Evan Briel un ragazzo di appena dodici anni arriva al collegio di correzione Sword&cross, è situata in una parte boscosa ed isolata dell'Anthens in Georgia. Appena sorcata la soglia del cancello della scuola, in macchina, c'è un lungo percorso brecciato, ai lati di esso è pieno di spazio verde, è così grande da contenere un bosco all'interno delle mura, alte come giganti, il bosco è formato da pini alti quanto la struttura, sono incolti e selvaggi, stessa situazione per l'erba sotto di esso, dove è presente erba incolta ed alta mentre in alcuni pezzi c'è solo terra. Al contrario, lo spazio verde al di fuori dell'area boscosa, è ben curata, al centro di essa ci sono due statue, esse tra di loro sono di spalle, uno rappresenta un demone, l'altro un angelo, sono entrambe ben definite nei dettagli. Ovviamente sparsi per il giardino non mancano panche, tavolini in pietra ed altre statue sparse, ma una colpì ad Evan, una statua situata poco prima del bosco, è assai alta da far paura ma come tutto lì dentro, fanno sembrare tutto molto più piccolo di quello che sia. La strada brecciata che stanno percorrendo porta fino ad un edificio antico di colore grigio scuro, il portone è gigantesco, ai suoi lati ci sono delle semicolonne, ben decorate, nel fusto sono presenti scene di battaglia, sembrerebbe la guerra della cacciata degli angeli caduti dal Paradiso. Sopra il tetto dell'edificio sembrano controllare l'esterno delle enormi statue di varie forme, all'ingresso c'è un anziano signore che stava aspettando, fino ad ora, il nuovo membro della "scuola". Parcheggiata la macchina di fronte al portone, Evan scende, si reca al porta bagagliaio per poi aprirlo e prendere la sua valigia e uno zaino. Il signore che è situato all'ingresso, scende le scale che portano al portone e va verso i genitori del ragazzo per accoglierli
-Buongiorno e benvenuti, sono il direttore di questo collegio di correzione, mi chiamo Edward Baker, spero abbiate fatto un buon viaggio! - e poi sorrise.
-Buongiorno, si il viaggio è andato tutto bene, nonostante la lunghezza.- dichiara la mamma di Evan.
-Bene, allora possiamo entrare e vi mostrerò la scuola.- invitò il direttore.
Ma i genitori del giovane rifiutarono, sembra che abbiano fretta di andarsene e così fecero lasciando il figlio nelle mani del direttore, solo ad affrontare l'entrata ad una scuola che agli occhi di Evan sembra una prigione. Evan fa l'entrata a scuola, all'ingresso, al lato sinistro, c'è un bancone con un uomo non molto alto e abbastanza grasso, porta gli occhiali e ha una faccia antipatica, l'uomo ha in mano un metal detector. Evan in compagnia del direttore si dirigono verso il bancone
-Evan ti lascio in buone mani, ora devo proprio andare.- dice il direttore
Evan annuisce, non ancora riesce a credere che la sua vita è cambiata in un secondo e non sa che cambierà ancora più del previsto. Il signore con gli occhiali comincia a dire
-Bene ragazzo, ora che sei qui dentro devi sapere quali sono le regole da rispettare.-
E l'uomo comincia a passare il metal detector attorno a lui e allo zaino e trova il cellulare.
-Il telefono è vietato.-
-Come? Devo pur chiamare i miei genitori ogni tanto!- esclama Evan
Non che gli importasse tanto, ma sentire voci familiari ogni tanto non gli sarebbe dispiaciuto.
-Queste sono le regole, hai dieci minuti di chiamata ogni settimana con il telefono della scuola.-
Dopo aver controllato tutto, passa una ragazza alta, vestita come una punk me senza piercing, ha il contorno degli occhi molto marcato dalla matita nera, ha i capelli bruni raccolti in una coda molto spettinata. Il signore grasso urla:
-Arienne, vieni!-
Lei con faccia interrogativa si avvicina ed il signore continua:
-Lui è un nuovo membro, accompagnalo nella sua stanza e spiegagli come funzionano le lezioni.-
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Amare ed essere amati
RomanceSe amate le storie complicate e piene di emozioni, siete nel posto giusto