cap.18

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Questo è un capitolo di riflessione, in cui Marta metterà in chiaro le sue idee, vi aiuterà a capire meglio la storia.
È narrata da un narratore esterno, e non in prima persona come gli altri.
Gli altri capitoli saranno normali, a meno che non scriva un altro avviso all'inizio, proprio come questo.

Marta mandò Mirko a dormire nella stanza affianco alla sua. Quella sera, come le altre oltretutto, per lei sarebbe stata una notte insonne.
Marta sapeva che era vera paranoia quella che provava, aveva sempre paura di essere perseguitata: sentiva sempre la presenza di qualcuno, anche se era completamente sola.
Aveva paura del fatto che qualcuno potesse controllare i suoi pensieri, o leggerli, quella era la sua grande paura, fin da piccola. Non aveva paura dei suoi pensieri in sé, perché sapeva che non erano nulla di male, aveva paura di quello che avrebbero potuto pensare le persone di essi.
Era insicura, di tutto. Non sapeva prendere decisioni, di nessun tipo, da quella più banale a quella di cui ne vale la vita.
Spesso attaccava persone che riteneva "cattive"
Ma al contrario di altre persone, riconosceva il fatto di essere malata, non lo negava.
Era riuscita a tenere a bada questa "malattia", fino a conviverci.
Non la mostrava in chiari segni, ma i suoi pensieri parlavano chiaro. Molto chiaro. Almeno per lei, perché, qualsiasi persona non ci avrebbe capito nulla.
La sua mente era come un problema di geometria in cui, per avere la risposta non c'era una formula precisa, ma dovevi essere tu a fare prima dodici passaggi per avere la risposta giusta.
A volte pensava a perché aveva solo un'amica, ma poi la risposta se la dava da sola:
Era asociale, paranoica e complicata.
Aveva anche una dipendenza dalla musica, conosceva molti dei rappers.
Si chiedeva come una ragazza come lei ascolti quasi solo rap e non per moda. Ascoltava intere discografie e non solo quello che andava di moda su Instagram.
Non dovrebbe ascoltare k-pop come quelle della sua età? No, a lei non piaceva, e non le piacevano nemmeno Billie Eilish o,quelle persone lì.
Ascoltava, oltre al rap, Melanie Martinez, solo perché essa era diversa e inquietante, e quello la intrigava.
Quando camminava per strada, con le cuffie nelle orecchie, era sicura che qualcuno la prendesse per pazza:  muoveva le labbra a velocità immensa.
Se la vedevate fare così era semplicemente perché era partito l'extrabeat di qualche canzone appena scoperta, ascoltata fino alla noia.
Alla fine pensò a Mirko, a quello che le stava facendo provare, non era attrazione, era felicità. Era l'unico modo per chiamarla. Quando sentiva il suo nome in giro sorrideva e pensava, non direttamente a lui, ma ai momenti passati con lui.
Sapeva anche che Rkomi sarebbe scoppiato un giorno e si sarebbe preso tutto.

|Non sono Io, Non Sei Te, No Ma Sei Seria?||Rkomi||  [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora