La mattina seguente, Evan si sveglia, si prepara ed esce dalla sua stanza per passare una giornata come tutte le altre. Il brunetto arriva in aula, per seguire la lezione di religione, nella classe ci sono già altri ragazzi che sono molto euforici, Evan con aria interrogativa va a sedersi, cerca di sentire i discorsi degli altri e viene a conoscenza che tra qualche giorno ci sarà l'incontro con le famiglie. Il ragazzo non è entusiasta quanto i suoi compagni di classe ma è comunque felice, almeno rivedrà dei visi familiari. La classe comincia a riempirsi, ma Nathan non ancora arriva ed Evan continua, incessantemente, a guardare la porta. La professoressa entra in classe e del biondo nessuna traccia, poi Evan, guardandosi intorno nota che neanche Claude è in classe, e li comincia a salire il nervoso, ma deve sembrare il più calmo possibile per evitare di farsi notare dalla prof e dai compagni. Pochi minuti dopo la porta viene spalancata ed entrano Nathan e Claude che stavano ridendo a crepapelle.
-Vi sembra il modo di entrare in classe? In questo momento quando la lezione è già iniziata?- esclama la prof palesemente irritata.
-Ovvio, noi facciamo quello che vogliamo!- risponde divertito Claude.
Nathan, dopo questa risposta ed aver visto l'espressione della prof, ride ancora più forte.
"sembrano due ubriachi" pensa Evan, divertito dalla situazione.
-Voi due state proprio esagerando, ora uscite dall'aula, non voglio né sentirvi né vedervi!- esordisce la professoressa arrabbiata.
-Va bene come vuole lei, professoressa.- dice Nathan facendo un inchino teatrale mentre dice professoressa, ed escono dalla stanza.
La lezione continua normalmente senza interruzioni, ma Evan in quell'ora ha tutt'altro per la testa. Trascorsa l'ora di religione, Evan raggiunge Arrianne per chiederle informazioni sulla giornata con le famiglie. Il brunetto trova Arrianne in biblioteca, visto che c'è l'ora di letteratura.
-Arrianne hai un secondo?- domanda Evan.
-Si certo, dimmi!- risponde la ragazza gentilmente.
-Potresti spiegarmi come funziona e cosa si fa con l'incontro con le famiglie? Per favore.-
-Allora, questa è una giornata in cui i genitori possono venire a trovare i propri figli e passare una giornata intera insieme. Di solito per questo giorno si organizzano giochi e il pranzo è instile o picnic o buffet. Questa giornata serve anche per dare a noi ragazzi un po' di sorrisi, e poi a chi non piace passare una giornata alternativa, senza libri ed orari da rispettare? Ci si diverte un sacco, fidati!-
-Oh beh! Sembra bello. Grazie.-
-Di nulla, per qualsiasi informazione su questa giornata puoi chiedere a me, ok?-
-Ehm si, grazie.-
E così finisce il loro dialogo, anche perché la lezione sta per iniziare. Evan nel corso della giornata viene anche a sapere che l'incontro è tra una settimana e non vede l'ora che arrivi.
skip time
È la sera prima dell'incontro, Evan è in camera sua a decidere cosa mettersi per la giornata seguente, dopo aver fatto alcuni abbinamenti opta per una maglia a maniche corte color rosso vino, dei pantaloni beige e scarpe da ginnastica bianche. Messo in ordine tutti i vestiti che aveva cacciato dall'armadio decide di andare a dormire. La mattina dell'incontro con i genitori è arrivato, in questa mattina tutti sono euforici, persino Evan che non sopporta tanto i suoi genitori. Alcuni ragazzi erano impegnati nell'organizzazione dell'incontro. Evan è in camera sua a prepararsi per la giornata. Arrianne bussa alla sua stanza, lui apre.
-Buongiorno Evan, felice per la giornata di oggi?- domanda Arrianne.
-Si, abbastanza.- risponde sorridendo.
-Andiamo insieme sotto in giardino?-
-Si, per me è uguale.-
Evan esce dalla stanza e con la ragazza scende in giardino. Lì sotto è quasi tutto in ordine ed organizzato, i ragazzi corrono a destra e a sinistra per finire le preparazioni. Passano due ore ed i genitori cominciano ad arrivare. Passa mezz'ora, un'ora, un'ora e mezza ed i genitori di Evan non ancora arrivano.
"ecco lo sapevo, sicuro non verranno" pensa Evan.
La giornata sta andando a meraviglia ma Evan si sta annoiando perché non ha nessuno con cui stare, ma, poi gli si avvicina Arrianne.
-Evan, ti vuoi unire a noi? Stiamo facendo un picnic.- gli propone Arrianne.
-Certo, tanto non sto facendo nulla.-
Poi i due si dirigono verso gli altri, ed Evan si siede insieme a loro, e cominciano il loro picnic. Pochi minuti dopo, vicino a loro, passano Nathan e Claude, Nathan si gira a guardare Evan e gli sorride mentre Calude non gira neanche lo sguardo continuano a camminare dritto. Evan al sorriso del ragazzo angelo arrossisce un po'. Arrianne e il suo gruppo decidono di fare qualche gioco, ma ad Evan non sembra interessargli quindi decide di farsi un giro. Mentre cammina si sente chiamare e si gira, è Nathan!
-Ehi Evan!- esclama il biondo.
-Ciao!-
-Dove te ne vai?-
-Mi faccio un giro, così a caso, tu?-
-Anch'io.- dice, facendo un sorriso dolce a trentadue denti -Che ne dici di passeggiare insieme?-
-Certo, almeno stiamo insieme e non sembreremo due idioti.-
I due cominciano a ridere. I due ragazzi iniziano a camminare, e parlano tanto, sembra che non vogliano smettere più. Restano insieme per tutta la giornata, i genitori cominciano ad andarsene e Nate accompagna Evan in camera sua. Arrivati davanti alla camera c'è Arrianne.
-Evan dove sei stato, non ti ho visto più!-
-Sono stato con Nathan, perché?-
-Ahh. No così, volevamo stare con te.-
-Ma cosa t'importa? Che fai la babysitter?- aggiunge Nathan.
-Stai zitto tu, nessuno ti ha interpellato.-
-Gne, gne, che bambina piagnucolona.- aggiunge il biondo sarcasticamente.
-Adesso calmatevi voi due, Nate tu entra con me, e Arrianne non parlarmi come se fossi un bambino perché non lo sono.-
Nathan fa un sorriso di vittoria verso la ragazza e i due entrano in camera del brunetto. Entrati Nate si ferma vicino la porta ed Evan si siede sulla sedia della scrivania.
-Siediti, non rimanere lì in piedi.- Evan invita il biondo con un dolce sorriso stampato in faccia.
-Va bene.- risponde sorridendo e si butta sul letto a schiena in giù. -Posso rivedere i tuoi disegni?- continua Nathan.
-Certo, ora li prendo.-
Evan prende dall'armadio una cartella con tutti i suoi disegni e li porge al biondo. Nathan guarda attentamente i disegni, come se li avesse visti per la prima volta.
-Ti piacciono così tanto?-
-Si sono bellissimi, meglio delle opere d'arte più famose.-
-Esagerato.-
-Dico la verità, questi disegni trasmettono più sentimenti rispetto ai quei dipinti freddi, per me fanno schifo.-
Evan non riesce a dire una parola e le sue guance diventano rosse come il fuoco. I due ragazzi passano tutto il tempo così, a parlare e guardare i disegni. Ogni tanto Nate domanda ad Evan cosa ha provato nel disegnare quel disegno oppure espone cosa prova lui a guardarlo. Il tempo vola e sono quasi le quattro.
-Mamma mia sono già le quattro!- annuncia il biondo.
-Davvero!? Non ho per niente sonno.-
-Eh si, neanch'io ma meglio andare a dormire, sennò domani sembreremo degli zombie.-
-Giusto.- e il ragazzo scoppia a ridere.
-Buonanotte.-
-Anche a te.-
Nathan si avvicina alla porta, la apre poi si gira e fa l'occhiolino ad Evan e se ne va. Evan vorrebbe urlare ma si limita a buttarsi sul letto e sorridere.
STAI LEGGENDO
Amare ed essere amati
RomanceSe amate le storie complicate e piene di emozioni, siete nel posto giusto