Capitolo 4

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Ebbene sì, era proprio lui: Draco Malfoy, il migliore amico di mia sorella.

Per un attimo rimasi come pietrificata, sapevo che presto lo avrei dovuto incontrare, una parte di me ci sperava, ma non credevo avvenisse così presto. Mi era sempre interessato, anche quando non avevo la minima idea di come fosse fatto. Lui ed Abbie si scambiavano lettere in continuazione durante le vacanze e, quando lei non c'era, io le leggevo furtivamente.
Le prime volte neanche ci avevo fatto caso, ma poi le lettere iniziavano ad arrivare sempre più spesso e fu lì che volli scoprire da chi le riceveva. Draco Malfoy.
Il nome Malfoy era parecchio conosciuto nel mondo dei maghi e non sempre in senso positivo. Lucius Malfoy era un mangiamorte che, dopo la sconfitta di Voldemort, dichiarò di essere stato vittima della Maledizione Imperius e in questo modo riuscì a scampare dalla carcerazione ad Azkaban. Non ebbe però la stessa fortuna dopo la Battaglia dell'Ufficio Misteri avvenuta il 18 giugno scorso. Malfoy prese parte allo scontro in qualità di leader della squadra inviata dal Signore Oscuro. Fu così visto da una miriade di ufficiali del ministero e, non potendo più negare la sua natura di Mangiamorte, fu rinchiuso nella prigione di Azkaban. Era risaputo inoltre che i Malfoy avessero dei forti pregiudizi su tutti i non-purosangue. I miei genitori non erano mai stati molto felici al pensiero che la loro povera figlia dovesse frequentare un ragazzo con una tale "fama", ma avevano comunque rispetto per quella famiglia, anche se ancora faticavo a capirne il perché. Io non avevo pregiudizi a differenza loro; sono sempre stata convinta che il detto "la mela non cade mai troppo lontano dall'albero" fosse una stronzata.
Vedendo un numero così elevato di lettere, tutti  (e soprattutto io) pensavano che avessero una relazione, ma tra di loro c'era solo un forte legame di amicizia. Eppure quelle lettere non sembravano quelle di un semplice amico. Era così bravo a scrivere, così limpido, sincero, oserei dire addirittura poetico, che ormai avevo trascritto ogni sua lettera per poterla rileggere quando volevo. Nella mente avevo creato un immagine tutta mia di questo fantomatico Draco Malfoy; Sembrava quasi un gesto da psicotici a ripensarci. Finché un giorno non venne a casa nostra.

Posso ancora sentire l'imbarazzo che provai quel giorno.

I miei genitori erano a lavoro e mia sorella era in camera sua a studiare, quando sentii qualcuno bussare alla porta. Non aspettavamo visite, quindi considerai per un attimo la possibilità di non aprire e aspettare che quel qualcuno se ne andasse, credendo che non ci fossimo. Decisi finalmente di andare ad aprire solo quando il campanello suonò di nuovo, e fu in quel momento che me lo ritrovai davanti: un ragazzo con il viso appuntito e i capelli color platino mi guardava con un'aria di sufficienza con i suoi occhi più gelidi del ghiaccio.

"Buongiorno" iniziò "Sono Draco Malfoy. Sono qui per Abigail Smith, mi ha chiesto lei di venire" continuò lanciando uno sguardo oltre le mie spalle, come se Lei si stesse nascondendo dietro di me.

Avete presente quando non avete studiato, convinti che il professore non vi avrebbe interrogato, ma poi vi chiama e vi prende un panico assurdo? Ecco la sensazione era più o meno quella. E fu ancora peggio quando mi ricordai in che condizioni ero: il pigiama, i capelli in disordine, la faccia tipica di chi si è appena svegliato e una coperta sulle spalle a farmi da mantello. Sentii le guance bruciare e le labbra farsi sempre più secche, ma non so come riuscii a trovare la forza di volontà per rispondere

"S-si, te la chiamo subito, entra pure" dissi correndo sulla scalinata per cercare di allontanarmi quanto più in fretta possibile da lui.

E poi, come se non fossi stata già abbastanza umiliata dalla vita, rischiai di inciampare sulle scale, ma riuscii a ritrovare l'equilibrio e fare finta di nulla.

Avevano passato tutto il pomeriggio in camera di Abbie e capii che se n'era andato solo quando sentii la porta d'ingresso chiudersi.
A cena quando i miei chiesero cosa avessimo fatto quel pomeriggio, mia sorella non accennò neanche alla visita di Draco e, dopo aver mangiato mi fece promettere di non dire niente ai nostri genitori.
Da quel giorno non venne più a casa, ma probabilmente mia sorella aveva solo fatto attenzione a non farmelo sapere.

L'ultima volta lo vidi al suo fumerale:
Se ne stava in un angolo lontano avvolto nel suo cappotto nero e guardava le persone allontanarsi man mano dalla tomba. Rimase lì per ore, fino a quando il cimitero fu completamente vuoto. Si avvicinò alla sua tomba lentamente e quando le fu davanti cadde in ginocchio, disperandosi.
Nessuno dei partecipanti lo aveva notato, ma come biasimarli, si fatica a trovare quello che si cerca, figuriamoci quello che non si cerca. Io invece lo avevo trovato subito, sapevo che aspettava solo che ce ne andassimo per andare da lei, così mi nascosi e poi lo vidi. Mi si spezzava il cuore a vederlo così triste, nonostante non lo conoscessi.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando sentii di nuovo la voce di quella papera.
"Seguiteci, svelti" disse iniziando a guidarci verso i sotterranei, dove c'era il nostro dormitorio.

Mi aveva già vista, ma sopratutto, mi aveva riconosciuta? Sapeva chi fossi? Come si sarebbe comportato con me? Avrebbe fatto finta di nulla? Saremmo diventati amici? Saremmo diventati qualcosa di più?
Ma cosa mi mettevo a pensare... fino ad allora avevo fatto di tutto per allontanarmi dall'immagine di mia sorella e adesso volevo rubarle la vita? Lo avrei ignorato. Li. Avrei. Ignorati.
E a quel punto, come se qualcuno mi avesse tirato una secchiata di acqua gelata addosso, mi ricordai che era il prefetto della mia casa. Lo avrei incontrato ovunque, OVUNQUE.
Niente panico Jane, niente panico.
Gli lanciai uno sguardo e lo vidi totalmente assorto nei suoi pensieri mentre faccia da carlino ci parlava di cose poco interessanti. Mi ritrovai a domandarmi:
Come aveva fatto a non vedermi? Ero praticamente una quercia in un campo di papaveri. Possibile che fossi felice perché non mi avesse notata e arrabbiata perché non mi avesse neanche degnata di uno sguardo? AAAAAAAAAAAAAAAAAA.

"La parola d'ordine per entrare è Purosangue. Di norma non dovrebbe cambiare almeno fino a Natale, nel caso ve lo comunicheremo" disse la Parkinson

"Purosangue" disse Draco, dopo tempo.

Possibile che anche la sua voce fosse così... così... AAAH

Una parte della parete si aprì e rivelò un enorme stanza arredata con divani e poltrone in pelle nera, con cinque camini di pietra e con vari ritratti e dipinti sopra. Verso est c'era la biblioteca, manoscritti di Merlino e libri alchemici arricchivano gli scaffali. Un lungo tavolo abbelliva la camera . La luce dentro la sala era verdastra, probabilmente perché rifletteva le profondità del lago. Era bellissima

"A sinistra si trovano i dormitori maschili, mentre a destra quelli femminili. Andate pure, troverete i vostri bagagli vicino ai letti." Concluse Pansy Parkinson

Finalmente potevo distaccarmi da quel gruppo. Salii la scala in mogano e arrivai in cima dove c'era il lungo corridoio con cui si accedeva al proprio dormitorio annuale. Letti a baldacchino con tende verdi-argentate e delle poltroncine arredavano le stanzette; dalle grandi vetrate era possibile ammirare il fondale del Lago Nero. Mi sedetti su quello che era il letto assegnatomi, presi le mie cose dal baule e andai in bagno a cambiarmi. La stanza era ancora vuota quando uscii, ma decisi comunque di tentare di addormentarmi prima che le altre ragazze venissero. Chiuse le tende del letto, feci un profondo respiro e mi stesi sotto le coperte. Lentamente caddi in un sonno profondo.
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Spazio autrice
Eccovi un altro capitolo, un po' più lungo, pieeeeeno di spiegoni vari. Non è successo morto ma abbiamo scoperto qualcosa sul rapporto tra Draco e Abbie. Ci vediamo quanto prima con il prossimo capitolo

P.S. Vi consiglio di ridare un'occhiata allo spazio autrice dell'intro, è importante

Shadow || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora