La sveglia del mio cellulare risuonó nella stanza.
Non avevo intenzione d'alzarmi, ero tutta raggrinzita.
Cercai di stirarmi, ma il mio braccio destro finì sulla schiena del ragazzo sdraiato di fianco a me.
Dovevo proprio essermi ubriacata la sera prima: non ricordavo niente.
Osservai il ragazzo per capire almeno se mi fossi scopata un cesso. Il viso era voltato dalla parte opposta alla mia. Nonostante avesse addosso una maglietta a maniche lunghe, i muscoli delle braccia si vedevano notevolmente, fasciati da essa.
Improvvisamente giró il volto dalla mia parte.
Tirai un urlo quando mi accorsi di chi fosse.
"Cazzo, cazzo, cazzo" bisbigliai impanicata.
Mi guardai: la maglia che indossavo non era mia.
No, non, no, non posso aver fatto sesso con lui. Perché proprio lui?
Mi alzai, sotto di me si trovava un pavimento gelido, non il mio solito parquet.
Merda, non sono a casa mia.
Cercai i miei vestiti da tutte le parti, ma senza risultati.
Dove li poteva avere messi? Probabilmente li aveva nascosti apposta, stronzo com'era.
Aprii una delle due porte che si trovano alle pareti della stanza.
Entrai in quella che doveva essere una cabina armadio.
Frugai nei cassetti per trovare i miei indumenti. C'erano solo cravatte, completi e orologi: centinaia di orologi.
Quanto poteva essere ricco quell'uomo?
"Buongiorno anche a te, Amily" mi salutó Jace facendomi prendere spavento.
Era la prima volta che mi chiamava con il mio primo nome. Ero meravigliata da ció.
Mi osservava frugare nei suoi cassetti, restando sulla porta, con il suo solito sorrisetto.
"Buongiorno, Mr. Ice" ricambiai io in imbarazzo.
"Perché ti ostini ancora a darmi del voi e a non chiamarmi semplicemente Jace?" domandó.
"Perché il nostro non è altro che un rapporto capo-dipendente"precisai io in modo da mettere subito le cose in chiaro.
" Vi siete approfittato di me solo perché ero ubriaca. Io non ricordo assolutamente niente e non ho interesse nel farlo. Chiedo solo i miei vestiti, e poi non mi vedrete più al di fuori del vostro bar."
"Cosa avrei fatto io?!" chiese Jace quasi gridando. "Pensi davvero che farei una cosa del genere ad una verginella alcolizzata come te?"
Scoppiai a ridere. Ero contenta che non avessimo fatto niente.
"Cos'hai da ridere tanto?" domandó irritato.
"Voi pensate veramente che io sia vergine?" chiesi tra una risata e l'altra.
"Io... tu hai diciotto anni. Io ero sicuro che tu fossi..."
Ricominciai a ridere per il suo imbarazzo.
"Non c'é niente da ridere, cazzo!" tuonó lui facendomi zittire.
Di avvicinó lentamente a me, "... e dimmi : con quanti ragazzi hai scopato?"
Sentii le guance andarmi a fuoco. "Mr. Ice, non sono domande che si porgono ad una dipendente..."
"Ti ricordo che ieri ti ho vista in intimo..." sussurró nel mio orecchio.
"Cosa?!" strillai io.
"Chi pensi che te l'abbia messa la mia maglietta?"
"Beh, io, da sola...?"
"Ti sbagli, bambina. Mi hai pregato di spogliarti, non so se ricordi."
Strabuzzi gli occhi: non era possibile.
"Ma quanto stracazzo avevo bevuto?" chiesi più a me stessa che a lui.
"Oh, zero. Eri solo stanca. Sei stata a lavoro fino a tardi. Non volevo rischiare che si svegliasse Melody e mi trovasse con te in braccio che cercavo di metterti a letto."
Ora tutto era chiaro.
"Forza, ti porto i vestiti e andiamo a lavoro insieme."