Capitolo 2

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Capitolo 2

Lo sguardo di stupore che comparve sul suo volto era genuino e sorpreso.

Evidentemente, l'aveva realmente persa in mezzo alla folla di gente presente nella stanza. Non dava però alcun segno di turbamento o di imbarazzo, come capitava spesso a molti uomini colti con le mani nel vaso della marmellata quando se la ritrovò davanti gli occhi.

Osservandolo finalmente in un ottica più aperta e approfondita, Nami si domandò mentalmente perchè, esattamente come Law, lo sconosciuto non ricevesse lo stesso interesse da parte degli altri invitati.

Spiccava in mezzo a tutti, sia per la sua notevole altezza sia per lo strambo quanto sorprendente colore di capelli. Eppure, l'insieme non era male, anzi. Senza ritegno, lo squadrò da capo a piedi appuntandosi mentalmente che l'uomo aveva un fisico molto robusto. Sicuramente, non era un normale lord.

-Ebbene...?-Parlò la rossa accennando un colpo di tosse per poter richiamare la sua attenzione. D'altronde, era stato lui ad irretirla con quello sguardo, lui che l'aveva fatta sentire a disagio e sopratutto, lui che l'aveva fatta allontanare dal tavolo delle cibarie.

Quell'uomo doveva prendersi le sue responsabilità.

-Mi dispiace milady-Il suo tono di voce era basso e roco. Non le capitava spesso di provare dei brividi così intensi per una sola frase...una frase del tutto scontata. -Non ho potuto fare a meno di rimanere incantato dalla vostra bellezza.-

Ah, mossa sbagliata.

L'arte del corteggiamento era difficile e se quel tipo partiva subito in quarta in modo così sfrontato, doveva allora essere un gran casanova.

-Ma davvero?-Domandò incrociando le braccia al petto e sollevando incredula un angolo della bocca. Le lusinghe con lei non funzionavano. Specialmente lusinghe già ascoltate e riascoltate a non finire.

-Ha la mia parola-Annuì socchiudendo sensualmente gli occhi.-è raro trovare una persona con un così buon gusto...-Il suo sguardo scese verso il suo vestito-Un colore così scuro non è apprezzato da molti-Osservò, come aveva fatto lei, gli abiti color pastello che intasava quella stanza.-La stoffa proviene sicuramente dal lontano regno di Alabasta...-

Che le venisse un colpo.

Come diavolo aveva fatto a indovinare?

-è così-Assentì ammorbidendo il tono di voce.- è mai stato in quel regno?-

-Si, ho viaggiato molto in questi ultimi anni...-Si prese una pausa-...Finalmente però, sono tornato nel mio paese natio.-

Ma davvero? E allora perchè non lo aveva mai visto?

-La sua casa è qua vicino?-Forse non era il caso di prendersi così tante libertà, ma la curiosità era una sua pecca. Inoltre, come già detto, la colpa era sua.

-Ho ereditato il castello di mio Zio-Le voltò le spalle invitandola a seguirlo sulla terrazza. Seguendolo, subito se ne pentì e si maledì più e più volte. Faceva freddo, molto freddo.

Il vento autunnale si era alzato e portava con se i primi venti gelidi della stagione.

Addio abiti scollati e gonne comode.

-Quello laggiù-Indicò con l'indice, in mezzo alle montagne il simbolo della città.

-COSA?!-Sbraitò ad alta voce sporgendosi dalla balaustra-Scherza!?- Quello era pazzo! Non poteva quel castello essere suo! Prima di tutto era inabitato da anni e secondo, era un ammasso di ruderi che si reggeva a stento.

-No, non sto scherzando.-Ridacchiò compiaciuto.-E dentro non è così male come sembra.-

-Devono esserci un sacco di spifferi...-

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