INGANNO

1.2K 59 1
                                    

Non ho ancora ben capito perché dopo quel ricordo non sono tornata ansimante sulla riva del lago,ma molto meglio così. Mentre la me del ricordo se ne va, rimango dietro i cespugli. Da quello che ho capito io salpai di mattina presto, ma adesso è mezzogiorno, ho molto tempo per capire un po' quello che successe qui e poi correre la porto. Jefferson non è rientrato in casa, è rimasto sulla porta, non ha asciugato la lacrima, gli è scivolata fino al colletto della strana camicia a quadri gialla e viola.
<<Papà?>> Jefferson si ricompone subito, asciugandosi la guancia prima di voltarsi a guardare sua figlia.
<<Si piccolina?>>
<<Zia Carmen non tornerà più, vero?>>
<<No piccolina, stai tranquilla>> poi abbassa la testa e guarda nella direzione in cui è andata via l'altra me <<Non tornerà>>
<<Ma che bella scenetta commovente>>
Nessuno di noi si era accorto che, in tutto questo casino, era arrivata Regina, vestita con le sue solite sontuose vesti nere e rosse. Però è senza scorta e carrozza, avrà usato la magia, per questo forse non l'abbiamo vista o sentita arrivare con il solito scalpitare dei cavalli. Jefferson nasconde sua figlia dietro il suo corpo, la spinge ad entrare in casa e chiude la porta. Un padre che vuole proteggere a tutti i costi la figlia, mi fa quasi tenerezza. Cazzo, sembro Regina adesso.
<<Mi fate quasi pena>> dice la donna, grazie al cielo non sono ancora ai suoi livelli di perfidia e stronzaggine.
<<Che vuoi, Regina?>>
Dalla mia posizione non vedo le loro facce, quindi mi arrampico sull'albero alle mie spalle, stando ben attenta a non farmi vedere. Dal primo ramo vedo tutto bene, sento bene e un enorme cespuglio mi nasconde.
<<Sai che tua sorella è innocente vero?>>
<<ma le contadine...Grace...>>
<<Colpa di Tremotino, credeva che i poteri di sua figlia fossero troppo per questa valle, che potesse un giorno prendere il suo posto>>
<<Come...?>> mio fratello se ne sta a bocca aperta come un pesce lesso.
<<Ha stregato le contadine, insediato l'invidia in Grace...>>
<<Mia figlia non è invidiosa di mia sorella>>
<<Ah no? Pensaci bene>> dice lei sorridendo a pieno titolo <<Adesso che non c'è più non deve più dividere il paparino con nessuno>>
<<Non sei qui solo per dirmi questo...>>
<<Oh si invece, non hai idea di quanto mi diverta vederti così sconsolato>> ride, inizio a capirla <<Spio Carmen da quando ho scoperto l'inganno di Tremotino e il giochetto di tua figlia, hai toppato cappellaio, adesso le hai detto addio per sempre>>
<<No, posso ancora andare a cercarla, sono passati solo 20 minuti>>
<<Papà...?>>
<<Io e te faremo i conti quando torno, per adesso prendi la tua roba ti porto dalle signorine Milligan>>
<<Non puoi più fare niente, sta per partire>>
<<Devo provare, è mia sorella>>
Devo dire che, da tutto quello che sto scoprendo, Regina è sempre stata l'unica che non mi ha ingannata e usata o remato contro. Certo, sapeva la verità e me l'ha celata, ma chi mi dice che Gold non la ricattasse o le avesse fatto un incantesimo? Da lui ormai mi aspetterei ogni cosa. Lei, come immaginavo, svanisce in una nube di fumo nero e piume di cornacchia. Mio fratello invece prende Grace, che ha in mano un pupazzo molto vecchio e polveroso del bianconiglio, e si dirige ad una fattoria accanto a casa nostra che a quanto ho capito appartiene a due signore di nome Milligan. Quando esce solo dal loro cancello inizio a seguirlo, verso la città. Non ho mai fatto un vero e proprio inseguimento, ma diciamo che me la sto cavando piuttosto bene, o meglio non mi ha ancora scoperta. Siamo quasi al porto, ha chiesto in ogni locanda, negozio, persino ai venditori ambulanti e alla gente per strada. Sono ore che giriamo, io non sento la stanchezza, ma perché non sono davvero qui, lui sembra star per venir meno. Quando siamo vicino al porto, nascosti in un vicolo solitario, lui mi vede. Cioè non vede me, ma la me del ricordo, e la vedo anch'io. Indossa una mantella viola opaco, che scioglie e lascia cadere a terra sul pontile appena Killian chiede il suo nome. Sale sulla nave, lui vorrebbe andare a chiamarla, urlare per fermarla, ma gli escono solo sussurri leggeri e appena muove un passo crolla a terra in ginocchio.
<<Triste eh? Adesso arriverà sull'isola che non c'è, insieme al caro pirata, non la rivedremo più da queste parti>> Tremotino si insinua alle sue spalle, avvelenando ancora di più i suoi pensieri
<<Bugiardo bastardo, è tua figlia quella>>
<<Oh ma a me non importa, lei era troppo pericolosa per restare qui, dovevo fare qualcosa>> all'improvviso la mantella viola si ritrova tra le sue mani <<Tienila, come suo ricordo e promemoria del fatto che sei stato tu a cacciarla e a farla partire>>
<<Tu sei un mostro>>
<<Allora siamo in 3: io, te e tua figlia>>
Detto questo scompare, lasciando la mantella viola opaco cadere per terra, insieme ad un'altra lacrima da parte di Jefferson. La nave salpa, è ormai l'alba, lui non ha forze né per alzarsi, né per gridare, sembra che anche qui ci sia lo zampino di Tremotino.

So volare sulle mie ali💫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora