Capitolo 1

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<<Alzati o farai tardi il primo giorno di scuola>> urla mia madre per l'ennesima volta, dopo qualche minuto scendo finalmente dal letto ed inizio a prepararmi.
La situazione è critica, ho troppo sonno nonostante abbia dormito più di 9 ore, ma soprattutto anche quest'anno nuova scuola, nuova città, nuovi amici.
A causa del lavoro di mia madre ogni anno siamo costrette a trasferirci cambiando costantemente città, questa volta mi ha promesso che aspetterà il mio diploma o anche di più prima di trasferirsi nuovamente.

<<Ella mi stai ascoltando?>> Chiede mia madre mentre sto facendo colazione
<<Certo>> mento facendole un sorriso mentre continuo a mangiare i miei cereali.
Continua a parlare ma io non l'ascolto. Sono troppo in ansia e nonostante abbia affrontato molte volte questi primi giorni di scuola, ho sempre paura.
Appena arrivata davanti a scuola mia madre mi augura buona fortuna, così scendo timidamente dall'auto guardandomi intorno, moltissimi studenti ridono e scherzano con i propri amici, ci sono coppiette che si baciano, e amici che si abbracciano perché probabilmente è la prima volta che si rivedono dopo le vacanze.
Entro nella scuola cercando l'ufficio del preside, che una volta incontrato mi accoglie iniziando a spiegare regolamenti e corsi extrascolastici della scuola che mi esorta a fare.

Mentre blatera sull'importanza della puntualità e cose del genere fa irruzione nella stanza un ragazzo talmente alto che per guardarlo mi viene il torcicollo.
Come una furia e fregandosene del fatto che fossi li inizia ad attaccare il preside su qualche questione legata al basket.
<<Non può toglierci la palestra per farla usare a chissà quale altro stupido corso>> dice per l'ennesima volta battendo il pugno sulla scrivania

Il docente si alza innervosito, quasi mi fa ridere il fatto che arrivi alle spalle del ragazzo, ma io sono l'ultima che deve giudicare l'altezza dato che sono la prima ad essere bassa.
<<Hill se continui tolgo alla squadra di basket anche gli allenamenti pomeridiani>> minaccia il preside
Il ragazzo da un calcetto alla gamba della scrivania e dopo quel gesto emette un suono soffocato, si è fatto male

Non resisto e dopo quella scena mi scappa una risatina, in un attimo lui si volta e mi guarda, sembra che si sia accorto di me solo in quel momento. Rimane qualche secondo a fissarmi, ma poi torna a guardare il preside che lo sta sgridando.
<<Hill avendomi interrotto con grande maleducazione farai fare il giro della scuola alla nuova arrivata, non ti metto in punizione solo perché è il primo giorno di scuola. Signorina Collins arrivederci e buona giornata>> dice il preside salutandoci
Lo saluto prima di voltarmi, cosa che la mia guida turistica non fa ed usciamo dall'ufficio.

Il ragazzo cammina a passo spedito senza prestare attenzione a me, per stare dietro ai suoi lunghi passi sono costretta quasi a correre.
Una volta arrivati all'entrata di qualche aula si volta e notando che sono ancora dietro di lui alza gli occhi sbuffando.
<<Dovresti mostrarmi la scuola>> dico timidamente.
<<Io non devo fare proprio niente>> risponde acidamente
E detto questo se ne va, lasciandomi sola in mezzo ad un corridoio a me estraneo.
Che bell'inizio.
Comincio a camminare e per miracolo arrivo in orario alla mia prima lezione senza essermi persa in giro. Scelgo un posto e mi guardo intorno, alla mia destra c'è una ragazza che mi sorride agitando la mano, ricambio e poi mi concentro sulla lezione.
Il pranzo, come ogni primo giorno di scuola, è piuttosto imbarazzante. Prendo un vassoio con del cibo che la mensa offre ma non sapendo a quale tavolo andarmi a sedere mi dirigo in cortile.

Il resto della giornata passa abbastanza veloce, non ho rivolto parola a nessuno eccetto ad un ragazzo che inizialmente pensavo mi seguisse, ma poi ho capito che semplicemente abitava vicino da me e quindi stavamo facendo la stessa strada.

Appena rientro a casa sento mia madre urlarmi dalla cucina
<<Com'è andato il primo giorno?>>
<<Come al solito>> dico mentre getto lo zaino sul divano
<<Come sono i compagni?>> Continua lei
Scrollo le spalle non sapendo che altro dire, non avevo parlato con nessuno eccetto lo spilungone acido e il ragazzo che abita qui vicino.
<<Ragazzi carini ce ne sono?>> Chiede alzando un sopracciglio.
La guardo con un'espressione confusa per poi dirigermi di sopra in camera senza risponderle.
<<Ho bisogno di riposare>> le dico semplicemente
Dopo essermi buttata sul letto realizzo che il mio primo giorno di scuola era già volato, e non è stato neanche troppo male, non ho fatto neanche una figuraccia, per me è una vittoria.

Un canestro nel mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora