e prende i loro piatti e li butta a terra, i due cominciano ad urlargli contro ma non serve a nulla perché lui, visto che i ragazzi si erano alzati per mettersi a faccia a faccia con Nathan, si siede e comincia a mangiare come se non fosse successo nulla.
-Dai lasciano stare quel tappetto, non metterti nei guai con uno così.- dice uno dei due ragazzi e se ne vanno. Evan ha guardato tutta la scena, rimane a fissare il ragazzo biondo, non riusciva a staccare gli occhi da lui. Evan, essendo che lo fissa sempre nota che mangia lentissimo e guarda sempre fuori dalla finestra, come se lui sia assente da questo posto, un po' gli dispiace perché è sempre solo ma lo capisce, chi vorrebbe rimanere qui dentro. Passata qualche ora dal mattino arriva l'ora di religione, Evan è sempre il primo ad arrivare ma questa volta è il secondo. Già seduto c'è Nathan che sta leggendo un libro. Evan non sa se andarsi a sedere vicino a lui oppure no, alla fine prende coraggio e ci si siede vicino, il biondo si gira e lo guarda.
-Buongiorno.- dice il biondo al ragazzino.
-Buongiorno.- risponde, Evan voleva farli qualche domanda ma cominciano ad arrivare gli altri, entra anche Arrienne, che si sta avvicinando ad Evan.
-Evan vieni a sederti vicino a noi!- dice la ragazza, ma prima che il ragazzino potesse rispondere, un'altra voce lo blocca.
-Tranquilla che non lo mangio.- dice con sorriso da figo assurdo in faccia ma senza distaccare gli occhi dal libro.
-Non m'importa di quello che dici tu!- ribatte infastidita Arrienne.
Nathan allargò il suo sorriso facendo fuoriuscire anche una risata gradevole. Arrienne porta gli occhi al cielo e poi torna a guardare Evan.
-No io rimango qua.- risponde infine Evan.
-Va bene come vuoi.- dice Arrienne andandosene è lanciando un'occhiataccia al biondo.
Pochi minuti dopo entra la professoressa di religione, dicendoci che oggi avrebbero fatto un tema sugli angeli caduti con pensiero personale. Appena finisce di dare le ultime indicazioni per il compito, tutti cacciano un foglio, tranne Nathan che ne caccia dieci se non di più.
-Avete due ore e mezza per fare questo compito, quindi concentratevi e scrivete bene!- precisa la prof.
Passata un'ora e mezza Nathan ha scritto su dieci fogli protocollo, Evan si gira a guardarlo e rimane a bocca aperta per quanto il biondo ha scritto e per quanto si stesse concentrando. Evan ha scritto su cinque fogli e aveva finito, quando sta per alzarsi per consegnare il compito...
-Dà a me lo consegno io.- dice Nathan ad Evan con un sorriso in faccia.
-Ah! Grazie mille.- risponde e a sua volta sorride.
-Prego.-
Nathan va a consegnare i compiti e la prof li guarda stupiti per quanto veloce abbiano fatto e per quanto abbiano scritto, visto che i loro compagni non ancora riuscivano a mettere giù neanche una parola.
-Visto che avete finito potete uscire fuori così non disturbate.- dice la prof.
-Ok.- risponde il biondo -Andiamo? - domanda al ragazzino che lo sta guardando con i suoi occhi verde intenso.
-Si!- riesce a dire, mentre Arrienne li sta guardando con occhi spalancati perché non vuole che Nathan si avvicina ad Evan.
I due escono fuori a prendere un po' d'aria.
-Comunque hai degli occhi stupendi Evan!- confessa il biondo. Evan arrosisce un po'.
-Grazie, anche i tuoi sai! Sono di un bel celeste!- il biondo gli sorride.
-Allora Evan cosa ti piace fare?-
-Disegnare, io amo disegnare, mi rilassa.- risponde non staccando gli occhi da Nathan. -E a te Nathan! Cosa ti piace fare?-
-Oh, io leggo, comunque puoi chiamarmi Nate.-
-Ok, Nate!- dice scandendo il nome abbreviato del biondo.
Il biondo si mette a ridere seguito poi la brunetto. Passato quel tempo di libertà che avevano rientrano dentro.
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Amare ed essere amati
RomanceSe amate le storie complicate e piene di emozioni, siete nel posto giusto